Creato da veuve_cliquot il 10/01/2011

La Specola

"Non mi piace la via che conduce qui e là. Non bevo alla fonte verso cui tutti s'intruppano. Detesto ciò che é comune, popolare e senza regole" Callimaco

 

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CARAVAGGIO

Post n°120 pubblicato il 18 Marzo 2012 da veuve_cliquot

Caravaggio: Vocazione di San Matteo

 

Di questa mia lunga assenza dalle pagine del blog, è responsabile, ma non solo, una permanenza di una settimana a Roma. Potrei definirla una immersione nella bellezza dell’arte, con un percorso che potrebbe intitolarsi “sulle orme di Caravaggio”. Amo molto Roma, ma non c'ero mai stata per una settimana. Spesso ho fatto delle tappe “mordi e fuggi”. Due anni fa ho visto la mostra su Caravaggio alle scuderie del Quirinale e l’anno scorso ho visitato il palazzo Doria Pamphilij, ma in entrambi i casi ero arrivata al mattino e ripartita la sera, con unico scopo questi due itinerari artistici. Altre volte ero andata a Roma ma sempre per soggiorni abbastanza brevi e spesso legati al lavoro, soggiorni che mi avevano consentito qualche mezza giornata per girare soprattutto per le strade e ammirare i monumenti. Questa volta invece ho programmato la mia visita, prenotando i musei vaticani (in passato vari tentativi di entrare senza prenotazione erano stati scoraggiati dalla lunghezza della fila in attesa che circondava le mura vaticane), la mostra sul Tintoretto alle scuderie del Quirinale e palazzo Borghese (anche se già visitato in passato, avevo voglia di rivederlo). E soprattutto avevo identificato le chiese in cui sono esposti quadri di Caravaggio: San Luigi dei Francesi, Sant’Agostino e Santa Maria del Popolo. Dovrò senza dubbio ritornare ai musei vaticani: anche se sono rimasta dentro più di cinque ore, sono così pieni di opere d’arte che una sola visita mi è sembrata assolutamente insufficiente anche perché dopo un po’ la stanchezza e forse l’eccessiva emozione di trovarti davanti a tanti capolavori, non ti permette di gustarli con la dovuta comprensione.

Ma di questo soggiorno ricorderò senza dubbio il Caravaggio. Non sono un esperto d’arte, ma il ritrovarmi davanti a capolavori che avevo solo visto nelle foto dei libri d’arte, mi ha veramente emozionato. Avevo già ammirato Caravaggio nella bellissima mostra che si era tenuta alle scuderie del Quirinale due anni fa, mostra che ricordo ancora come la più bella che abbia mai visto: quello che si vede ammirando i quadri “dal vivo”, nessuna foto d’arte, anche la migliore riesce a farti vedere. Ricordo ancora l’impressione che mi aveva suscitato la “Cena di Emmaus” della National Gallery di Londra: il discepolo che appoggia le braccia ai braccioli della sedia, colto nel momento di stupore nel riconoscere Gesù, aveva un movimento così naturale, da sembrare che si stesse realmente alzando dalla sedia, il movimento che percepivi sembrava sarebbe continuato. Forse sono attimi, momenti che rimangono impressi nella tua mente rimanendo indelebili e facendoti realmente capire la grandezza di un artista e da parte mia un “innamoramento” che credo continuerà per tutta la mia vita.

E la stessa impressione mi ha dato la “Vocazione di San Matteo” a San Luigi dei Francesi: l’espressione di stupore e di sbigottimento di Matteo che ha una mano sul tavolo sopra il danaro e l’altra mano sopra il petto, e che sembra dire “chi, io?”. Ti sembra proprio di udire queste parole, di sentirle attraverso l’espressione del viso e il gesto della mano, tu sei lì che assisti alla scena, fai parte di essa e capisci cosa si sta svolgendo davanti ai tuoi occhi. Indimenticabile, come indimenticabili sono tutti gli altri quadri del Caravaggio che ho potuto ammirare.

Ma tralasciando questa immersione nella bellezza che ho avuto in quei giorni romani, voglio fare due considerazioni.

