Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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VECCHI

Post n°114 pubblicato il 25 Gennaio 2012 da veuve_cliquot

Rembrandt: Ritratto della madre

Qualche giorno fa è comparsa sui giornali la notizia della scoperta a Roma di un ospizio-lager dove dieci anziani con disturbi mentali (dall’Alzheimer alla schizofrenia alla demenza senile) venivano maltrattati e vivevano in un ambiente con carenze igienico-sanitarie inconcepibili per qualsiasi società che si ritenga civile. Ma quello che faceva maggiormente notare l’articolo era la reazione dei parenti quando la polizia li ha avvisati di andare a riprendere questi anziani: nessuno li voleva più indietro. Brutta espressione, ricorda piuttosto un pacco postale che viene rinviato al mittente. La cosa che trovo orribile è che nessuno di questi parenti si sia reso conto delle condizioni in cui versavano questi anziani nella “casa di riposo” per cui pagavano 1200 euro al mese: vuol dire che li avevano abbandonati senza andarli mai a trovare. Ma il fatto che non li volessero riprendere a casa non lo trovo così immorale. E’ facile giudicare senza rendersi conto delle situazioni familiari.

Tutti gioiamo dei progressi della medicina che ha allungato la vita: non si muore, per lo meno nei paesi più sviluppati, di malattie infettive, si curano l’80% dei tumori, agli infarti si sopravvive. Ma la medicina è assolutamente impotente davanti alla degenerazione del tessuto cerebrale che questo allungamento della vita ci ha regalato. Ma questi anziani, per lo Stato, sono solo pensioni, per la maggior parte minime, che deve erogare. E questo davanti a una struttura di società mononucleare che vive in appartamenti piccoli e appena sufficienti a quella famiglia, e spesso con entrambi i coniugi che lavorano. Lo Stato ci dice solo che la vita si è allungata e che quindi deve aumentare l’età in cui si va in pensione, ma la maniera in cui si è allungata la vita, allo Stato interessa poco: che sia un brillante 90enne che ancora riesce a vivere da solo o un malato di Alzheimer, a lui non interessa. A lui interessa solo che deve erogargli una pensione: che poi sia sufficiente per l’anziano in buone condizioni psicofisiche o assolutamente insufficiente per chi deve essere seguito minuto per minuto, non è affar suo. E spesso le famiglie si ritrovano a dover gestire questi anziani, difficili da un punto di vista psicologico ma spesso ingestibili da un punto di vista finanziario. Per lasciare nella sua casa un anziano con questi problemi (che sarebbe la cosa migliore), servono almeno due badanti, e quanti si possono permettere almeno 2500 euro al mese, senza considerare le spese di vitto e le altre spese che la gestione di una casa determina? E i posti che lo stato mette a disposizione nelle proprie strutture, sono assolutamente insufficienti, e quindi tutto ricade sulla famiglia. Conosco famiglie che con sacrifici immani e con grande affetto riescono a fa sì che i loro anziani siano ben curati e seguiti, ma non credo che questo problema debba essere esclusivamente risolto dalle famiglie. E’ un problema che lo stato si deve porre davanti a una situazione che diventa sempre più difficile sia per l’allungamento della vita, sia per l’aumento dell’età pensionabile: andando in pensione prima era possibile anche badare agli anziani: adesso si andrà in pensione quando avremo bisogno noi di essere seguiti. E la crisi attuale, non facilita la situazione. In Italia credo ancora che la famiglia sia un valore per tutti e che gli anziani abbandonati siano veramente una minima percentuale, ma è un problema che nel tempo crescerà sempre più e si arriverà al punto che anche la famiglia più affettuosa si ritroverà nell’impossibilità di poter gestire questi anziani. E’ questo un problema sociale, un problema che tutta la società deve affrontare e cominciare a pensarci già da ora, non quando la situazione sarà a livelli di guardia ormai ingestibili. Invece quello che si vede è una sempre maggiore riduzione dei soldi che vengono erogati per il welfare, pensioni che si ridurranno sempre più negli anni futuri, nessuna politica di sviluppo e di programmazione per i prossimi decenni riguardo alla vecchiaia.

