Vertigine

Ribalta e ribaltone


 Un solo colpevole per la morte di Meredith Kercher. Rudy Guede. Ma non è la sua la mano assassina. Un complice, ecco cosa è stato l’ivoriano condannato a 16 anni di carcere. Come tutti i casi clamorosi di omicidio, la platea di spettatori, esperti e curiosi si divide tra innocentisti e colpevolisti. Io non sono, per il caso di Perugia, né l’una né l’altra. Mi sono limitata ad osservare. Tra una condanna a 25 anni e l’assoluzione con formula piena c’è un abisso. Che spaventa, che semina interrogativi paurosi. Grandi vincitori e grandi sconfitti in primo grado. In secondo grado i vincitori che sono diventati sconfitti, e gli sconfitti che sono diventati vincitori. E in mezzo pezzi di vita, dolore, lacrime, sussulti, timori, speranze. E anche perizie, indizi, indagini, interrogatori. E investigatori, tecnici, giudici, avvocati.  E dopo quattro anni di carcere, puff… scusate, siete innocenti, tutti a casa.Pressione mediatica? L’America che guarda? Figure illuminanti e illuminate? Il terzo, ultimo round si disputerà in Cassazione. Ma ciò che è stato resta. Una ragazza massacrata a coltellate. Due giovani chiusi in carcere per quasi quattro anni. La condanna prima, l’assoluzione poi. E un solo colpevole. Nero, con buona pace degli americani.