Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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GIOVANI

Post n°115 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da veuve_cliquot

Miniatura medioevale: Università

 

In questi giorni, in conseguenza dell’infelice frase del vice ministro del lavoro, si parla molto di giovani e di università. Ma vorrei raccontare un fatterello personale: proprio nei giorni scorsi, chiacchierando al telefono con la mia migliore amica (che sfortunatamente non abita nella mia città), mi dice che il figlio, laureatosi a Luglio in architettura, ora lavora. Lavora a 200 km da casa sua per uno stipendio di 1200 euro, presso uno studio di architettura. Il commento di sua madre è stato: è poco, ma è giusto che inizi a lavorare e si faccia un’esperienza. Premetto che la madre è una persona che sta piuttosto bene economicamente. Adesso vi parlo un po’ di questo ragazzo: presa la laurea breve in tre anni, chiese a sua madre “un anno sabatico” e per sei mesi se ne andò negli Stati Uniti per imparare bene l’inglese e riuscì a mantenersi facendo il muratore e il cameriere. Poi tornò in Italia e continuò a guadagnare qualche liretta con dei lavoretti fra cui quello di modello fotografico (è un bel ragazzo). Si è quindi iscritto ai due anni successivi di università e il secondo anno, in uno scambio di studenti tra università, è andato per un anno a lavorare (solo vitto e alloggio) in uno studio di architettura di Shangai. E’ ritornato in Italia, si è laureato e ora lavora a 1200 euro al mese, lavoro di cui è felicissimo. Lavora lontano da casa e divide un appartamento di due stanze con un amico di liceo che è ingegnere.

Perché ho raccontato tutta questa storia? Forse per scandalizzare qualcuno che un ragazzo con laurea e con queste esperienze ora lavora per una cifra simile a quella di un operaio? No, sia io che sua madre commentavamo che era giusto che lavorasse anche per questa cifra minima (la madre potrebbe mantenerlo senza problemi) perché così entrava nel mondo del lavoro, faceva esperienza e senza dubbio avrebbe poi trovato qualche cosa di meglio. Dimenticavo, questo ragazzo ha 26 anni e si è laureato alla facoltà di architettura di Milano. Sua sorella dopo la laurea in scienze motorie ha seguito un corso pluriennale di osteopatia, pagandosi gli studi facendo l’insegnante di nuoto, e ora ha aperto uno studio che funziona piuttosto bene.

Potrei dire lo stesso di mio nipote che dopo i tre anni a scienze politiche ha trovato lavoro presso una casa editrice a 1200 euro al mese (deve essere una retribuzione standard) e intanto prosegue all’università per portare a termine gli altri due anni in perfetta linea con gli esami. O di sua sorella che è  entrata in banca dopo un concorso in cui non ha avuto nessuna raccomandazione (essendo figlia di mia sorella, di questo sono sicura),e che ora è riuscita, dopo 4 anni di contratto a tempo definito ad aver rinnovato il contratto a tempo indefinito. La compagna di mio nipote, laureata in matematica, insegna come titolare di questa materia in un liceo.

Ma solo io conosco ragazzi che vengono da un altro pianeta? O sono ragazzi che si sono impegnati tantissimo (di questo sono sicura), che non hanno mollato, che piuttosto sono andati via da casa capendo che rimanere sotto casa li avrebbe penalizzati (anche i figli di mia sorella non lavorano dove abita la madre), o forse non appartengono alla categoria degli sfigati. Ma forse “sfidare la sfiga” potrebbe essere una soluzione. Forse pensare che anche se ci si laurea in scienze politiche questo non implica automaticamente un posto in un’ambasciata, o se architetti la proposta di costruire il nuovo centro culturale di Berlino ma si può anche cominciare a lavorare in una piccola casa editrice o in un piccolo studio di architettura a 1200 euro al mese, che questo è solo l’inizio e l’esperienza porterà in futuro qualche cosa di meglio.