E quando assisto a quelle interminabili discussioni tra bioeticisti laici e cattolici sui problemi di inizio e fine vita,  vorrei che si soffermassero un po’ di più su quello che c’è tra questo inizio e questa fine, su come sia necessario, per quella che si chiama società civile, pensare che non solo la nascita e la morte sono importanti, ma è importante anche vivere e morire dignitosamente. E non è un problema che lo Stato può scaricare sulla singola famiglia.

In tutte le carte sui diritti dell’uomo o nelle encicliche è scritto che la vita è un valore non negoziabile. Ma credo che nemmeno la dignità della vita sia un valore negoziabile.

 

Commenti al Post:
frmango
frmango il 25/01/12 alle 12:12 via WEB
Le contraddizioni della nostra società. La scienza è orgogliosa di dire che la vita si è allungata ma si occupa pochissimo di capire la qualità della vita. Forse centra poco, ma mi viene in mente una nazione dell'Asia, un piccolo stato il cui re, che ha studiato in un università occidentale ha deciso di sostituire la misurazione della ricchezza del suo stato con quello della felicità. Ecco io la trovo una lezione per l'occidente e per tutti noi.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 25/01/12 alle 15:01 via WEB
E' il Bhutan, uno staterello piccolissimo alle pendici dell'Himalaya. Mi rendo conto che questo non è un problema che attiene alla scienza, il suo scopo è vincere le malattie, ma è un problema sociale che non dovrebbe passare sotto silenzio. Mi ricorda molto quando venne approvata la legge Basaglia: bellissima idea chiudere i manicomi, ma poi a chi toccò occuparsi dei ricoverati? E' il solito problema dei nostri governanti, non vedere nulla al di là del proprio naso. E questo è un problema che inciderà molto sul futuro della struttura sociale e familiare. :))
 
lorifu
lorifu il 25/01/12 alle 12:34 via WEB
Mi trovo d’accordo con te. Aldilà delle parole e dei buoni propositi la famiglia non è in grado di sostenere il peso della gestione di un anziano perché rispetto a una volta non esistono più i presupposti perché le famiglie possano farsene carico. Come dici tu è aumentata l’età pensionabile, è pressocchè obbligatorio lavorare per poter sopravvivere, nelle case sempre più piccole non ci sarebbe spazio o nessuno ad accudire queste persone che sarebbero lasciate a se stesse. Aggiungiamoci pure una buona parte di egoismo frutto di una società che almeno fino ad ora ha badato solo ad uno sfrenato edonismo in cui la morte risultava un accidente da esorcizzare. La nostra società in tutti questi anni non si è adeguata ai cambiamenti e il problema anziani è diventato sempre più ingombrante fino a diventare un’incombenza da sbrigare. :-))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 25/01/12 alle 15:15 via WEB
Sapessi le persone che, davanti a queste realtà, sento dire: spero di morire prima di ridurmi così. Ma questa fortuna non è concessa a tutti! Allora è inutile nascondere la testa nella sabbia, bisognerebbe cominciare a darsi da fare, considerando questa evenienza come qualche cosa che può facilmente capitare. Ho conosciuto persone sfinite, ormai totalmente esaurite da una situazione familiare come questa che ormai condizionava tutta la loro vita. E non è giusto rovinare delle vite ancora valide perché nessuno dà una mano e lo stato se ne disinteressa totalmente. La cosa migliore sarebbe tenere questi anziani nelle loro case, non in quei ghetti che chiamano residenze protette, ma aiutare finanziariamente in modo da permettere alla famiglia di poter controllare senza obbligarla minuto per minuto a stare con l'anziano. Credo che il costo sarebbe anche minore e sicuramente non daremmo da mangiare ai delinquenti degli ospizi-lager. :))
 
   
lorifu
lorifu il 25/01/12 alle 18:11 via WEB
Mi chiedo, visto che spesso si sente parlare di infermieri delinquenti di ospizi lager in quanto il fenomeno è molto più vasto di quanto si possa pensare: “dove è andato a finire, non dico il senso di solidarietà umana, perchè quello se non ce l’hai non c’è niente da fare ma un minimo di deontologia professionale che dovrebbe caratterizzare ogni attività umana”. E poi, la tua idea di tenere l’anziano nelle case sostenendolo economicamente potrebbe essere una soluzione anche al degrado che è costretto a subire. :-)
 
