OCCHI VERDI A LECCO

Perchè il creato mi sta a cuore


Non è mai tempo perso tornare sulle ragioni di fondo per cui ci si spende. L'occasione mi è offerta dall'eccellente editoriale, pubblicato su Mondo e Missione di questo mese, di Gerolamo Fazzini, mio direttore quando scrivevo per “Il Resegone”. E' da li che attingo e in minima parte rielaboro.E' ragionevole che l'essere umano abbia a cuore l’uomo e l’ambiente che il Creatore ha predisposto per l’umanità. Credo che affinché il ragionevole divenga realtà sia fondamentale rilanciare quella che Benedetto XVI chiama un’«ecologia umana», cioè la proposta di un’umanità in sintonia armonica col cosmo anzichè in competizione con esso. Non possiamo che aver fiducia nell’uomo e nella sua capacità sempre nuova di cercare soluzioni ai problemi che la storia gli pone. Tuttavia l’uomo può essere, di volta in volta, soluzione e problema: dipende da come esercita la sua libertà, se lascia prevalere gli interessi economici, politici e ideologici oppure il senso del bene comune. Lo ha spiegato efficacemente il Papa in un celebre discorso (Epifania 2008): «I conflitti per la supremazia economica e l’accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale». E ancora: «C’è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti..... Se c’è una grande speranza, si può perseverare nella sobrietà...... La moderazione non è allora solo una regola ascetica, ma anche una via di salvezza per l’umanità».Il tempo di crisi che stiamo attraversando è certo una stagione di prova. Ma potrebbe rivelarsi un kairòs, l’opportunità di rivisitare - in chiave di rispetto per la natura - uno stile di vita troppo egoista, di gente sazia e disperata. A patto di avere il coraggio di cambiare davvero. Partendo dal dirci le cose come stanno. Per esempio i termini “crisi ambientale” e “crisi economica” rischiano di essere fuorvianti. In realtà la crisi attuale non è fuori di noi (nell’ambiente fisico che ci circonda), o in determinate relazioni (quelle economiche), ma è innanzitutto dentro noi stessi, è una crisi del nostro modo di pensare, di percepire e di agire.Alberto Valsecchi