Questi ragazzi di cui vi parlo sono ragazzi concreti, che hanno programmato il loro futuro, che hanno lasciato blaterare le loro mamme quando andavano lontano (tanto c’ero io che le dovevo consolare al telefono!), che hanno capito che il lavoro non ti viene a cercare ma devi essere tu che lo cerchi e accetti, almeno all’inizio, delle paghe non certo all’altezza dei propri studi e lontano da casa. Evidentemente in queste storie c’è un mix di capacità, forte impegno negli studi, volontà, accettazione, capacità di vedere oltre e di prendere come esperienze da sfruttare, le situazioni attuali. Evidentemente dietro alle spalle hanno avuto famiglie che li hanno sostenuti in questi loro sforzi, che hanno avuto fiducia in loro, che hanno dato loro coraggio: sapevano che, se andava male, c’era sempre il “paracadute”. Ma del “paracadute” non hanno avuto bisogno, hanno solo utilizzato la fiducia che da questo affetto derivava loro.

In fondo io credo che chi vale, prima o poi, riesce a far vedere questo valore; basta non lasciarsi andare, continuare a lottare, non pensare solo che va avanti chi ha raccomandazioni: forse per queste persone tutto sarà più facile, avranno il posto sotto casa e uno stipendio iniziale più decente. Ma è inutile continuare a rimuginare questa manfrina, queste persone esistono e nella nostra Italia sono ineliminabili ma i giovani non devono farsi scoraggiare da queste situazioni, devono andare avanti sapendo che prima o poi chi vale avrà la sua parte. E magari, vedere le cose da un punto di vista differente: invece di parlare di “sfruttamento”, perché non parlare di “prima occasione”? Forse riuscire a dare alle parole un significato diverso e vedere le cose da un punto di vista differente, potrebbe essere un piccolo aiuto.                         

 

Commenti al Post:
artchoker
artchoker il 27/01/12 alle 14:35 via WEB
Ottimo post, hai centrato l'argomento. Farei solo una piccola aggiunta, frutto di esperienza personale. E' giusto che il ragazzo lavori per quella cifra, ma il brutto è che c'è il rischio che tale rimanga per anni, con minimi aggiustamenti. Mio figlio, laureato benissimo ecc.ecc. sono quasi 15 anni che lavora per poli culturali e museali tra i più importanti della nostra città, praticamente dai tempi dell'università, e talvolta anche in posizioni di responsabilità. Però la cifra annuale, dedotte tasse inps iva e tutti gli ammenicoli vari, rimane sempre una cifra minima che gli permette appena (ora è sposato) di barcamenarsi alla menopeggio sommando gli introiti della moglie.
E tutto sommato non c'è da lamentarsi, visti i tempi, perlomeno non è a spasso. Però, questa è la situazione.
In ogni caso, ben venga il fatto che esistono ragazzi come quello di cui parli, ce ne fossero!
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/01/12 alle 11:46 via WEB
Presumo che il lavoro di tuo figlio rientri in quei lavori statali-parastatali che ormai da anni hanno aumenti che non coprono nemmeno l'inflazione e che in cambio del cosiddetto posto sicuro hanno stipendi minimi. E sicuramente il fatto che sia sposato gli impedisce di potersi spostare. Ma come giustamente dici, per fortuna ha un lavoro anche se deve contare anche sull'introito della moglie. In effetti in Italia ormai ci si barcamena solo se entrambi i coniugi lavorano: la soglia di povertà viene superata solo se si sommano due stipendi. Ma ti sembra giusto? Grazie. :))
 
roseilmare
roseilmare il 27/01/12 alle 17:54 via WEB
E' sempre sbagliato fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono tanti ragazzi brillanti e volenterosi che, come quelli che ben hai descritto nel post e a cui vanno i miei complimenti, sanno farsi strada nella vita per loro meriti personali e per la disponibilità al sacrificio. Questo fa loro onore. Quello che mi permetto di dire è che, se è vero che non tutti sono raccomandati, oggi rispetto a ieri, è più difficile riuscire a entrare nel mondo del lavoro a parità di condizioni. Aggiungo che è difficile entrare anche, a mio parere, per un altro motivo. Il livello di istruzione universitaria si è molto abbassato. Pensa che arrivano domande di assunzione di ragazzi, laureatisi con 110 e lode in giurisprudenza o in economia e commercio, che non sanno che agli uffici pubblici si accede mediante concorso. Ma si può?
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/01/12 alle 11:59 via WEB
Il concetto di istruzione universitaria per tutti è un concetto magnifico in teoria, ma che ha portato ad abbassare notevolmente il livello di istruzione. Questo ha fatto notevolmente comodo allo stato che da un lato considera come parcheggio l'università (gli studenti non rientrano nelle statistiche dei disoccupati), dall'altro, pur caricando tutte le spese sui genitori, poi richiede un rimborso se si vogliono riscattare gli anni dell'università. Ma in quegli anni, lo stato quanto ha speso per quegli studenti dato che poi vuole un rimborso? Da noi l'università non ha mai applicato il concetto di meritocrazia e selezione dei migliori: come mi disse un mio vecchio maestro, anche una scimmia alla fine si laurea, magari ci metterà di più, ma nelle nostre università può farcela! E questo determina episodi come quello che racconti! :))
 
