1 destino

Il paradosso del nostro tempo


Abbiamo edifici sempre pił alti, ma moralitą pił basse,autostrade sempre pił larghe, ma orizzonti pił ristretti. Spendiamo di pił, ma abbiamo meno, comperiamo di pił,ma godiamo meno. Abbiamo case pił grandi e famiglie pił piccole, pił comoditą, ma meno tempo. Abbiamo pił istruzione, ma meno buon senso, pił conoscenza, ma meno giudizio, pił esperti, e ancor pił problemi,pił medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo,fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,facciamo le ore piccole,ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV.Abbiamo moltiplicato le nostre proprietą, ma ridottoi nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo pocoe odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarcida vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita,ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino di casa. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno. Abbiamo creato cose pił grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima. Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi. Scriviamo di pił, ma impariamo meno. Pianifichiamo di pił,ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computers pił grandi per contenere pił informazioni, per produrre pił copie che mai, ma comunichiamo sempre meno. Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni. Questi sono i tempi di due redditi e pił divorzi, case pił belle ma famiglie distrutte. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta,della moralitą a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpisovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto,dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti. E' untempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. "La vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro. "George Carlin