La Specola

SCUOLA 2


Lezione in un monastero tibetano (foto personale)Oggi parlerò di una notizia che sto leggendo in questi giorni sui giornali: l'allarme per le norme sulle assenze dalla scuola. Il ministero della Pubblica Istruzione ha messo come tetto per le assenze cinquanta giorni, oltre i quali sarà il consiglio d'istituto a scegliere se chi ha effettuato queste assenze potrà essere bocciato o meno.Come al solito questa norma, voluta dall'attuale ministro della pubblica istruzione, sta sollevando polemiche che vanno dal ritenere che sia punitiva per coloro che hanno occupato gli istituti in autunno a non ritenerle giuste per chi ha raggiunto la sufficienza e quindi in teoria dovrebbe essere promosso. Il ministro si difende dicendo che questa norma è stata fatta per impedire l'abbandono scolastico, gli studenti invece ritengono che abbia carattere punitivo verso le occupazioni scolastiche e già si dichiarano pronti alla battaglia facendo ricorsi su ricorsi.Non appartenendo al mondo della scuola, cerco quindi di vedere questa notizia da un punto di vista con scarso coinvolgimento personale. Quest'anno i giorni di scuola sono 209 per cui non andare a scuola per 50 gioni, vuol dire saltare le lezioni per 1/4 di questo tempo. Accettare che si possa essere promossi dopo aver saltato il 25% del tempo di apprendimento può portare a una sola conclusione: questi 50 giorni di lezioni sono inutili perché tanto i nostri ragazzi apprendono lo stesso. Può sembrare un paradosso, ma non lo è. Probabilmente chi raggiunge la promozione frequentando per 200 giorni è più stupido di chi la raggiunge lo stesso frequentando le lezioni per un quarto di tempo in meno. Oppure che i professori in questo 25% di tempo che non serve ad apprendere, fanno cose inutili che non servono a nulla. Non ho molte altre alternativeLo so che una bocciatura è dura da digerire ma continuare sempre a giustificare tutto, a trovare escamotage a ogni legge o obbligo e in questo caso particolare in cui l'apprendimento è l'unica cosa che veramente può fare la differenza un domani tra l'occupato e il disoccupato, dovrebbe farci pensare un po' invece di fare ricorsi che sicuramente verranno vinti alla faccia di chi ritiene che la scuola dovrebbe essere uno dei pilastri della nostra vita.