Lolablu7
Lolablu7 il 27/01/12 alle 19:57 via WEB
Come è vero quanto affermi!Ci sono ragazzi in gamba che,nonostante le difficoltà,non mollano.Ragazzi che hanno una forte dignità e che,pur di non pesare sulle famiglie,rallentano magari il corso di studi,ma poi raggiungono il traguardo.Ragazzi che sanno accontentarsi!Non serve piangersi addosso.Condivido,però,anche il timore di artchoker!:-))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/01/12 alle 12:09 via WEB
Io credo che in Italia di ragazzi in gamba ce ne siano moltissimi anche se poi la maggior parte viene penalizzata, secondo me, da un'idea che ormai è ampiamente superata in questo modo globalizzato: il posto fisso sotto casa. E' un concetto di lavoro con cui sono cresciuti ma che ora deve essere dimenticato: è assolutamente necessario conoscere bene altre lingue ed essere disposti ad andare dove il lavoro c'è. Ma questa è un'idea che deve superare tutto un concetto di società improntato sulla "famiglia chioccia" tipicamente italiana. Qualche tempo fa è uscita sui giornali una statistica che valutava come si cerca lavoro: l'Italia risultò al primo posto in Europa per ricerca attraverso le conoscenze personali e familiari. :))
 
   
Lolablu7
Lolablu7 il 28/01/12 alle 16:36 via WEB
Sapessi come si paga il non piegarsi al clientelismo in alcune realtà!Ragazzi onesti che non accettano compromessi pagano con cocenti delusioni, e con le loro elaborazioni personali dell'accaduto, il non piegarsi!E' accaduto a me tanti anni fa e accade oggi, ancora più spesso.Io ho saputo reagire,ma non per tutti è così.Per questo detesto i facili giudizi!:-))
 
     
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 09:51 via WEB
Credo che nessun lavoro debba essere considerato un compromesso, anche se non corrisponde a quello che si sognava di fare. Penso che i compromessi inaccettabili debbano rientrare nel campo dell'etica personale. Io credo che non accetterei un lavoro in cui mi si chiede di firmare una lettera di licenziamento non datata: questo è un compromesso inaccettabile! E queste sono cose che bisognerebbe denunciare. Ma lavori onesti anche se pagati poco e a tempo determinato dovrebebro essere considerati delle opportunità e non dei compromessi. :))
 
rteo1
rteo1 il 27/01/12 alle 21:27 via WEB
Sono delle belle storie di vita. Mi sono piaciute e mi fanno ben sperare per il fututo. Noi, però, abbiamo il dovere di creare degli ostacoli a coloro che senza avere adeguate capacità mirino ad incarichi di responsabilità perchè altrimenti vanifichiamo tutti quei sacrifici dei giovani volenterosi. E dovremmo anche sanzionare in modo serio e concreto i tanti nepotismi, quando consentano soltanto di perpetuare dei privilegi senza profitto per la comunità.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/01/12 alle 12:17 via WEB
Credo che le cose che dici siano solo un'illusione, per lo meno nei posti pubblici: in genere il privato tende molto meno ad assumere raccomandati o, per lo meno, la quota è molto minore. Quello di cui tu parli implica un totale cambiamento di mentalità, una mentalità che risale al rinascimento quando venne coniato il termine "nepotismo". E io credo che l'Italia sia sull'orlo del fallimento proprio perché nei posti chiave della politica e dell'amministrazione pubblica sono sempre state messe persone assolutamente incompetenti (non per nulla quello che penalizza l'Italia è proprio il debito pubblico), arrivate lì per parentele o per raccomandazioni. Penso sia questa la piaga maggiore dell'Italia, ma è una piaga che io credo sia molto difficile da curare! :))
 