Mi ha stupito che quadri di questa bellezza e importanza venissero offerti alla vista di chiunque senza nessun “riparo”: è vero che gli altari in cui erano esposti avevano una bassa grata metallica che impediva di arrivare troppo vicino all’opera e probabilmente se si fosse superata la grata sarebbe suonato qualche allarme, ma se qualche pazzo (non potrei definire altrimenti una persona simile) avesse portato della vernice o dell’acido da lanciare contro queste opere, avrebbe facilmente raggiunto il suo scopo. Nessun vetro o altra barriera le protegge, sono spesso sistemate in piccoli altari che rendono anche difficile poterle ammirare comodamente (è il caso della Crocefissione di San Pietro e della Conversione di San Paolo a Santa Maria del Popolo) e assolutamente senza protezione. Inorridisco all’idea che queste opere possano essere rovinate da qualcuno e dentro di me ho sperato che non fossero gli originali ma delle belle copie. Ho pensato dentro di me che sarebbe meglio magari trasportarle nella sacrestia e metterle in una sicurezza maggiore, lasciando sull’altare solo delle copie (in molte chiese spagnole ho visto capolavori messi proprio nelle sacrestie, dietro una parte a vetro che ne impediva qualsiasi avvicinamento e magari con un piccolo biglietto d’ingresso che potrebbe andare alla chiesa che li possiede). Mi sembra quasi che in Italia, l’eccezionale quantità e qualità delle opere d’arte che possediamo determino una certa incuria e fiducia nel prossimo che forse è un po’ eccessiva.

L’altra considerazione invece riguarda le persone che mi circondavano: ho visto ben pochi che ammiravano con i propri occhi questi quadri esposti nelle chiese: i quadri venivano visti attraverso l’obiettivo dei cellulari o delle macchine fotografiche. Molte persone arrivavano già con il cellulare puntato sul quadro, esso veniva inquadrato e la foto scattata, nemmeno un momento per “vedere” con i propri occhi il quadro. Gli occhi non guardavano direttamente il quadro, ma in mezzo c’era l’obiettivo, come se gli occhi non riuscissero a vedere ma necessitassero dell’obiettivo come gli occhiali per un miope. E questo l’ho visto soprattutto nei giovani ma anche in persone intorno ai 30 anni. Già entravano nella chiesa con il cellulare o la macchina fotografica puntata, come se fosse un’appendice del proprio corpo. E scattata la foto, questa veniva rivista e quindi si allontanavano, nemmeno un momento per gustare e farsi “entrare dentro” la bellezza di quello che avevano davanti. Guardavano senza vedere, senza sentire cosa il pittore aveva voluto dire. Non so se rivedere queste foto sul p.c. possa ancora dare delle emozioni, ma senza dubbio per vedere delle foto di opere d’arte, ci sono fotografi professionisti che riescono a farne di migliori. Personalmente non ho scattato nessuna foto di opere d’arte, limitandomi in questo soggiorno a qualche scorcio panoramico dalle vie o a qualche facciata di palazzo alcune volte incorniciata da un po’ di verde. Senza dubbio le foto di questi ragazzi verranno messe su F.B. per essere condivise dagli amici, ma, attraverso queste foto, quanta emozione verrà condivisa, quanta bellezza verrà data da chi non l’ha vista perché troppo occupato a fotografare?

 

Commenti al Post:
sagredo58
sagredo58 il 18/03/12 alle 11:44 via WEB
Per lavoro sono spesso al Senato. San Luigi dei Francesi è lì vicino ed ogni volta passo qualche minuto di fronte a quella cappella. Il quadro che amo è quello del tavolo di avventori illuminato dalla luce che piove dalla finestra. MArco
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 19/03/12 alle 22:15 via WEB
Sei fortunato a poterlo ammirare così spesso! Io credo di esserci rimasta davanti almeno per un quarto d'ora e come vedi è quello che ho messo come immagine al post. E' un quadro meraviglioso che brilla di luce propria. Ma la luce non sembra venire dalla finestra: è una luce che passando al di sopra della testa di Cristo va a illuminare chi è chiamato. La luce nasce fuori dalla scena, è la luce divina, che abbaglia non solo Matteo ma tutti noi che guardiamo il quadro. Ciao! :))
 