     
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 25/01/12 alle 18:38 via WEB
Spesso in questi ospizi c'è gente che la scuola di infermieri non l'ha mai vista nemmeno da lontano. Altro che deontologia, in questi posti manca quel livello minimo di umanità e di pietà che dovrebbe esserci verso gli altri esseri umani. Ma in fondo nella storia certe persone sono sempre esistite: controllavano i campi di concentramento! :))
 
roseilmare
roseilmare il 25/01/12 alle 16:33 via WEB
Più della morte mi fa paura la malattia. Il solo pensiero di dover dipendere dagli altri per una malattia di cui io stessa non ne sono nemmeno consapevole mi terrorizza. Cosa siamo noi? Cosa siamo diventati? Siamo il NULLA. Ho visto i filmati ma non fino alla fine che non ci sono riuscita e ho cambiato canale. Bestie. Auguro a queste bestie, non solo agli infermieri ma anche ai loro parenti, di fare la fine di questi anziani così maltrattati e così indifesi. La ruota gira e, prima o poi, tutto si paga.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 25/01/12 alle 17:34 via WEB
Sì, arrivare al punto di non capire più nulla, terrorizza anche me. Io non ho avuto nemmeno il coraggio di guardare quei filmati, l'idea che esseri umani possano essere trattati a quel modo mi fa nauseare, non sopporto nemmeno che gli animali vengano trattati male, immagina gli esseri umani. Il bello è che chi gestiva quel posto è recidiva: ma non riescono a metterla in galera e a buttare la chiave? :))
 
bluewillow
bluewillow il 25/01/12 alle 19:54 via WEB
Se quello che scrivi è vero, quell'ospizio ha potuto maltrattare quegli anziani proprio per la connivenza dei parenti. Mi spaventa pensare ad una società così disumana, senza empatia.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 09:17 via WEB
La notizia è stata pubblicata dal Corriere della sera di domenica u.s. Senza dubbio la connivenza dei parenti è assolutamente necessaria perché si verifichino certi eventi. Se si andassero a trovare costantemente i propri anziani in queste case, le cose che non vanno si capirebbero subito. Non riesco a capire, per me è assolutamente inconcepibile che si possa gettare un genitore in una casa di riposo e poi non andarlo più a vedere: anceh se lui non ti riconosce, tu continui a riconoscerlo e l'amore che si dovrebbe avere per chi ti ha generato e cresciuto non dovrebbe scomparire solo perché l'altro non è più la persona che avevi conosciuto e non riesce a ricambiarti. Io mi auguro sempre che siano episodi marginali e non l'evoluzione della nostra società. Sarebbe troppo triste! :))
 
trixty
trixty il 25/01/12 alle 22:19 via WEB
Bellissimo post . Sento molto questo problema. Visto questo "insano" allungamento della vita, io sono tra coloro che si augurano di "morire da giovani". Che poi farebbe comodo anche allo Stato, avrebbe una pensione in meno da erogare. Forse la società dei consumi avrebbe un essere pagante in meno. Sono passata al Centro per l'Impiego da poco e ho notato che gli unici lavori richiesti ed in aumento sono quelli assistenziali...
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 09:30 via WEB
Io che sono passata per una situazione del genere (che per fortuna, essendo tre sorelle e potendoci anche permettere una persona che l'accudisse, siamo riuscite a far vivere dignitosamente a mia madre, nella sua casa, gli ultimi periodi della sua vita), la penso esattamente come te. E per chi lo vive, soprattutto amando quella persona, ne rimane assolutamente sconvolto: non essere più riconosciuti da chi ti ha amato più di se stessa, è qualche cosa che colpisce tutto il tuo essere, la tua identità, anche perché continui ad amare quella persona anche se, non è più quella a cui ti legano tutti i ricordi della tua vita passata. E' per questo che credo bisognerebbe, per chi non ha la possibilità, che lo stato lo aiuti a mantenere quella persona nel suo ambiente, tra i suoi familiari. Ed è anche per questo che spero anch'io di "morire giovane" o almeno quando ancora il mio cervello funziona: non vorrei far vivere la stessa situazione a chi mi ama. :))
 