J_SEE_YOU
J_SEE_YOU il 28/01/12 alle 08:05 via WEB
...che i figli siano lontani da casa non mi importa molto,anzi nel caso di mia figlia ero meno preoccupato quando ha vissuto un anno a shanghai ad ora che vive dall'altra parte di milano ...quello che conta,sono le persone che incontri nella vita ,lungo la strada...quando ancora sei all'università devi darti da fare per cercare contatti che sono fondamentali per qualsiasi lavoro : ciao )
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/01/12 alle 12:34 via WEB
Chissà se il figlio della mia amica e tua figlia non si conoscono! :)). Hai perfettamente ragione quando parli di come sia importante cominciare a farsi dei contatti fin dai tempi dell'università, cominciare a guardarti intorno, prendere quelle possibilità che, anche se scarse, le università italiane propongono. Credo che per fare una valigia e andare a vivere un anno in Cina, ci voglia un bel po' di coraggio o forse di sana incoscienza, ma penso che sia un'esperienza unica sia da un punto di vista lavoratico che psicologico: così lontano da casa DEVI imparare a sbrogliartela da solo e questo ti aiuterà successivamente anche nella vita, non solo nel lavoro. Anch'io dopo la laurea, non trovando lavoro in Italia, me ne sono andata qualche anno all'estero, anche se in Europa, e ti assicuro che per me è stata l'esperienza più importante della mia vita (immagina che prima di andare all'estero non avevo mai dormito una notte fuori casa, a quei tempi, e in una famiglia vecchio stampo come la mia, non si usava che le figlie femmine potessero non rientrare la notte o fare le vacanze da sola). In questo modo, oltre all'esperienza lavorativa ho fatto un'esperienza di vita incredibile, ho conosciuto persone di culture diverse, ho condiviso con loro momenti della mia vita, ho imparato che il "diverso da me" in fondo mi somiglia più di quanto non si pensi e che la cultura differente non è qualche cosa che ci divide ma qualche cosa che bisogna comprendere prima di giudicare. Ricordo quegli anni come i più formativi della mia vita! :))
 
frmango
frmango il 28/01/12 alle 11:27 via WEB
Passione e impegno ripagano nel tempo quasi sempre. La rabbia ti assale quando vedi i raccomandati figli di papà che non stanno alle regole del gioco. Purtroppo l'Italia è così. L'unica soddisfazione è chiamarli per il loro vero nome str.....
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 28/01/12 alle 12:43 via WEB
E' giusto indignarsi, ma non farsi sopraffare da questa rabbia. E' questa una piaga italica difficile da curare e credo non ci siano molte altre alternative se non chiamarli come dici tu (epiteto perfetto per queste persone). E non credo nemmeno che la giustizia divina li colpirà: in genere la fortuna iniziale li accompagna in tutta la loro carriera lavorativa. Combatterli? Ben difficile, loro avranno sempre chi li proteggerà e in genere chi denuncia certe cose è poi il perdente che viene allontanato. Ma finché non combinano danni, può ancora andar bene. Il problema è che spesso, proprio per raccomandazioni e conoscenze, raggiungono posti di comando in cui l'incompetenza determina vere catastrofi. Ma tanto l'Italia è la patria del "nessuno è responsabile"...cosa vuoi di più? :))
 