   
sagredo58
sagredo58 il 21/03/12 alle 22:30 via WEB
Mai notato prima, domani sono lì, vado a verificare :)
 
angiolhgt
angiolhgt il 18/03/12 alle 14:54 via WEB
su caravaggio aggiungo la mia ammirazione alla tua: guardando certe sue opere "si entra" in una scena viva, la realtà diventa ancora più palpitante quando è immersa nella magia del suo meraviglioso chiaroscuro.E'un genio nella composizione e nel creare l'atmosfera in cui ci fa immergere emotivamente . Trovo molto acuta la tua osservazione come si possa diventare incapaci di percepire la realtà se non attraverso un mezzo artificiale, una protesi appunto: l'umanità diventarà "miope".Non saprà nè vedere nè sentire se non attraverso un mezzo artificiale? Il mondo virtuale, dell'immagine, nasce nelle grotte di Altamira in cui si percepisce l'emozione della caccia riprodotta da un ignoto artista per distoglie noia e paura nel buio della grotta abitato da forze ctonie..oltre ai racconti fantastici alla base del mito . Da allora il virtuale-immaginario ha fatto passi enormi e non solo nell' arte, i media simbolici diventano il tramite per percepire realtà altrimenti considerate banali o invisibili.Paradossalmente anche il simbolo, a sua volta, ha biosogno di un ulteriore simbolo semantico , di un metalinguaggio per essere percepito dalle nostre menti drogate di immagini.Ma forse banalmete quei giovani sono solo dei collezionisti a cui importa più documentare di esserci stati che di starci, apparire diventa l'essenza dell'essere , testimoniare di esistere più importante dello stesso esistere. Appaio dunque sono e devo creare una immagine che lo documenti, che testimoni una vita inautentica.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 19/03/12 alle 22:23 via WEB
Probabilmente hai centrato il significato di questa compulsione allo scatto fotografico: esso diventa l'attestazione dell'"io ci sono". Io esisto perché sono stato là e te ne do testimonianza attraverso una foto che diventa testimone del fatto. Non so quale soddisfazione si possa trarre da ciò, ma forse sono nata nel secolo scorso e non riesco ancora a capire questa pratica. L'avere di Fromm si è trasformato nell'esserci, Io sono non più in quanto ho ma in quanto ci sono. E la foto che ho scattato ne è la testimonianza. Cosa poi ho fotografato non ha importanza, quello che è importante è poterti dire che io in quel posto ci sono stato. Cosa ho visto o cosa c'era ha poca importanza. :))
 
Lolablu7
Lolablu7 il 18/03/12 alle 17:20 via WEB
Per molti basta poter dire "io c'ero" ed in questo la foto aiuta. C'è anche chi, però, ama rivedere l'opera ammirata, con calma, per godere di essa nel chiuso della propria stanza cercando di rievocare le sensazioni provate. A me questo accade. Roma è una fonte inesauribile di emozioni legate alla bellezza. Hai visto la mostra di Dalì al Vittoriano? Quanto alla protezione delle tele, facevo la stessa riflessione parlando con mio figlio, giorni fa, durante una visita museale:-))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 19/03/12 alle 22:33 via WEB
No, non ho visto la mostra di Dalì al Vittoriale, è un pittore che non capisco molto. In fatto di arte ho dei gusti molto semplici, forse banali, amo il bel disegno e i bei colori, vedere altro al di là dell'immagine mi diventa difficile. Anch'io amo rivedere le foto che ho scattato ma preferisco fotografare dei luoghi che sfuggono maggiormante al mio ricordo che non delle opere d'arte il cui ricordo è soprattutto legato all'emozione che mi hanno dato e che quindi nessuna fotografia è in grado di rendere. Ho scattato molte più foto nel viaggio precedente nel deserto che non a Roma. La mia "vena" fotografica è risvegliata soprattutto dai paesaggi che non dalle opere dell'uomo. Queste penso di poterle ammirare in foto eseguite da persone più brave di me, mentre gli scorci paesaggistici li trovo molto più personali. :))
 
