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Post N° 32


 Sei Nobel a difendere Saviano Fo, Gorbaciov, Grass, Montalcini, Pamuk e Tutu: sei Nobel lanciano un appello allo Stato: "La sua libertà riguarda tutti noi". E pensare che Emilio Fede si permetteva il lusso di parlare dei guadagni dello scrittore dalla vita blindata... Che Roberto Saviano avesse un ampio seguito è cosa nota. E non solo per il successo del suo libro Gomorra. Ormai il giovane scrittore è diventato il simbolo di quegli italiani - e sono in tanti - che si riconoscono nella lotta e denuncia alla criminilità organizzata intrapresa dal giovane scrittore nel suo libro. Ora Saviano vive una vita blindata, perennemente scortato. A rendere ancora più evidente il pericolo di cuiè permeata ormai la sua vita è la recente rivelazione di una relazione dell'Antimafia scritta da un agente di polizia giudiziaria di un imminente attentato pianificato dai Casalesi che volevano eliminare fisicamente il giovane scrittore. Da anni ormai Saviano vive sotto scorta lontano dalla sua Napoli. La società civile è tutta dalla sua parte ma la storia ci insegna che la cosa peggiore che possa succedere a un cittadino che da solo ha deciso di lanciare una battaglia ambiziosa contro la criminalità organizzata è la solitudine. Non basta la mobilitazione dell'opinione pubblica per proteggere una persona, ci vuole di più. Ed è proprio per questa ragione che vari premi Nobel hanno lanciato un appello allo Stato affinché si prenda cura della sicurezza di Saviano. "Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra - si può leggere nell'appello pubblicato sulle pagine di Repubblica  - per aver denunciato le sue azioni criminali in Gomorra, un libro tradotto e letto in tutto il mondo. E' minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese". A firmare l'appello sono vari premi Nobel: da Dario Fo, dallo scrittore tedesco Guenter Grass e dal turco Orhan Pamuk, Nobel per la letteratura; da Mikhail Gorbaciov e dall'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, Nobel per la pace; da Rita Levi Montalcini, Nobel per la medicina. "Un giovane scrittore - prosegue l'appello -, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, Repubblica, e di tacere. Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. E' un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini. Con  questa firma - concludono i sei premi Nobel - vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008". E pensare che Emilio Fede si era permesso il lusso di esprimere durante il Tg4 giudizi sarcastici nei confronti del giovane scrittore, dicendo che Saviano aveva cavalcato l'onda del successo e che i diritti del libro prima e del film dopo gli avrebbero fruttato non pochi soldi. Ma siamo sicuri che lo Stato farà di tutto per proteggerlo? Anche Falcone e Borsellino vivevano sotto scorta.  Eppure sappiamo tutti com'è andata a finire...