L'UOVO

Nove mesi, un'altra vita


Nove mesi non è stato per me solo è il tempo di una gravidanza. E' durato esattamente nove mesi il tempo che mi sono dedicata per vivere questa nuova condizione, una vita nuova, mai provata prima, lontana dal lavoro, dagli impegni sociali, lontana dalla vita frenetica di prima e con una quotidianità diversa e mai vissuta in precedenza, interamente “votata” al piccolo essere che stava per nascere e che poi ha riempito di colpo ogni minuto del mio tempo, di notte, di giorno, nei miei istanti di gioia enorme e di piccole tristezze, e anche nei rari momenti in cui ho potuto staccarmi da lui per poche ore; lui, ormai per sempre nei miei pensieri, il cui visino mi è apparso per la prima volta in un sogno quasi un anno fa, e che sorpresa riconoscerlo quando è venuto al mondo!Ho condiviso con intensità e passione questa nuova vita con altre donne nuove e di questa preziosa opportunità sono grata al “destino” (chiamiamolo così, vah). E ora ci siamo quasi, si sta avvicinando ciò che prima sembrava così lontano: non so bene cosa mi aspetta, le amiche che ci sono passate mi hanno detto che è dura all'inizio, poi diventa tutto più facile, i bimbi si adattano molto più di noi adulti, e poi lo lascio in mani affidabili e sicure. Nonostante tutto ciò, e nonostante io stasera abbia promesso a E. di non farmi prendere da cupi pensieri, poco fa mentre cercavo di addormentarlo lo vedevo irrequieto (specchio della mia irrequietezza), e mi sono lasciata andare ad una tristezza infinita, quasi che queste ultime ore da “mamma casalinga” fossero diventate ormai inafferrabili, tempo scaduto, domani inizia di nuovo un'altra vita. E forse è stato un bene che P. sia dovuto uscire anche stasera, mi ero incavolata con lui, ci ho pure litigato l'altro ieri per questo, (“insomma, non puoi pretendere che io stia a casa 7 sere su 7”, ... e io cosa sto facendo scusa, da sette mesi a questa parte?). E' stato un bene, dicevo, perché adesso mi sto godendo il piccolino, sono qui che scrivo e ho l'orecchio teso al suo prossimo risveglio (tanti, in una sera normale, forse troppo pochi per QUESTA sera) per correre di là e tuffarmi nel lettone insieme a lui, con la tetta a disposizione e la dolce musica africana che da tempo ci fa da sottofondo durante il rito della nanna.Riflessione da “giorno prima”: forse pian piano mi riapproprierò di qualche mio spazio, di qualche momento della vita precedente, ma una cosa, fra tante, mi colpisce e mi fa riflettere: per me il valore del tempo è proprio cambiato. Un'ora di lavoro in meno vale enormemente di più del suo corrispettivo economico, un TG all'ora di cena non vale un sorriso e un “da-daaa-da” del piccolo che non vuole dormire e gioca con la mamma. Una serata “mondana” un incontro superficiale, la lettura distratta dei quotidiani, mi danno solo una sensazione di vuoto, di perdita di tempo. E' tutto pronto. I vestiti puliti e stirati nell'armadio, il motorino in cortile perfettamente revisionato, i contanti prelevati stasera, le chiavi di casa, del motorino e dell'ufficio: domani ricomincio a lavorare.... ecco, l'ho detto.