ossimora
ossimora il 19/03/12 alle 09:40 via WEB
Buongiorno. Condivido il tuo amore per ROMA e per la meraviglia delle sue opere d'arte portate con nonchalance da grande metropoli, l'ultima volta che ci sono stata ho visto la Gnam ,bellissima ed emozionante e il nuovissimo ,eccezionale maxxi ,davvero un'opera esaltante architettonicamente e piena di spazi variamente fruibili come si compete ad un " museo laboratorio del ventunesimo secolo" . Alle scuderie del Quirinale la mosta più bella che ho visto (nonostante la fila) e ' stata quella di Antonello da Messina mentre di Durer c'era pochino. Non ho visto Quella di Caravaggio ...peccato. Mi piace tanto l'angelo della galleria Doria Pamphili , straordinariamente immaginifico. Sto cercando di prepararmi un altro giro , voglio rivedere la galleria borghese ...ripasseggiare sul palatino ed un giretto allo splendido cimitero inglese al testaccio . Fotografare comincia a stufare anche non in presenza di opere d'arte ,figurarsi ...un vero tic irrazionale.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 19/03/12 alle 22:55 via WEB
La Gnam l'ho lasciata a un prossimo viaggio e anche un mio amico che l'ha visitata poco tempo fa mi ha detto che è una galleria molto bella e interessante. Ma io capisco poco di arte moderna e non so se riuscirei ad apprezzarla molto. Quanto alla galleria Borghese, anche per me è stata la seconda volta, ma l'ho rivista con vero piacere (a parte il fatto che ci sono sei quadri di Caravaggio). Mi ha sempre affascinato la storia di questo cardinale Borghese appassionato d'arte a tal punto da far mettere in prigione le persone pur di avere i quadri che loro possedevano per liberarle solo in cambio di essi. Lo so che è una cosa assolutamente immorale che non bisognerebbe fare, ma...ma riesco ad assolverlo per questo amore per l'arte che superava anche le leggi morali, per questa passione per il bello che non aveva leggi che potessero frenarla. Dobbiamo a persone come lui se oggi anche noi possiamo ammirare la bellezza nel suo massimo splendore. Peccato non esistano più mecenati come lui, ma solo dei ricchi che sanno esclusivamente costruirsi dei mausolei funerari o delle case di Batman! Non dimenticarti di prenotare villa Borghese, quando sono andata tutti i posti erano già prenotati fino alla settimana successiva! :))
 
   
ossimora
ossimora il 20/03/12 alle 00:17 via WEB
La gnam è arte moderna ma con una serie di suggestioni eccezionali ..sia nella scultura che nella pittura VAI!!! Non te ne pentirai .Effettivamente Borghese doveva essere un bel tipino...mi stupisce che la Galleria Borghese sia così frequentata in questo periodo e mi fa piacere...
 
roseilmare
roseilmare il 19/03/12 alle 21:54 via WEB
Ho studiato a Roma ma non ho visto tutto quello che hai visto tu in pochi giorni. I colori dei quadri, l'espressione dei visi, i particolari sfuggono quando c'è di mezzo un obiettivo. Meglio, mille volte meglio l'occhio nudo. Bentornata!:-)))
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 19/03/12 alle 23:01 via WEB
Capita spesso a chi abita in quella città. Io ho visitato Torino, il museo egizio e gli altri splendidi palazzi che possiede, quando mi vennero a trovare i nipoti per cui girai "artisticamente" la mia città per portare loro. Spesso si finisce per conoscere meglio i tesori artistici delle altre città che non della propria! Magari si passa tutti i giorni davanti a bellezze che gli "stranieri" ammirano e vengono da lontano per vedere, senza che noi ci facciamo caso. :))
 
