Vertigine

Capitombolo in un piatto di minestra


 Ecco dove inciampa la Lega nord: su un misero piatto di pasta servito alla mensa della scuola anche ai figli di chi non paga la retta. Era accaduto qualche settimana fa a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, accade in questi giorni a Adro, nella Franciacorta bresciana. Il principio di non fornire servizi a chi non paga è corretto. Anzi, di più: correttissimo. Ma si parla di bambini delle elementari, e sui figli - si sa - non si dovrebbero mai far ricadere le colpe dei genitori. Ma tant'è. Nei giorni scorsi a diversi bambini, sia italiani che stranieri, è stato impedito l'accesso alla mensa perché le famiglie sono indietro con i pagamenti delle rette. Un'umiliazione che non produce danni immediati, il che non significa che non ne produrrà mai. La decisione, assunta da un governo locale guidato dalla Lega, ha dell'incredibile e poggia, a mio modo di vedere, su quella superficialità e faciloneria che tanto piace all'Italia e agli italiani. Lasciare un bambino sulla porta è assai più facile che aprire procedure di sollecito dei pagamenti, recupero coattivo delle somme da incassare, pignoramenti e chi più ne ha più ne metta. Meccanismi lunghi e farragginosi, spesso destinati a perdersi nei meandri della burocrazia, ma certamente meno invasivi per un bambino che a 8-10 anni non dispone di quell'autonomia necessaria ad elaborare, decidere, provvedere. E che brutalmente viene sbattuto fuori dalla mensa e messo davanti alle mancanze della famiglia.