Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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ALLEVAMENTI

Post n°74 pubblicato il 11 Giugno 2011 da veuve_cliquot

 

 

 

 

Domani si andrà (si dovrebbe andare) a votare per/contro il nucleare. L'avevamo già fatto qualche anno fa, domani lo rifaremo. Il nucleare fa paura, Chernobyl e Fukushima hanno lasciato il segno nel lato emotivo del nostro cervello, meno in quello razionale. E forse se vinceranno i sì, molti di quei ragazzi che si sono mobilitati per questo referendum, festeggeranno andando a mangiare un bell'hamburger da Mc Donald's. Cosa c'entra il pericolo nucleare con un hamburger?. C'entra perché quello che ci fa votare contro il nucleare è la paura della distruzione della terra, mentre invece non ci rendiamo conto di quanto questi hamburger e tutta la carne che normalmente mangiamo ogni giorno, stia distruggendo il mondo ma in maniera più subdola, meno eclatante. Gli esseri umani ragionano solo per  grandi eventi, non per i piccoli diluiti nel tempo (basta vedere l'emozione suscitata dai sette morti contemporaneamente alla Thyssen e solo pochi giorni fa ci sono state cinque morti sul lavoro nello stesso giorno, ma essendo suddivisi in luoghi diversi, hanno solo meritato una notizia).

I dati che riporto sono della FAO che nel 2006 ha pubblicato un'inchiesta sull'impatto ambientale degli allevamenti a livello mondiale.

L’allevamento determina oltre alla perdita di milioni di ettari di terra coltivabile (che potrebbero essere usati per coltivare vegetali per il consumo diretto degli umani), e oltre all'uso indiscriminato della chimica, un enorme consumo di acqua in un mondo irrimediabilmente assetato, il consumo di energia, il problema dello smaltimento delle deiezioni animali e dei prodotti di scarto, le ripercussioni sul clima, l'erosione del suolo, e la desertificazione di vaste zone.

L'allevamento è uno dei più importanti fattori di inquinamento ambientale a livello mondiale, senza contare la quantità di anidride carbonica che viene immessa nell'ambiente con i disboscamenti. Questi allevamenti sono responsabili del 18% di immissione nell'ambiente dei gas che determinano l'effetto serra, allevare animali produce più effetto serra di tutti i mezzi di trasporto circolanti. 

Ormai, la metà delle terre fertili del pianeta viene usata per coltivare cereali e foraggi destinati agli animali. Per far fronte a questa immensa domanda, si distruggono ogni anno migliaia di ettari di foresta pluviale, per nuovi pascoli o terreni da coltivare per gli animali, terreni che in breve tempo si desertificano. Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali, nella foresta Amazzonica l'88% dei terreni disboscati è stato adibito a pascolo. Paradossalmente, questa terra non è affatto adatta al pascolo: nell'ecosistema tropicale lo strato superficiale del suolo contiene poco nutrimento, ed è molto sottile e fragile. Dopo pochi anni di pascolo il suolo diventa sterile, e gli allevatori passano ad abbattere un'altra regione di foresta. Gli alberi abbattuti non vengono commercializzati, risulta più conveniente bruciarli sul posto

Il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall'agricoltura Gli allevamenti consumano una quantità d'acqua molto maggiore di quella necessaria per coltivare soia, cereali, o verdure per il consumo diretto umano. Dobbiamo sommare, infatti, all'acqua impiegata nelle coltivazioni, che avvengono in gran parte su terre irrigate, anche l'acqua necessaria ad abbeverare gli animali e l'acqua per pulire le stalle. Mediamente, per produrre un chilo di carne occorrono 20.815 litri d’acqua, contro i 208 litri necessari per ottenere un chilo di grano. La maggior parte dell’acqua impiegata per dissetare e accudire gli animali torna nell’ambiente sotto forma di letame e di acqua di scarico.  Questi rifiuti vanno a finire nei corsi d’acqua, inquinando le falde e diffondendo patologie che possono infettare altre specie.

Leggere questi dati, che ho dovuto un po’ “tagliare” per non fare un post troppo lungo (non ho nemmeno accennato a fitofarmaci e concimi chimici, avrei scritto un romanzo!), dovrebbe far pensare come ogni nostro gesto quotidiano e non solo una centrale atomica, possa influenzare la nostra vita. E non mi sono soffermata sulle implicazioni etiche di queste scelte: i cereali coltivati per l’allevamento che nutrirebbero invece le popolazioni affamate o il trattamento degli animali.

Il nostro pianeta non può solo essere distrutto dalle esplosioni nucleari, ma molto più facilmente dai nostri comportamenti!

 
 
 
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Perché un altro blog? Non credo che il mondo ne abbia necessità ed esso non nasce nemmeno da un mio bisogno di esprimere fatti o sensazioni personali.

Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

Scriverò di fatti, articoli di giornali, libri, frasi che mi hanno fatto pensare, ragionare, riflettere, che mi sono piaciuti o non piaciuti, che hanno risvegliato il mio senso critico e anche qualche rotellina un po' arrugginita del mio cervello.

Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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