Verso la mia vita

L'attesa e la percezione, inconscio collettivo.


 
 Vi siete mai sentiti in attesa? Un’attesa sconosciuta, di  qualcosa che non sapete, la percezione è antica, siamo  stati tutti in attesa di una risposta, un giudizio, un regalo  … insomma in attesa; crea quasi uno stato d’ansia vero?  Una opprimente sensazione, sentore agrodolce, ma se  abbiamo fatto qualcosa, magari un esame, sappiamo che  stiamo aspettando il responso. Sono giorni che mi sento  in attesa, ma non so di cosa … sento su di me l’occhio di  bue, so perfettamente che si sta parlando di me … nelle  ultime settimane ho inviato numerosi CV per un lavoro  specifico, quindi sì, è naturale che da qualche parte il mio  nome sia stato letto o commentato … ma c’è altro, non è  come al solito … attesa. Trovo sempre conforto nei libri e ricordo un capitolo in particolare di è il pensiero che conta (David R. Hamilton - Macro Edizioni).  La natura della realtà: l’inconscio collettivo; commenta l’idea del famoso psicologo Carl
 Jung secondo il quale noi abbiamo due menti, una conscia ed una inconscia, la prima è quella che utilizziamo per camminare, parlare, muoverci, pensare … la seconda è quella che fa muovere le nostre cellule, battere il cuore … quest’ultima è quindi decisamente più ampia e solitamente fuori dalla portata di quella conscia, per questo inconscia. Jung propone l’idea che tutti noi condividiamo la mente inconscia collettiva alla quale siamo connessi tramite le nostri menti inconsce individuali, vi ricorda per caso qualcosa? No? Internet? Scambio di dati? E come per tutti, con le adeguate attrezzature, è concesso l’ingresso in rete, così possiamo connetterci all’inconscio collettivo. Quando viene caricato un nuovo sito, internet cambia leggermente, la rete non è un insieme di cavi, pc e strumenti, ma una menaide di informazioni, cito l’esempio testualmente come nel libro “ immaginate una stanza piena di persone e immaginate che tutti tengano in mano un pezzettino di corda che unisce tutti; come una rete. Chiamatela inter-net o rete. Se qualcuno agitasse un’estremità della corda, tutti se ne accorgerebbero perché tutti sono connessi a questa … in questo modo l’intero universo vibra in sintonia con il più piccolo pensiero o la più piccola idea …”Le applicazioni di questa teoria sono infinite, ed infinite le dimostrazioni della sua efficacia, nel continuare a leggere si comprende come sia in qualche modo possibile sentire, se c’è un intenso impegno di una mente conscia, che si riflette nell’inconscio collettivo e chi deve ricevere il risultato di quel pensiero è connesso, in qualche modo è possibile che quest’ultimo ne abbia percezione.
Ho fatto caso a queste sensazioni, quelle dell’attesa, già qualche tempo fa dopo che avevo letto per la prima volta questo libro. Avvertì in un periodo questo stato d’ansia, cercai di analizzarlo, non lo compresi, ma poche settimane dopo ebbi un’importante risposta. Non ci pensavo più ma quella risposta cambiò drasticamente il corso degli eventi da quel momento.Per quel poco che conosco del pensiero so perfettamente che ora posso raccogliere le percezioni captate e alimentarle con pensieri positivi. Quest’ansia d’attesa mi rende inquieta, quindi posso sempre fare una passeggiata, rilassarmi o leggere per la quarta volta lo stesso meraviglioso libro.