Verso la mia vita

Sara uccisa la seconda volta. Abbandonati tutti i bambini. L’Italia che detesto.


 
Benzina, fuoco e che altro? Forse delle risate crudeli, forse insulti. Li immagino, un gruppetto di ragazzini minorenni magari, che si aggirano nei dintorni del laghetto di Italia ’61 a Torino, la costruzione che inneggiava il progresso (oggi un cumulo di cemento, un parco mal tenuto e il laghetto …) dove con amore, speranza, pochi euro raccolti e cuore era stato costruito un piccolo presepio in nome di Yara e di tutti i bambini scomparsi. La cattiveria e l’ignoranza si sono così dimostrate! Appiccando il fuoco a tutto, bruciando quel simbolo, semplice e amorevole, che aveva l’unica pretesa di essere un dono. Sembra però che le persone di cuore debbano essere contrastate, ferite, umiliate. Ecco che allora ogni emblema deve essere eliminato, ogni gesto cancellato, ogni speranza sradicata. Arso il cartello che ricordava la piccola Sara, deformate le statuine, la capanna è ormai un ammasso di carbone. Questo fa male, questo fa perdere la speranza di un’umanità ancora salda. Che succede? Ancora mi stupisco perché voglio pensare che chi si contraddistingue di malvagità sia in realtà un debole, poche persone sole, isolate e con problemi, ma poche! Invece no, la spietatezza dilaga e sembra impossibile da arrestare. Che cosa volevano dirci con questo gesto? Che diamine avevano in testa? Forse di negare le crudeltà che stanno accadendo? No, temo sia ancora peggiore, noia, ecco si annoiavano e hanno bruciato tutto. Ricordo dei ragazzini denunciati perché avevano malmenato un ragazzo diversamente abile “ci stavamo annoiando, era un gioco”. Era un gioco! O forse hanno portato la benzina, forse si sono preparati in anticipo, forse non sono stupidi ragazzini che giovano alla guerra ma un gesto criminale. Allora a Torino sta succedendo qualcosa di veramente grave: i gas urticanti prima al McDonald’s di Piazza Statuto, con una ventina di clienti intossicati, poi lo stesso sistema stravolta al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Chivasso, il giorno dopo. Adesso bruciato il Presepe. Che cosa sta succedendo? Cosa ci dobbiamo aspettare?Presto il laghetto sarà una triste lastra ghiacciata. In quella zona, sulle sponde del Po che corre su una strada a veloce percorrenza, non ci sarà più una luce per ricordare tutti i bambini che stanno pagando la disumanità dei grandi. Polvere, cenere e l’eco dei ghigni di chi ha acceso il fiammifero. Non lasciamo che vincano.