Viaggi e passaggi

Non amo il nichilismo. La direzione dell'universo è già quella, non vedo questo gran merito nel farsi trasportare dalla marea. Sulla comprensione reciproca, conviene lavorare sul concetto di comprensione relativo, lo stesso che adotti per le leggi della fisica. Senza pretendere di conoscere davvero il Grande Libro, con la sperimentazione ricostruisci leggi empiriche che ti pareranno il culo nella maggior parte dei casi. Quando riesci a simulare, nella tua testa, l'altro al punto da renderlo prevedibile, o da dargli un buon consiglio quando serve (un consiglio che lo porta dove lui vuole andare), allora lo comprendi "operativamente". Senza pretendere di capire davvero le rappresentazioni della sua mente o l'essenza dei suoi pensieri. Per dirla alla Crowley - il principiante si guardi bene dall'attribuire alle entità quì presentate una qualunque validità teorica o metafisica - semplicemente, facendo A, B segue. Per la comprensione dell'anima - per simulare l'universo un computer dovrebbe essere grande quanto l'universo stesso. Per la comprensione assoluta, tu dovresti essere lui. E a quel punto non lo capiresti, perchè non puoi guardare la forma di una casa dall'interno. Se dio è tutto è cieco, noi guardiamo da fuori le sue finestre e possiamo fornire punti di vista limitati, gli unici possibili. Lo stesso vale per gli esseri umani.

PS: ero sempre io, il solito F. Titti, devi portare qualche ragazza in più su questo blog o non potrò rimorchiare a dovere...

mi sento più in sintonia con una parete rocciosa. l'essere umano è bravissimo a frantumarsi e divagare. eppure l'aspirazione dell'uomo...l'aspirazione dell'uomo forse non va oltre l'uomo stesso. il desiderio di creare sintesi, di rintracciare nessi...preferiamo l'unità al molteplice, tendiamo a scarnificare perchè dopo serie infinite di accumuli ci attrae di più la semplicità, qualcosa che sia grezzo. e quindi torniamo al simposio, alla ricomposizione dell'infranto. alla totalità nell'unità minima. e poi le esplosioni sorprendeono di più se sanno essere silenziose. dov è l'essere della metafisica? quale spazio troverebbe se si affacciasse oggi in un contesto qualsiasi?

Lo spazio di un dibattito linguistico credo. Tutto è, tutto non è. Non prescindi dalla prospettiva, l'uno diventa due, poi quattro, poi mille, poi di nuovo uno. Io mi ricollego sempre all'analisi buddhista, che in questo ambito lavora piuttosto bene... ragioniamo in termini qualitativi di solito. Piccolo e grande, caldo e freddo, io e te, il mondo ed io. Ragioniamo per opposti. In questi opposti non puoi ritrovare l'essere perchè viviamo in un mondo appiccicoso. Sei calata nella realtà, nei viene influenzata, tu basteresti da sola a ricostruire tutto un universo, si avesse un computer abbastanza potente. E' il solito discorso... l'acqua è calda o fredda? Te la rovesciano in testa e lo saprai, ma non potrai dirlo a nessuno, perchè l'acqua è calda o fredda solo per te. Il dato perde di senso una volta che lo porti fuori dal sistema, e tu sei il sistema. Lo stesso vale in amore, credo. Ti amava o no? La amavi o no? Ti ha conosciuta, non ti ha conosciuta... ? Ho delle proposte quantitative, dei metodi e dei sistemi per stimarlo, ma a cosa servirebbero? L'essere trova spazio nella tua idea di essere, nelle parole che usi per descrivertelo, se sei ancora costretta a usare le parole, che spesso nascondono più di quanto non rivelino. Per il resto, non credo che l'universo conosca il caldo o il freddo, l'odio o l'amore. F.