Vince198
Vince198 il 20/03/12 alle 10:45 via WEB
Sinceramente avrei notevoli difficoltà a dover indicare la mia personale "idea" di opera migliore del Caravaggio, dato che amo praticamente la tutta sua pittura, il suo stile, il suo modo di personalizzare i dipinti con quei potenti lampi di chiaro/scuro, con sfondi quasi sempre bui, quel ritrovare nella sua ars pittorica qualche riferimento di altri grandi pittori come lo furono Tiziano, Correggio, Leonardo..
Le opere di Caravaggio sono un incanto di luci, tridimensionalità e quant'altro che non sono in grado di rilevare, non essendo uno specialista in materia. Tuttavia il bello, quello che lui ha trasmesso attraverso magici tocchi di pennello, risalta anche agli occhi di un neofita come me: rimango semplicemente incantato fino ad emozionarmi intensamente!
Quanto alle persone che tutto facevano tranne che concentrare la loro attenzione sulla magnificenza di certi dipinti di Michelangelo Merisi, non commento: non serve, a fronte di tanta sciatteria e ignoranza a livelli.. cosmici. Un comportamento del genere lo definirei anche come una mancanza di tatto verso chi ha interesse a lasciarsi coinvolgere dalla bellezza di quelle opere e anche verso lo stesso artista che son certo avrebbe gradito la giusta attenzione per le sue notevoli ma splendide "fatiche".
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 24/03/12 alle 15:25 via WEB
Forse Caravaggio se ne sarebbe fregato altamente. Ho letto che lui dipingeva solo quando aveva bisogno di soldi: appena incassava per un quadro, smetteva, per poi dipingerne un altro quando i soldi erano finiti. Mi permetterei di dire che era uno che aveva capito molto della vita e cioé che bisognerebbe lavorare per vivere non vivere per lavorare. Sicuramente sarebbe inorridito davanti a quelli che dicono di "aver bisogno di esprimersi" magari dipingendo a livelli industriali. Anche per questo lo ammiro! :))
 
   
Vince198
Vince198 il 24/03/12 alle 23:50 via WEB
Io so, da quel che ho letto, che aveva un caratteraccio ed era uno poco raccomandabile, addirittura accusato anche di omicidio e pure condannato. Non so come avrebbe potuto reagire di fronte a certa strafottenza odierna, davanti a certe teste alla moicana, a certa maleducazione dovuta più che altro all'ignoranza etc. etc.
Sicuramente, valutandolo dal punto di vista del suo mestiere, per me resta un grande, forse il più grande in quella particolare tecnica pittorica da lui adottata in Italia! E anche oltralpe.. ^__^
 
complicemente1
complicemente1 il 22/03/12 alle 21:14 via WEB
Per svariati motivi non ho mai visitato un mostra di pittori importanti, sono riuscita a vedere solo una mostra di Pelizza da Volpedo, niente di piu', ma devo dire che l'emozione che si prova davanti a certe opere non ha eguali.La descrizione che hai fatto, così appassionata, mi sprona ad andare in un museo appena mi sarà possibile,...(pensa che avrei avuto la possibilità di vedere cose non accessibili normalmente ai visitatori, in Vaticano,...e non ho potuto sfruttare l'occasione!) Ben tornata V_C. MIA
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 24/03/12 alle 15:34 via WEB
Preferisco in genere le mostre ai musei, sia perché in genere le mostre sono monotematiche (sia come pittore che come idea, per cui riesci a immergerti maggiormente nel tema), sia perché ci sono certi musei che hanno opere così importanti e in cosi gran numero che bisognerebbe passarci giornate intere invece delle poche ore che in genere ci si dedica. Ma se vai a Roma, vai nelle tre chiese che ho indicato: vedrai solo sei quadri di Caravaggio, ma ti assicuro che ne varrà la pena, potrai prendere tutto il tempo che vorrai per ammirarle e girare per le stradine del centro per andare da una all'altra, sarà un vero piacere. Poi magari ti verrà più voglia di vederne altri. Grazie! :))
 
   
complicemente1
complicemente1 il 25/03/12 alle 21:27 via WEB
Quando faccio le cose, le faccio in grande,...se entro in un museo, poi di sicuro voglio vedere anche una mostra! O tutto o nulla! ^__^ ciao veuve_cliquot, buona domenica sera
 
