VERSINIL

Il punto di rottura (o punto di non ritorno)


Dicesi punto di rottura: il limite entro il quale qualcuno o qualcosa può essere spinto fino alla irreparabile ed irreversibile variazione di condizione molecolare (qualcosa) o mentale e fisica (qualcuno) tale da modificare la natura stessa del soggeto (io). Non ce la faccio più. Mi rendo conto che può sembrare a tratti superficiale,banale e un tantino piagnucolosa la mia affermazione, ma vi garantisco che in compenso è assolutamente veritiera. La consapevolezza di me stesso, l'IO superiore che comanda i miei pensieri e le miei azioni,è gentilmente andato a fare in culo,passatemi vi prego la colorita se pur volgare sottolineatura gergale, ma non credo esista una frase che meglio potrebbe definire la situazione che vivo. Da qui le frasi, chi vuole può, chi più cerca nulla stringe, tanto va la gatta al largo etc... lo so, ma col vostro consenso le eviterei, anche perché hanno un effetto placebo e quindi poco costruttivo. Piuttosto mi concentrerei sul perché diavolo ci si arriva a questo punto di non ritorno, o meglio perché diavolo non se ne esce, o forse per meglio toccare il nervo del problema, perché è così difficile porvi rimedio? Si l'ho notato,l'ho definito problema,e qui Freud e c. sciorinerebbero volumi su volumi per un'affermazione del genere, ma in che altro modo potrei definire il punto di rottura. Fram!