complicemente1
complicemente1 il 26/01/12 alle 09:54 via WEB
Tutto giusto quello che scrivi,sono pienamente concorde con quanto affermi.Anche se una parte di colpa,la darei ai familiari,che non riesco a giustificare molto.L'egoismo personale,a volte fa si che i comportamenti che dovrebbero essere piu' che normali,vedi osservare il tuo caro in che stato è quando vai a fargli visita,possibilmente non annunciata,se è deperito,l'ambiente in cui soggiorna com'è,ecc,...Un caso che mi è capitato di sentire da persone che conosco:per non perdere la vacanza gia' programmata,hanno lasciato contro il parere dei medici,la nonnina in ospedale,rendendosi irreperibili! Io sono rmasta a bocca aperta,...e non aggiungo altro,... Buona giornata MIA
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 11:42 via WEB
Probabilmente quei parenti non andavano mai a trovare quelle persone e se anche andavano facevano finta di non vedere il degrado in cui si trovavano per non avere noie. Ti assicuro che quello che racconti sulle vacanze estive con "parcheggio" del nonno in ospedale è una realtà molto più frequente di quanto non si pensi. Anch'io lo trovo assolutamente inconcepibile: ma come si riesce a godere una vacanza non sapendo proprio nulla di quello che accade al proprio parente? Sinceramente non riesco a capire questa totale mancanza di affetto verso persone che si dovrebbero amare! :))
 
acetosella5
acetosella5 il 26/01/12 alle 11:28 via WEB
Mi ha colpito, in una sezione della mostra sui disegni di Leonardo , l'attenzione dedicata all'attribuzione di dignità e saggezza ai ritratti dei vecchi. A prescindere dal soggetto, credo si attribuisse all'età del rappresentato il significato di valore aggiunto. La vita era forse più breve, ma la sua ultima parte era considerata degna di rispetto.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 11:54 via WEB
Una volta la persona anziana veniva considerata apportatrice di esperienza e saggezza: i nipoti ascoltavano i racconti dei nonni, stavano con loro. Adesso vedi mai un genitore che dice al proprio figlio di andare a trovare i nonni, rinunciando magari al videogioco o a uscire con gli amici? Non sia mai detto! Forse sono utili quando il bimbo è piccolo e la mamma lavora, ma poi i nonni vengono in genere dimenticati. Ma spesso un atteggiamento del genere lo vedo anche al lavoro da parte dei giovani: il collega anziano non viene visto come apportatore di esperienza, cpme qualcuno da cui si può apprendere qualche cosa. Molti giovani sono pieni di se stessi, senza dubbio molto più capaci con le nuove tecnologie, ma l'esperienza che si acquisisce con gli anni di lavoro è qualche cosa che prescinde dalle nuove tecnologie. E in questa visione di se stessi sono aiutati molto dai mass media che ci danno un'immagine del mondo esclusivamente abitato da persone giovani, belle, desiderabili, vincenti, relegando gli anziani alle pubblicità di dentiere e pannolini! La vecchiaia e tutto quello che ne consegue è qualche cosa da rifiutare, da relegare nel dimenticatoio, altro che valore aggiunto! :))
 
   
acetosella5
acetosella5 il 27/01/12 alle 12:53 via WEB
E' l'epoca della contraddizione. Si titilla con medicina estetica, pubblicità, programmi, offerte, il desiderio di immortalità che ci portiamo dentro, e poi si vanifica il peso dell'esperienza, il valore degli anni dimenticandosi l'esistenza di chi sopravvive..
 
