verso ovest

le maddalele


in fin dei conti proust non l'ho mai digerito, è prolisso lungo, si sofferma per pagine intere su qualche particolare apparentemente insignificante, eppure, quello che stò facendo ora, gli oggetti che tocco e che tiro fuori dalle scatole polverose sopra l'armadio, mi fanno inevitabilmente l'effetto delle maddalene di proust.la borraccia rossa tutta ammaccata, ad esempio, basta toccarla, per sentire lo scorrere dell' acqua fresca nella fontana di zubiri, o per ricordarsi degli ultimi sorsi di acqua quasi tiepida bevuti dopo carrion de los condes, sperando di trovare in fretta una fonte. O le scarpe, per ricordarsi di quando si è staccata mezza suola, o il foulard rosso, ormai stinto, bagnato in tutte le fontane e arrotolato come un turbante per rinfrescare la testa nelle ore più calde.qulche nota tecnica ora.aggiornerò questo diario grazie ad un cellulare più simile ad un astronave che ad un telefono, dovrebbe funzionare, ma è un esperimento. per scriverve pensieri di più di 160 caratteri dovrò essere in zone raggiunte dal gprs e lottare contro la pigrizia di scrivere con la risicata tastiera del cellulare, altrimenti condeserò in stringati e densissimi sms.spero di avere la costanza di raccontare.