lorifu
lorifu il 22/03/12 alle 23:19 via WEB
Condivido in pieno le considerazioni che hai fatto sia sull’emozione suscitata dagli itinerari artistici della tua full immersion artistica, in particolare del Caravaggio, che le osservazioni sul comportamento distratto, da parte dei giovani, davanti ad opere d’arte che andrebbero assaporate con la massima attenzione. Probabilmente eravamo a Roma negli stessi giorni ma il mio soggiorno è stato breve e mi sono limitata a ripercorrere i luoghi dove sono concentrati i maggiori monumenti che ho trovato incantevolmente ripuliti e candidi. Ho molto ammirato la tua descrizione delle opere visitate, segno di grande sensibilità e amore per l’arte e a questo proposito ci troviamo in perfetta sintonia perché ogni qual volta mi trovo davanti a un’opera d’arte vengo colta dalla sindrome di Stendhal. Mi è capitato più di una volta, ricordo la commozione davanti al Mosè in S. Pietro in Vincoli, o alla Gioconda ma ricordo anche che davanti al quadro di Picasso, Guernica, il tempo…si è fermato. Quando mi trovo in un museo sono letteralmente assorbita dalla bellezza che mi circonda e tali sensazioni mi restano impresse per giorni. Come dici tu vedere dal vivo è assai diverso che sfogliare un libro o guardare un filmato perché solo davanti al quadro riesci a cogliere l’anima del soggetto rappresentato.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 24/03/12 alle 16:01 via WEB
Capita anche a me davanti a certe opere, spesso non le più celebri. Mi capitò alla national gallery di Washington davanti all'annunciazione di Van Eyck: un quadro stretto e lungo, senza dubbio non il capolavoro del museo (immagina che dentro c'è il fior fiore degli impressionisti, e poi quadri di Raffaello, Tiziano, Dureer, Botticelli, Giotto...), ma credo di esserci rimasta davanti per almeno venti minuti ad ammirarlo, perdendo l'amico con cui visitavo il museo! :)). Se guardi quel quadro su una foto, forse ti dirà poco, ma io lo trovai splendido con una luminosità che solo gli oli dei fiamminghi sanno dare, con un gusto e una ricerca dei particolari che è spettacolare. Forse perché amo i particolari mi ha colpito così tanto. E poi il ritratto d'uomo di Tiziano a Palazzo Pitti: ha occhi che parlano e sentivo che mi parlavano...se incontrassi un uomo così me ne innamorerei immediatamente! :))
 
acetosella5
acetosella5 il 23/03/12 alle 14:11 via WEB
Faccio ormai questa considerazione ogni volta che entro a vedere un museo o una mostra o una chiesa. Sparito quasi completamente il momento lungo della contemplazione dell'opera, un po' per motivi contingenti dovuti al fatto che ci sono sempre folle di persone (anche su questo varrebbe la pena di ragionare un po', a mio parere)un po' perchè i nostri tempi stanno cambiando, anche quelli personali. Osservare come la fruizione probabilmente è rimandata al momento in cui si mostrerà agli altri, tramite foto o mms o facebook, mi pfa pensare che tutto faccia parte di un medesimo pacchetto. Molti eventi da creare ma poca consapevolezza da offrire, temo.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 24/03/12 alle 16:13 via WEB
Su questo hai perfettamente ragione: credo che ormai dovrebbero fare prenotazioni a numero chiuso anche se poi si rischia che ben poche persone riuscirebbero a vedere opere d'arte importanti. Ma se poi le vedi come un gregge in transumanza, credi ci sia una differenza tra vederle e non vederle? Ricordo in questo modo l'Ermitage a San Pietroburgo, una bolgia infernale che è l'unica cosa che riesco a ricordare. E lo stesso vale per la Cappella Sistina: memore di una precedente visita in cui ci si reggeva l'un l'altro senza quasi spazio vitale, questa volta mi ci sono precipitata appena entrata di buon mattino, anche se ho attraversato tutti i musei vaticani per poi ritornare indietro, ma almeno si era un po' meno e ho potuto ammirarla con calma! Sinceramente, a me di far vedere agli altri quello che ho visto, mi interessa ben poco (forse memore di quelle lunghissime e noiosissime serate di una volta, a casa di amici, quando si facevano vedere le diapo dei viaggi), per me è importante quello che io capto in quel momento, l'emozione che queste opere suscitano in me e che per me è impossibile descrivere. :))
 