lorifu
lorifu il 28/01/12 alle 18:09 via WEB
Hai detto molte cose giuste anche se su questo argomento ci sarebbero diversi ragionamenti da fare e molte realtà da valutare. Che il problema sia grave in generale è un fatto, che avere la laurea al giorno d’oggi non significhi garantirsi un lavoro è assodato, che la laurea comunque faccia la differenza è innegabile. I ragazzi che tu hai citato senz’altro non sono la maggioranza, che abbiano solide basi alle spalle e ambienti stimolanti si capisce ma il denominatore comune è l’intraprendenza, la voglia di fare e l’umiltà. E non mi pare poco. Hanno le carte in regola per guadagnarsi un posto nella vita perché hanno capito che niente arriva per caso, tutto si guadagna e checché se ne parli o dica ci vuole serietà e impegno. Ai miei allievi, (Istituto professionale) ho sempre detto che al giorno d’oggi la flessibilità è indispensabile, che nella loro vita lavorativa cambieranno più e più volte lavoro e che l’idea del posto fisso è una realtà ormai lontana. Penso che i nostri giovani abbiano bisogno di esempi, di motivazioni e di famiglie alle spalle che li sappiano sostenere che non significa mantenere ma far capire loro che l’autonomia economica si conquista un po’ alla volta anche attraverso i lavori più umili e misurandosi in campo lavorativo in itinere, durante il percorso di studi in modo che l’approccio col mondo del lavoro avvenga gradualmente. Ciao, loretta
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 10:01 via WEB
Hai trovato la parola giusta: "flessibilità". Il problema in Italia credo sia proprio questa mancanza di flessibilità in una struttura societaria che non ha saputo adattarsi ai cambiamenti di una società ormai globalizzata. In una società come la nostra in cui ancora il concetto di famiglia che dovrebbe essere solo luogo di affetti e sentimenti, è invece "àncora" a cui aggrapparsi, il cammino dei giovani è ancora più difficile. La famiglia dovrebbe "sostenere" ma non "tenere". Il lavoro bisognerebbe andare a cercarlo dove c'è, è inutile rimanere ancorati al proprio paese d'origine se questo paese ormai non offre più prospettive! Bella analisi, grazie! :))
 
briccone2005
briccone2005 il 28/01/12 alle 19:01 via WEB
io rientro tra i giovani sfigati, con una piccola differenza però che lavoro da quando avevo 19 anni e non prendere la laurea è stata una mia scelta, detto questo chi si lamenta di non trovare lavoro è perché non vuole lavorare, non si può pretendere (per restare in tema) di portare una nave da crociera quando non si sa tenere neanche il timone di una barca piccola!! la gavetta come si usava una volta bisogna farla anche con una laurea in tasca... buon sabato ^____^
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 10:09 via WEB
Permettimi prima di farti i complimenti per quello splendido cucciolone che tieni fra le braccia (labrador?). Se si lavora, è ben difficile laurearsi nei tempi giusti. Ma io credo che l'esperienza lavorativa che si accumula prima della laurea possa essere d'aiuto poi nel cercare lavoro da laureati o ad andare avanti nella stessa azienda in cui già si lavora. Lo so che è un concetto che non piace ma ci sono molte aziende o banche che non fanno diventare dirigenti chi non ha una laurea, quindi non è poi esatto dire che una laurea non serve a nulla, tutte le statistiche riportano che generalmente guadagna di più chi ha un titolo di studio. Poi, evidentemente, esistono casi particolari di chi, pur non avendo titoli di studio riesce, magari mettendo su aziende o capitalizzando un'idea, a guadagnare molto. Ma credo che queste siano persone rare e speciali. Grazie :))
 