Vince198
Vince198 il 26/01/12 alle 11:48 via WEB
Questa della vecchiaia "assistita" è un tema di vecchissima data e spesso doloroso, per tanti motivi fra cui quelli di tipo economico. Per non parlare dei maltrattamenti.. Chi riesce a rimanere in famiglia è fortunato, chi no dovrà sopportare un'infinità di difficoltà. Dalle mie parti, qualche anno fa, hanno trovato in una casa di ricovero poveri vecchietti legati al letto, maltrattati e denutriti, escrtementi dappertutto, sèporcizia etc..
Le pene, in questi casi, a mio avviso non sono molto severe e, fra corsi e ricorsi, spesso gli imputati se la cavano con per l'appunto pene miti e risarcimenti non poropriamente adeguati. Putroppo, come ben sai, gli enunciati - belli e condivisibili - spessissimo non trovano applicazione pratica, tante volte per l'ingordigia, l'egoismo umano. Io abito nella mia casa da oltre 30anni e spero di rimanerci per altri 30 ancora (mi faccio un buon augurio..^__*) e in buone condizioni di salute. Anche se una "bottarella" l'ho presa nell'ottobre del 2010, veuve_cliquot. In quell'occasione il primario della divisione di cardiologia dove fui ricoverato, mi disse che in Italia sono circa 200mila all'anno, se non ho compreso male, le persone che subiscono un infarto, lieve, grave (come il mio) o fatale (tocco "lì".. per il futuro). Da questo punto di vista sicuramente la vita media s'è allungata, non poco.
Ciao, Vince
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 13:17 via WEB
Ormai dovresti farcela per gli altri 30 anni che ti auguro! Dopo la prima "bottarella" in genere si entra nella "spirale di violenza" di controlli, prove da sforzo...e anche chi vuol morire beatamente di un colpo non ci riesce più! Sto scherzando, ammiro i progressi della scienza ed è giusto controllarsi periodicamente. Peccato che la scienza non abbia fatto invece quasi nessun progresso sulle malattie nervose degenerative che sono quelle che personalmente mi fanno più paura forse proprio perché so che non c'è nessuna cura, nessuna prevenzione (le stupidaggini sui giochi per stimolare la memoria servono solo a far arrichhire chi li vende) e colpisce un po' tutti, da chi ha vinto il nobel a chi sa appena scrivere. Come ho già detto ho trovato assolutamente vergognoso che la tenutaria di questo ospizio era già stata arrestata tre anni fa per un caso simile: ma come faceva ad essere già fuori e ripetere il danno? Dovrebbe stare in galera buttando via la chiave! :))
 
   
Vince198
Vince198 il 26/01/12 alle 14:32 via WEB
".. Peccato che la scienza non abbia fatto invece quasi nessun progresso sulle malattie nervose degenerative che sono quelle che personalmente mi fanno più paura.."
Non solo a te, veuve_cliquot, non solo a te..
Un cugino di mia moglie (ha 65 anni) ha la Sla, come anche un mio compagno di liceo.. Non oso neanche pensare come vivono i loro familiari!
Fino a poco tempo fa, in particolare, riuscivo a scambiare quattro chiacchiere al cell con Mario, il mio compagno di liceo, un bravo notaio ora "ridotto" su una sedia a rotelle. Adesso non parla più.. É vero che la scienza non fa progressi molto significativi nello studio di questa malattia e di altre di origine nervosa, anche se ho letto che recentemente hanno individuato una delle cause che scatenano questo male, ma non è certo il massimo quel che riescono ad ottenere. Mancanza di fondi, di studiosi capaci? Non so, non so.. Chissà quanto tempo ci vorrà ancora per venirne a capo o avere qualche dubbio in meno, chissà..
Quando penso a Mario mi sento anche io come un essere indifeso di fronte a questi eventi che non possiamo certo evitare quando accadono.. ^___^
 