avvbia
avvbia il 25/03/12 alle 00:17 via WEB
Si vevue si. avevo notato che mancavi da un poco e capisco il perchè! ne valeva la pena,penso! anche io adoro visitare i musei e vedere dal vivo e le opere d'arte. sia pittura che scultura o anche architetutra. da noi,ad esempio vi sono i templi greci di selinunte,segesta(vicinissimi..) ed agrigento a 8o km. per non parlare della BELLA SIRAGUSA.. il tuo vedere i musei vaticani mi ha ricordato la visita fatta anni fa al louvre .sono stato mezza giornata ma purtroppo CORERVO per i corridoi per VEDERE. la gioconda,poi, mi ha commosso fino alle lacrime.. aggiungo che le tue considerazioni sono esatte e che ciò che hai detto nn solo l'ho condiviso ma mi ha pure commosso(leggermente ah ah ah) ciao.
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 25/03/12 alle 13:42 via WEB
Credo di conoscere la Sicilia meglio di un siciliano (sono stata alcuni anni fidanzata con un siculo innamorato della sua terra): ho ammirato diverse volte i templi greci e alcune volte ho anche avuto la fortuna di assistere a delle rappresentazioni che venivano messe in scena in quei luoghi (emozionanti!). Ho seguito tre cicli delle rappresentazioni greche al teatro di Siracusa, per cui mi sono innamorata di quel piccolo gioiello che è Ortigia. Ho viaggiato molto, ma non temo di affermare, senza paura di essere smentita, che quello che dà un soggiorno in Sicilia, difficilmente altri posti riescono a darlo, dalla cultura ai panorami. Unico neo: il poco amore che i siciliani hanno per questa loro bellissima terra! :))
 
bluewillow
bluewillow il 25/03/12 alle 12:49 via WEB
Bellissimo Caravaggio, bisognerebbe avere ore per osservare ogni quadro in effetti, forse per questo c'era tutto questo accanimento fotografico, nella speranza di cattuare un po' di bellezza e metterla "in bottiglia" in una foto :))).
 
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 25/03/12 alle 13:44 via WEB
Potrebbe essere un'ipotesi da non scartare, ma l'emozione che percepisci attraverso i tuoi occhi, difficilmente potrà essere riprodotta dal ricordo attraverso una foto. O forse io, data la mia età, non riesco ancora ad entrare in questo nuovo modo di vedere il mondo e di comunicarlo che hanno i giovani! :))
 
avvbia
avvbia il 27/03/12 alle 21:40 via WEB
ho letto e convengo. anche io ho visto le realizzazioni a siracusa edipo re ed altri.. conosco BENE quei luoghi!!si è vero:le struttore ed i siculi non sono adeguati per la nostra terra. ciao. gino
 
Led_61
Led_61 il 05/04/12 alle 05:48 via WEB
Trovo molto pertinente questa tua osservazione, e l'ultima volta che ho visitato un museo e il mio cellulare-macchina fotografica non voleva funzionare mi sono trovato a godere e apprezzare opere d'arte senza l'assillo di doverle per forza duplicare. Molte volte ti fermi davanti ad un quadro diversi minuti perchè ti affascina e ti astrai da tutto per vivere a fondo quella sensazione che ha prodotto in te quell'opera d'arte. Ho scoperto Beckmann a Colonia e sono andato poi su Google per vedere altre sue opere che poi ho postato sul blog.
 
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Perché un altro blog? Non credo che il mondo ne abbia necessità ed esso non nasce nemmeno da un mio bisogno di esprimere fatti o sensazioni personali.

Non sarà quindi né un diario personale, né una valvola di sfogo di sentimenti ed emozioni.

Scriverò di fatti, articoli di giornali, libri, frasi che mi hanno fatto pensare, ragionare, riflettere, che mi sono piaciuti o non piaciuti, che hanno risvegliato il mio senso critico e anche qualche rotellina un po' arrugginita del mio cervello.

Sarà il blog di una persona che ritiene ancora di avere un cervello pensante libero da ideologie, dottrine, fedi e prese di posizione o di campo acefale.

 

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