Vince198
Vince198 il 28/01/12 alle 20:05 via WEB
Credo che tutte queste difficoltà dipendano anche da criteri di selezione che, a volte, sono superficiali e, conseguentemente, entrano in gioco le cosidette "vie traverse" ("capisci a mme.." *__^).. Non per voler fare polemica ma, ad es., gli esami per le promozioni in magistratura sono una specie di farsa: li supera praticamente il 99.6% dei candidati!!! Allora qualcosa non quaglia a mio avviso..
E non credo che in altri comparti pubblici ci sia, tranne casi particolari, ci sia una grande severità. Per quel che riguarda la regione in cui vivo, la disoccupazione è abbastanza bassa, però si comincia a far sentire la difficoltà a trovare un lavoro anche qui. Lo vedo a casa mia: due figli lavorano, gli altri due stanno cercando (stiamo..). Intanto fanno volontariato.. Per i giovani sarà ancor più dura anche quando saranno in età pensionabile. Già ora le acque, per le persone che sono in dirittura d'arrivo, si stanno intorbidando, figuriamoci per questi ragazzi! Qui, o cambiano le regole e diventano più flessibili senza impuntamenti "ideologici", oppure tutto diventerà inesorabilmente più complicato. Tanto si sa benissimo che nessun datore di lavoro ha l'obbligo di assunzione e se si irrigidisce questo concetto fra le parti contraenti, le cose non andranno certo meglio..
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 10:24 via WEB
La selezione data da concorsi in Italia è sempre stata una pecca incancrenita dalle famose raccomandazioni. O meglio, in Italia non c'è mai stata una grande selezione nei concorsi pubblici. Con quel concetto che tutti dovevano aver accesso a tutto, alla fine ci siamo trovati pletore di incompetenti su tutto. Ma forse bisognerebbe anche abbandonare un po' quell'idea che hanno i genitori di dire "mio figlio faccia quello che vuole, solo così sarà felice nella vita". Sinceramente, con i chiari di luna attuali, credo che invece di felicità, si ottiene solo frustrazione. Io mi chiedo: ma servono in Italia così tanti filosofi, psicologi, letterati, storici, avvocati? Non sarebbe meglio puntare su ingegneria, matematica, chimica, fisica, medicina, farmacia, economia? Ma chi si iscrive a filosofia, cosa pensa di fare dopo la laurea, il filosofo? Io capisco che la filosofia è una materia che attira moltissimo chi si sente portato a riflettere sull'umanità, ma non è che faccia mangiare molto. Allora, avere un po' di sano pragmatismo non sarebbe meglio? Ho un caro amico che ha coltivato per tutta la vita gli studi filosofici pur facendo un lavoro assolutamente tecnico che di filosofico aveva ben poco. La filosofia è stato l'hobby della sua vita, che forse gli ha permesso di vivere meglio (o peggio), ma sicuramente non gli ha fornito i mezzi di sostentamento. Forse i genitori dovrebbero assecondare un po' meno certe scelte magari facendo intravvedere le difficoltà che si avrebbero finiti gli studi. Poi, se il ragazzo è assolutamente convinto, almeno fargli capire che la strada dopo la laurea sarà in salita e forse dovrà accontentarsi di lavori che non sono molto correlati con la sua laurea. :))
 
   
Vince198
Vince198 il 29/01/12 alle 10:58 via WEB
Credo che i genitori abbiano il dovere, soprattutto morale, di dare suggerimenti, ma non imporre alcunchè. Si otterrebbe molto probabilmente l'effetto opposto.
I miei vecchi - mi riferisco a oltre 40anni fa - hanno lasciato a noi figli la scelta e noi abbiamo scelto la vita che volevamo, il nostro futuro.
Va bene che al tempo non c'erano molte delle complicazioni odierne, però credo che ognuno debba essere il principale artefice del proprio destino, pur concordando con le tue più che esaustive perplessità.
 
     
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 11:56 via WEB
Certamente nessun genitore dovrebbe costringere i figli a fare qualche cosa che a loro non piace (perché, anche se volessero, ci riuscirebbero?), ma sicuramente non solo dare suggerimenti, ma far vedere anche quale potrebbe essere il futuro e soprattutto far capire che poi non vale la pena lamentarsi se con un 100 e lode in filosofia si finisce in un call center (delizioso su questo tema il film "tutta la vita davanti"), oppure che si debba andare a 10000 km di distanza. Quanto ai nostri genitori credo avessero molte meno responsabilità dei genitori attuali in questo campo: le possibilità di lavoro nel campo che si era scelto per i propri studi, ai nostri tempi, erano molto maggiori. Io credo che al proprio destino bisognerebbe anche dare un po' la mano e avere un po' più di oculatezza per non finire frustrati e insoddisfatti continuando a lamentarsi che pur avendo una laurea si vivacchia distribuendo volantini. :))
 
     
Vince198
Vince198 il 29/01/12 alle 16:54 via WEB
Come non darti ragione, veuve_cliquot, anche se qualsiasi mestiere va in sè comunque rispettato, a partire dall'operatore ecologico! D'altro canto e per quel che mi riguarda, con quattro ragazzi che ho e due da sistemare, le preoccupazioni non mancano in casa mia. La cosa purtroppo, vista a 360°, è complicata per i genitori e per i figli: se dai qualche consiglio non si sa se si fa bene (ma lo si da lo stesso senza voler apparire oppressivi e/o invadenti), se non lo dai perchè lasci autonomia, sembra che te ne freghi.. Sai, bisogna solo avere molta pazienza, tatto e provare, provare con la massima delicatezza.
Dopo oltre 30anni di matrimonio, ancor oggi ho qualche dubbio, ergo.. cerchiamo di fare del nostro meglio. Sempre. E come me credo qualsiasi genitore che abbia presente ogni giorno il senso della responsabilità familiare ^___^
 