     
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 20:52 via WEB
Fino a 20-30 anni fa, le malattie degenerative del sistema nervoso non erano così numerose in quanto esse sono secondarie all'allungamento della vita (come alcune forme di tumore, quello ovarico, quello prostatico o laringeo che sono tumori dell'età avanzata). Sconfitte vecchie patologie, adesso ci troviamo davanti a nuovi tipi di malattia relativamente nuove per la scienza. Forse un giorno essa troverà delle cure per queste patologie, ma, evidentemente, siamo nati troppo presto! :))
 
 
diogene51
diogene51 il 26/01/12 alle 14:49 via WEB
Stai tranquillo, su questo, un mio cognato (che ora ha la bella età di 94 anni, portati discretamente) ha subito un infarto a 45 anni...quindi anche quando c'erano supporti medici meno sofisticati di oggi...Non conosco la tua età, ma mi pare che non dovresti troppo preoccuparti...
 
   
Vince198
Vince198 il 26/01/12 alle 15:39 via WEB
Infatti non mi preoccupo tantissimo, anche se un caso per quanto "sostanzioso" come quello che hai descritto non è certo una... statistica! Anzi le statistiche dicono ben altro.. Vado per i 62 (ad agosto) e comunque mi riguardo secondo le indicazioni datemi da medici e specialisti. Finora le cose sono a posto, solo dovrò essere io costante e pignolo in tutto quel che riguarda cura quotidiana, diagnosi e prognosi! Ciao, Vince
 
asettica2011
asettica2011 il 26/01/12 alle 12:25 via WEB
Mi permetterei di aggiungere che questo gravoso problema è sentito anche da coloro che hanno un disabile in casa e sotto un certo punto di vista in misura più grave del problema anziano, che vuoi o no è sicuramente più all'attenzione dello Stato, essendo la nostra una società in netto invecchiamento. Ci sono famiglie che devono gestire problematiche non indifferenti senza un supporto adeguato del servizio domiciliare a cui le leggi demandano. E' sempre facile giudicare e parlare, ma ci sono delle realtà che solo i più coraggiosi riescono a ben gestire.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 13:25 via WEB
Certamente, il welfare italiano fa acqua da tutti i lati, siamo bravi solo a dare pensioni di invalidità a chi è più valido di me! Ho letto libri che parlano di strutture riabilitative negli Stati Uniti che realmente ottengono con i disabili dei risultati incredibili. In Italia, con quel bel preconcetto che non si devono discriminare i bambini con handicap, li si mette nelle classi normali dove vengono abbandonati a se stessi, pur con tutta la buona volontà della maestra o dell'insegnante di appoggio, poche ore settimanali. Questi sono bambini che hanno bisogno di cure speciali, di persone che si dedicano a loro ogni momento, che devono intraprendere un percorso diverso da quello dei bimbi senza handicap. Per loro la scuola diventa solo un parcheggio, non un luogo dove poter migliorare. :))
 
diogene51
diogene51 il 26/01/12 alle 14:59 via WEB
Complimenti per il tuo post...è un problema molto grave quello di cui parli e lo fai mi sembra con molto equilibrio. Non ho visto il fimato e non sapevo della cosa, ma dici bene che non bisogna demonizzare... Del problema degli anziani nessun governo mi pare se ne sia occupato con realismo e un minimo di efficacia. Ora hanno negato anche la modesta rivalutazione delle pensioni sopra i 1000 euro (mi pare) che in tanti casi rappresentano uno dei mezzi per potersi pagare una sopravvivenza. Vivo questo problema in relazione a mia madre e quindi so bene di cosa si parla. Probabilmente è più facile ottimizzare i parametri vitali e quindi portare un anziano a vivere molti anni che riuscire ad annullare o rallentare il decadimento cognitivo. Su questo problema gli studi sono insufficienti, le prospettive modeste l'industria farmaceutica non investe...
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 21:27 via WEB
E' un problema che più si va avanti, maggiore diventerà. Basta guardare le statistiche sui tassi di invecchiamento che aumentano vertiginosamente. Per contro, questo tasso di invecchiamento non viene bilanciato da un altrettanto elevato tasso di natalità, cioé di coloro che con il loro lavoro dovrebbero consentire cure adeguate agli anziani. E forse qui bisognerebbe ripensare anche al ruolo dell'immigrazione che potrebbe essere una soluzione (so già che Vince non è d'accordo! :)) ). L'Italia fra qualche decennio sarà un paese di vecchi, con tutto quello che questo fatto comporterà, soprattutto da un punto di vista non solo pensionistico ma di risorse sanitarie, e non porsi ancora il problema potrà portare solo a situazioni catastrofiche. Grazie! :))
 
