OCCHI VERDI A LECCO

Macchiavelli e la crisi


Roma era entrata in crisi e le sanguinose guerre civili del I secolo a.C. consegnavano una Repubblica esausta nelle braccia di Augusto. All'origine della decadenza vi sarebbe stato un irreversibile mutamento dei costumi. Ma mentre i Romani incolpavano della crisi il contatto corruttore con i piaceri e le mollezze dell'Oriente, altri, a partire da Machiavelli, hanno avanzato una tesi diversa: Il tracollo della morale sarebbe stato un effetto della scomparsa della paura. Finchè infatti i Romani erano stati tenuti sotto scacco dalla minaccia di Cartagine, le ricchezze affluite dalle province orientali non avevano avuto nessun effetto sui loro costumi; ma non appena il nemico era stato sconfitto, nessuno si era più preoccupato del bene comune e di colpo non c'era stato più argine al vizio e alla corruzione.La storia non si ripete mai uguale. Eppure, ventuno anni dopo gli eventi epocali del 1989, la rilettura di Machiavelli obbliga a domandarsi se l'attuale crisi della moralità pubblica, in un tempo di banchieri fraudolenti e di politici da ribalta, non abbia a che fare anche con la fine della minaccia del grande Orso russo. Dobbiamo credere che l'età d'oro del capitalismo - per mezzo secolo capace di conciliare crescita, profitti, benessere generalizzato e mobilità sociale - sia stata solo un risultato imprevisto della Guerra fredda? E che, dissolta l'Urss, quello stesso sistema si sia scoperto incapace di regolarsi da solo, in assenza di una minaccia esterna? È possibile che Machiavelli non avrebbe spiegato molto diversamente la grande crisi economica da cui ancora si cerca affannosamente di uscire. Ma se avesse ragione, sarebbe un pessimo segno: perché in tutta la sua opera l'autore del Principe ripete costantemente che, quanto più gli stati sono corrotti nel profondo, tanto più si dimostrano incapaci di tollerare quella amara terapia che pure, in questi casi, sarebbe indispensabile per rimetterli in sesto.No, non c'è ragione di essere ottimisti guardando all'Italia timorosa e gaudente di oggi con gli occhi dell'illustre fiorentino. Ma, per fortuna, una delle grandi virtù dell'uomo, che Machiavelli non ha mai smesso di comunicare ai suoi lettori, è la determinazione a lottare e a non darsi per vinti prima del tempo. Politici, economisti e semplici cittadini chiamati a reinventare le regole del capitalismo e della democrazia del XXI secolo sapranno essere virtuosi?Alberto valsecchi