Vertigine

Finalmente una bella giornata di lavoro fuori porta


 Full immersion nella natura selvaggia, arrampicata sugli alberi e pranzo su una piattaforma sospesa ad una decina di metri d'altezza. Capita, raramente ma capita, che il lavoro riservi qualche bella sorpresa. Gita fuori porta in un campo estivo (una volta si chiamavano colonie) ad assistere all'avventura che alcuni ragazzini stanno vivendo a metà tra il bosco e il mare. Ragazzini felici per una settimana... loro che neppure l'avrebbero potuta sognare una vacanza così bella, figurarsi farla. E invece la politica – strumentalmente o no, poco importa – riserva anche di queste belle e sante azioni. Mi ha colpito un bambino che mi è corso incontro con una fetta di cocomero gigante: “Quel signore – mi ha detto indicando l'assessore – mi ha detto di darti questa”. “Grazie, magari dopo”, gli ho risposto accarezzandolo. E lui, senza fare una grinza, si è seduto in mezzo al prato e ha cominciato a mangiare. Quando è tornato, mi ha detto: “Dopo forse non ce n'è più”. Mi ha fatto una tenerezza che lo avrei riempito di baci. Il suo accompagnatore mi ha raccontato la storia: un bambino bello come il sole quanto sfortunato, con un vissuto fatto di violenze e privazioni come se due litri di vino costassero meno di un pezzo di pane. Il ritorno con l'assessore è stato piacevole e del tutto inatteso. A metà strada ci siamo fermati a mangiare il cocomero: “Meglio che non lo hai preso prima – mi ha detto – almeno lo mangiamo insieme adesso”. Tutto questo con il sottofondo del trillo del telefonino: il direttore, disperato, che mi cercava per capire se prevedere o no il mio lavoro. Maledetti cellulari.