OCCHI VERDI A LECCO

Il Papa: "cambiamo modello di sviluppo"


La crisi economica deve condurre ad una «revisione profonda del modello di sviluppo dominante», che permetta di riscoprire «la sobrietà e la solidarietà». È il tema principale dell'omelia del Papa durante la messa per la solennnità di Maria Madre di Dio, prima festività cattolica dell'anno, nella basilica di San Pietro in Vaticano. «L'attuale crisi economica globale va vista in tal senso anche come un banco di prova», ha detto il Pontefice: «Siamo pronti a leggerla, nella sua complessità, quale sfida per il futuro e non solo come un'emergenza a cui dare risposte di corto respiro?», si è domandato Benedetto XVI. «Siamo disposti a fare insieme una revisione profonda del modello di sviluppo dominante, per correggerlo in modo concertato e lungimirante? Lo esigono, in realtà, più ancora che le difficoltà finanziarie immediate, lo stato di salute ecologica del pianeta e, soprattutto, la crisi culturale e morale, i cui sintomi da tempo sono evidenti in ogni parte del mondo». Per il Papa, «per combattere la povertà iniqua, che opprime tanti uomini e donne e minaccia la pace di tutti, occorre riscoprire la sobrietà e la solidarietà, quali valori evangelici e al tempo stesso universali». Durante la messa il Papa è tornato al tema Combattere la povertà, costruire la pace, oggetto del suo recente messaggio per l'odierna Giornata mondiale della pace. Ci sono, ha sottolineato Ratzinger «forme di povertà non materiale che si riscontrano pure nelle società ricche e progredite: emarginazione, miseria relazionale, morale e spirituale». In particolare, il Papa ha criticato «l'inaccettabile corsa ad accrescere gli armamenti». «Da una parte - ha detto - si celebra la Dichiarazione Universale dei Diritti dell`Uomo, e dall'altra si aumentano le spese militari, violando la stessa Carta delle Nazioni Unite, che impegna a ridurle al minimo». Il Pontefice, poi, davanti al corpo diplomatico di gran parte del mondo, ha lanciato un nuovo appello perchè la «massiccia violenza» scoppiata in questi giorni nella striscia di Gaza non soffochi il desiderio di pace di tanta parte della popolazione israeliana e palestinese. «Insieme ai fedeli di quelle chiese, soprattutto quelli della piccola ma fervente parrocchia di Gaza - ha proseguito il Papa - deponiamo ai piedi di Maria le nostre preoccupazioni per il futuro, ma altresì la fondata speranza che, con il saggio e lungimirante contributo di tutti, non sarà impossibile ascoltarsi, venirsi incontro e dare risposte concrete all'aspirazione diffusa a vivere in pace, sicurezza , dignità».Il Sole 24 Ore, 2.1.09