Lolablu7
Lolablu7 il 26/01/12 alle 21:16 via WEB
Con quanta onestà intellettuale hai affrontato questo problema!Siamo al paradosso che dovremmo augurarci di morire per primi nella coppia per non temere la solitudine della vecchiaia,che è un dato di fatto.Io credo che si sia perduta la percezione del "bisogno" dell'essere umano. “La disperazione della vecchia” Baudelaire. "La vecchietta raggrinzita si sentì rallegrar tutta vedendo quel bel bambino al quale tutti facevan festa, al quale tutti volevano piacere; quell’esserino grazioso, fragile come lei, la vecchietta, e come lei senza denti e senza capelli. Gli si avvicinò, gli volle far sorrisi e moine. Ma il bambino spaventato si divincola sotto le carezze della decrepita vecchina, e riempiva la casa di guaiti. Allora la vecchietta si ritirò nella sua eterna solitudine, e piangeva in un cantuccio dicendo: - Ah! Per noi, disgraziate femmine vecchie, è passato il tempo di piacere, anche agli innocenti; e facciamo inorridire i bambini che vorremo amare!" Sorridiamo,che è meglio:-)))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 26/01/12 alle 21:39 via WEB
Non conoscevo questa poesia di Baudelaire, tristemente bella! Io spero di morire prima delle persone che amo: prenderei "due piccioni con una fava": morirei circondata da chi mi ama e mi risparmierei il dolore di veder morire uno di loro. Lo so, è un pensiero molto egoistico se ci si pensa un po'. Peccato non si possa scegliere! :))
 
avvbia
avvbia il 26/01/12 alle 23:17 via WEB
Si cara veuve si. Tu hai esaminato il problema sotto il profilo sociale e psicologico! io lo avevo trattato più sotto il profilo soggetivvo e personale come ricorderai. Il problema,però,c'è.E non possiamo credere che lo stato-che garantisce poco poco-ci possa pensare. E neppure la famiglia c.d. allargata ci pensa. E' un problema quindi. Non tutte le figlie sono come mia moglie che ha tenuto i genitori anziani semi invaldii a casa( in realtà nel piano di sopra..) fino all'ultimo giorno..Ma in sicilia per la verità i nonni i genitori anziani si tengono a casa... Ciao.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 27/01/12 alle 15:34 via WEB
Sarebbe quello che si dovrebbe fare e che veniva fatto fino a non molto tempo fa. Ma ora, con la donna che lavora e gli appartamenti ridotti al minimo indispensabile, gestire queste persone è veramente difficile. In Sicilia la percentuale di donne che lavorano è ancora molto bassa ma quando il numero delle donne lavoratrici aumenterà, credo che il problema arriverà anche da voi. Qui al nord si ricorre alle badanti, magari andando a controllare giornalmente cosa succede. Ma spesso una badante determina un carico economico che non tutti possono permettersi. Ed è qui che lo stato dovrebbe intervenire integrando se non c'è la possibilità di gestirsi autonomamente. In questi tempi di crisi anche dare quel poco da aggiungere alla pensione della madre, per chi guadagna poco o è in cassa integrazione, diventa difficile. E' un problema che senza dubbio esploderà e non vorrei che questo portasse a sempre più ospizi-lager. :))
 
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Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

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Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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