Simona M.

16 dicembre , 2012


 Ho preso una matita e ho iniziato a disegnare. Voglio disegnare la rabbia , voglio disegnare il fervore , ma la linea grigia di una matita non è abbastanza per rappresentarle e cosi ho preso una matita rossa , rossa come la passione , la passione che c'è non soltanto nell'amore , non soltanto nella tenerezza, la passione che c'è anche nella rabbia , in quella sensazione che ti fa sentire esplodere dentro , che fa sentire il tuo corpo pieno , che vorresti urlare , distruggere. La rabbia vera , quella che viene dal profondo e non da una stupida scaramuccia quotidiana. La rabbia che te la covi dentro , la rabbia che ti tieni nella testa e nelle viscere per anni e anni e ogni tanto è così forte che non riesci a trattenerla senza dare qualche segno di squilibrio. Perchè siamo come bicchieri troppo pieni , ma non è acqua quello che ci riempe. È un qualcosa di pesante , qualcosa di viscido e appiccicoso , e si attacca alla nostra pelle e non riusciamo a mandarlo via nemmeno sfregandosi le mani con il sapone. Allora dobbiamo cercare di cacciarlo scrivendone , riempendo un foglio , parlando , cacciando fuori dal corpo parole a raffica , ma è come urlare senza aver un fil di voce perchè quel maledetto resta attaccato alla nostra carne e non se ne va , non se ne va mai , anche se sembra che le cose tornino apposto resta sempre li. Resta li appiccicato nelle nostre vene e scorre insieme a tutto il resto e si nasconde . Si nasconde per poco tempo , torna fuori ogni qual volta il cervello si ferma a pensare. Siamo sicuri di riuscire a controllare la nostra vita ma non è così , non siamo padroni neanche del nostro stesso corpo , del nostro cervello , del nostro cuore , dei nostri muscoli. E' una una scarica di elettricità che attendiamo e che non arriva , non arriva mai , come sentire che stiamo per starnutire ma non riuscire a farlo . Restiamo carichi di energia , di tutta questa energia negativa e non riusciamo a cacciarla fuori , perché non sappiamo dire quelle famose parole che ci ronzano in testa da una vita a nessuno . O almeno non a chi se le merita , a chi pensa di averla scampata , a chi continua a vivere tranquillo come se niente fosse e pensa che dopo tutto gli è andata bene. E pensa che la tempesta sia passata , anzi , la tempesta non è ami arrivata ed è certo e convinto di aver sfuggito le proprie responsabilità, di averle lasciate nascoste indietro da qualche parte , di avere incatenate e di aver nesso loro un bavaglio alla bocca. Ma verrà il giorno in cui il sole tornerà a colpirle , e ne illuminerà gli occhi , e i bavagli di scioglieranno come nodi di fumo, e sarà un'esplosione , un'esplosione come nessun altra , di entità impari , che travolgerà ogni cosa , ogni convinzione , ogni scusa , ogni bella casetta dalle mura bianche , che ci fanno sentire così tranquilli e cosi sicuri . Verranno giù quelle belle pareti tanto ordinate , tanto precise e tanto pure. Verranno giù e con le unghie strapperemo tutto quel finto candore dietro al quale ci si protegge , dietro al quale ci proteggiamo noi stessi , e verranno fuori tutte le macchie grigie , le macchie di cui ci sporchiamo ogni giorno e che per anni lasciamo li coprendole con qualche bel disegno allegro.Vorrei smantellare tutti questi bei palazzi , tutte queste belle favole , tutti questi bei modi eleganti e onesti che ci portiamo appresso come una coperta che ci ripari dal freddo. Perchè il freddo , il freddo ed il gelo anche , è bene farceli entrare nelle ossa , è bene uscire fuori di casa mentre piove e lasciare la nostra pelle esposta a queste piccole frecce pungenti , è bene non coprirsi sempre per paura di ammalarsi , è bene prenderci tutto quello che la vita ci butta addosso perchè è cosi che deve essere , è cosi che va il nostro mondo ed è cosi che siamo, le cose facili sono sempre piaciuti a tutti e sono sempre tutti in cerca di accaparrarsele , lasciando ai più lenti oppure ai più gentili , ai più timidi , ai più docili , quelle difficili buttate li in un angolo , tanto che occorre anche tirarle fuori dalle macerie prima di sbrigarle. E paradossalmente vedrete che saranno proprio quelli che pensate docili , che pensate impotenti , a prendere poi il controllo . Non di voi , non del sistema , non delle nazioni . Saranno loro a prendere il controllo di loro stessi , dei propri pensieri , perchè la pelle la fuori se la sono fatta mentre voi stavate nelle vostre case al riparo delle vostre candide mura. Mentre il resto del mondo non si faceva domande , mentre il resto del mondo non si chiedeva mai perchè ma stava in silenzio annuendo alla vita e a tutti quelli che gli stavano attorno . Senza mai guardare negli occhi qualcuno, senza mai provare a cambiare , senza mai scegliere la strada più buia e meno battuta. Perchè un conto , è essere responsabili ed essere cauti , un conto è cercare la via più facile per ogni cosa che la vita ci pone davanti