     
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 20:54 via WEB
Credo che camminare sulla lama di un rasoio sarebbe più semplice! :))
 
avvbia
avvbia il 29/01/12 alle 16:01 via WEB
si csra. ho letto il post e x fortuna conosco persone come quelle che hai descritto:che si sacrificano,che nn vogliono tutto e subito,che sanno aspettare,che hanno pazienza. Sai che penso? che quel tizio che ha parlato così(sui 28enni sfigati..) ha i figli raccomandati,che sanno cosa faranno x avere un padre così eccetera. POTEVA STARE ZITTO! l'italia ha bisogno di gente che sa ,ripeto,sacrifiarsi,pure. non di persone che pontificano! ciooo. gino
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 20:59 via WEB
Credo che chi abbia detto quella frase non sia un padre ma un figlio "fortunato". Anche non pensando che abbia avuto raccomandazioni "dirette", il cognome che porta gli apre già automaticamente molte porte che chi ha un cognome anonimo non riesce nemmeno a vedere da lontano! Sapessi le volte che ho sentito all'università la frase "ma lei è parente di...." e "mi saluti tanto suo padre!". Il mio non lo mandava mai a salutare nessuno...potenza di un cognome anonimo! :))
 
roseilmare
roseilmare il 29/01/12 alle 19:01 via WEB
Dopo la laurea, a ventitrè anni e mezzo alla Sapienza di Roma, avevo come aspirazione quella di diventare avvocato. E allora ho frequentato un corso molto duro a Bari. Studiavo dalle sei alle otto ore al giorno tutti i giorni. Ho superato tutti i concorsi ed esami, compreso quello per diventare avvocato ... e dicono che sono raccomandata. (Mi riferisco al commento di Vince) Certo ora è più difficile, lo so anch'io, ma alla lunga la preparazione vera, quella sudata, premia sempre. Non avrei voluto scriverlo ma l'ho scritto per rabbia. La volpe che non riesce ad arrivare all'uva dice che è acerba. Mi riferisco alle raccomandazioni.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 29/01/12 alle 21:12 via WEB
La piaga delle raccomandazioni in Italia è endemica: ai concorsi c'era solo da sperare che il numero dei posti fosse maggiore di quello dei raccomandati. Alla fine se si arrivava terzi senza raccomandazioni, si sapeva di essere stati i più bravi! Però, anche se forse è una misera soddisfazione, sapessi che bello poter dire "non devo dire grazie a nessuno se sono arrivata fin qui". Anch'io non ho mai avuto raccomandazioni eppure sono arrivata al massimo della mia carriera (per andare oltre ho bisogno di appoggi politici che non ho) e tutti i ragazzi che conosco lo stesso: si farà più fatica ma in fondo credo veramente che chi vale ce la può fare anche senza cognomi o conoscenze illustri alle spalle! :))
 
   
roseilmare
roseilmare il 29/01/12 alle 22:44 via WEB
E io come te!:-))
 
 
Vince198
Vince198 il 30/01/12 alle 14:26 via WEB
Non farne un caso personale, Ros! Quei dati sono reali, però c'è sempre chi, con abnegazione, si da da fare e ottiene risultati eloquenti. Non mi sono inventato niente, credimi. Se vuoi puoi leggere un interessante libro in merito, L'Ultracasta del giornalista dell'Espresso Stefano Livadiotti - che ha preso tutti i dati dal Csm - e ti farai un'idea ancor più precisa di quello che avivene in quel "mondo". Ma non è solo in quella specifica situazione che accadono cose un pò "particolari", anche in altri comparti pubblici se ne vedono delle belle.. ^___^
 
   
roseilmare
roseilmare il 30/01/12 alle 21:15 via WEB
Sì ma ci sono tanti giovani che, con la loro bravura, il loro impegno e la loro abnegazione, si faranno strada nel lavoro e nella vita. Poi, ai vertici, è tutto come dici tu ma intanto diamo loro la speranza di un futuro migliore.
 
