La Specola

MEDITERRANEO


 I greci lo chiamavano “il mare tra le terre”, i romani “il nostro mare” e gli arabi “mare di mezzo”. Il mediterraneo ha 46000 Km di coste lungo le quali vivono quasi 130 milioni di persone. Milioni di persone vivono grazie alle sue risorse, ma è proprio a causa dello sviluppo demografico e industriale dei paesi del mediterraneo che oggi il nostro mare interno è super sfruttato.L’Italia è  “teoricamente” il paese più virtuoso tra quelli che si affacciano sul Mediterraneo, con ben 29 aree protette che coprono 3000 km2 . Ma questo primato è solo virtuale perché molte di queste aree protette non funzionano affatto: solo 12 fra tutte le aree protette italiane del Mediterraneo, hanno requisita indispensabili per una corretta tutela. Di fatto molte di queste aree esistono solo sulla carta: soffrono della pressione del turismo e dell’urbanizzazione delle coste e al loro interno si pratica la pesca di frodo e si naviga liberamente. Come al solito i finanziamenti sono scarsi e non esistono leggi adeguate per far rispettare i divieti. Eppure nelle poche aree in cui si riesce a far rispettare le leggi (Portofino, Tavolara, Porto Guaceto e Miramare) i fondali sono ritornati pieni di vita con un recupero in pochi anni della vita marina. Certamente bisogna considerare anche l’economia del luogo, di chi vive di pesca e di turismo, eppure, a Torre Guaceto, in cui i pescatori si sono astenuti per qualche anno dalla pesca nella zona protetta, attualmente al di fuori dei confini dell’area la pesca è triplicata in quanto l’area protetta è diventata un luogo di riproduzione da cui poi i pesci migrano e possono essere pescati.Eppure tutto ciò non viene capito e il grosso problema è lo scontro tra la conservazione dell’ambiente e l’economia a breve termine: riuscire a far capire a tutti che le due esigenze a lungo termine, coincidono, non è semplice. Questa delle aree marine protette è il tipico esempio dell’assoluta mancanza di lungimiranza, di programmi a scadenza più lunga di una legislatura (ammesso che ci si arrivi), tipica dei nostri governi. La protezione dell’interesse a breve termine, senza nessun interesse per quello che succederà in futuro, avrà solo degli effetti catastrofici che pagheranno le generazioni future.