Vertigine

Fattacci e scandali


 Oggi si parla di Elisa e il caso è clamoroso per il tempo trascorso a cercarla (17 anni), per il luogo in cui la si è cercata (una chiesa), per il luogo dove è stata ritrovata (il sottotetto di una chiesa), per le modalità del ritrovamento (durante lavori di restauro, ma forse ancor prima). Elisa è morta il giorno stesso in cui è scomparsa, un giorno di settembre del 1993. Era una ragazzina, è stata inghiottita e conservata in una chiesa. Un giallo che si sta tentando di risolvere, ma gli interrogativi sono troppi e si sa che dopo tre giorni diventa complicato risolvere un omicidio. Oggi si parla di lei, ma di vittime ieri ce se sono state molte altre, e molte altre quasi certamente ce ne saranno domani. Vittime di quella istituzione chiamata chiesa. Violenze non denunciate, reati sottaciuti, fattacci coperti dall’omertà e dal timore di scandali. Perché poi, evidentemente, fare la conta delle vittime della pedofilia o trovare un cadavere mummificato dopo diciassette anni non è uno scandalo. Punti di vista. Ho ascoltato il grido di dolore della mamma di Elisa – “non fatemi perdere la fede” – e intanto per la prima volta nella sua vita, la scorsa Pasqua, non è andata a messa. Mi impressionano ogni volta i fattacci consumati nell’ambito dell’istituzione chiesa (sottotetto, canonica, confessionale, ufficio del parroco, francamente, poco importa) da uomini della chiesa di qualunque ordine e grado. Sono atea, ateaissima, e ogni volta la convinzione che sono nel giusto si rafforza. Aperta alla prova contraria, ammesso che sia possibile trovarne una.