complicemente1
complicemente1 il 30/01/12 alle 10:58 via WEB
Fortunatamente di ragazzi volenterosi ed entusiasti di entrare comunque nel mondo del lavoro ci sono.Ad onor del vero sento alcuni genitori che sono poco entusiasti che il loro figliolo si adatti a fare lavori non consoni agli studi fatti.Io conosco giovani che così la pensano e si danno da fare comunque,come i casi che hai descritto ed altri che pensano esattamente l'opposto,e sono convinti sia giusto il loro ragionamento:ho studiato per tanti anni voglio lavorare in quello di ambito!Io non ho figli,ma la penserei come la tua amica,farsi le ossa,con umiltà partendo da qualsiasi gradino,credo formi comunque la persona ed è comunque esperienza.Buona giornata
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 31/01/12 alle 16:58 via WEB
Proprio oggi c'è un bell'articolo di Polito sul corriere della sera (lo puoi leggere anche su corriere.it) che parla di questo argomento "Troppo protettivi con i nostri ragazzi", sulle cattive abitudini che hanno molti genitori verso i propri figli, sul "tutto dovuto" che ormai è diventata una religione. Evidentemente fare il lavoro per cui si è studiato è importante, ma se non c'è è inutile aspettare non facendo nulla. E forse, rivalutare il lavoro artigianale potrebbe non essere una cattiva strada per il futuro. :))
 
charquai67
charquai67 il 31/01/12 alle 14:21 via WEB
Io sono inquieto per i "giovani" 45/50 enni che perdono il lavoro e che dovrebbero lavorare fino a 70 anni!!!
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 31/01/12 alle 17:05 via WEB
Infatti, in questo gran parlare del lavoro per i giovani, mi sembra che la fascia di età a cui tu ti riferisci e che perde il lavoro avendo poche occasioni o possibilità di ritrovarlo, stia passando troppo sotto silenzio. Per chi ha una certa età e ha responsabilità familiari, è ben difficile "riciclarsi" o andare all'estero. E mi sembra che tutti i "benefit" fiscali che stia dando il nuovo governo per giovani o donne, lascino completamente fuori queste persone, senza lavoro e senza nemmeno l'anzianità per la pensione. Hai ragione quando dici che è un problema che non dovrebbe passare sotto silenzio, ma dovrebbe essere seriamente affrontato. :))
 
   
charquai67
charquai67 il 02/02/12 alle 10:48 via WEB
Grazie! Mi sentivo un po' un "marziano" a pensare ai problemi dei 40/50 enni..!
:-)
 
acetosella5
acetosella5 il 01/02/12 alle 12:22 via WEB
Sono d'accordo e condivido che l'impegno e la serietà prima o poi paghino. Purtroppo ho visto anche giovani che, probabilmente non supportati da sufficiente autostima, o da famiglie solidamente strutturate, si sono lasciati andare in una quieta e impalpabile depressione. Sono convinta, come te, che la spinta personale sia fondamentale e non sono d'accordo che tutti, anche chi non ci mette voglia e impegno, siano premiati. Temo anche un po', però, che chi è più fragile o più sfortunato non abbia nessuna possibilità di riprendersi.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 01/02/12 alle 22:21 via WEB
In fondo apparteniamo sempre al regno animale dove sopravvive il più forte. Anche se ci riteniamo esseri superiori, nella nostra specie la lotta per la sopravvivenza viene vinta da chi è meno fragile o più fortunato: la nostra società fa una selezione della specie, premiando chi ha più capacità, volontà e resistenza. E' per questo che penso che molti genitori non devono pensare di fare sempre da "stampella" ai propri figli, ma devono educarli a cavarsela da soli, facendogli ogni tanto anche "sbattere il muso" e medicarli se è il caso, ma non impedire l'impatto. :))
 
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Perché un altro blog? Non credo che il mondo ne abbia necessità ed esso non nasce nemmeno da un mio bisogno di esprimere fatti o sensazioni personali.

Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

Scriverò di fatti, articoli di giornali, libri, frasi che mi hanno fatto pensare, ragionare, riflettere, che mi sono piaciuti o non piaciuti, che hanno risvegliato il mio senso critico e anche qualche rotellina un po' arrugginita del mio cervello.

Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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