Vertigine

L'indifferenza e l'arroganza che seminano morte


 Quattro euro l’ora, senza contributi, senza ferie, senza malattia. Senza un cazzo di diritto. Italia 2011. Il capo chino sulle macchine per cucire, da mattina a sera la stessa vita, giorno dopo giorno, per racimolare quel poco che forse non basta neppure per pagare la mensa della scuola dei bambini. Uno scantinato, altro che fabbrica. Me la vedo davanti agli occhi la scena e non è merito di una spiccata fantasia. Io le magliaie al lavoro le ho sempre viste. Questo hanno fatto la mia mamma e le sue sorelle per un lungo periodo. La radio accesa, i ritornelli ripetuti delle canzoni preferite, l’attesa per la prossima canzone che è la più bella ma non passa quasi mai. La merenda ai bambini: quante volte ho pianto perché sulla fetta di pane oltre all’olio c’era anche un filo, e la mamma che pur di non sentirmi toglieva il filo e mordeva quella parte che io non volevo saperne di mangiare. E’ buono, dai.  Poi l’arrivo dei cinesi ha cambiato le regole. Qui, non al sud dove hanno continuato a lavorare madri di famiglia e giovani con il sogno del matrimonio. Anche quattro euro vanno bene se non c’è alternativa. Dalle mie parti si dice: meglio questo che un cazzotto nello stomaco. Poi un giorno gli scricchiolii. Uno strano lamento, come se le pareti volessero avvertire. Ma nessuno le ascolta. E chi le ascolta, riferisce e non viene ascoltato. Se tutti i palazzi che scricchiolano dovessero crollare, staremmo freschi. Ogni tanto, però, uno crolla. Quello di Barletta non è stato il primo e non sarà l’ultimo. Macerie che seppelliscono vite umane. Polvere, mattoni, sassi che inghiottono vite. L’indifferenza che diventa colpa e la colpa deve essere punita. Me le immagino quelle donne che si saranno interrogate su quegli strani rumori, che avranno commentato che il palazzo è vecchio e che ci sarebbe bisogno di ristrutturarlo. Che si saranno rassicurate a vicenda, anche perché nessuno, tecnici compresi, aveva manifestato preoccupazione. Se non lo sanno loro, avranno pensato le operaie. E in quale altro posto, se non nella ditta dei genitori, poteva sentirsi così al sicuro la ragazzina di 14 anni che è morta nel crollo? Le vittime sono state trovate abbracciate. L’ultimo gesto per combattere la paura e per farsi più forti davanti alla morte. Una tragedia inaccettabile, in un Paese arrogante che pensa di essere tra i più industrializzati, tra i più avanzati, tra i più moderni, tra i più e basta. E che invece deve fare i conti con morti assurde per le quali mai potrà esserci perdono. Vergogna.