Creato da vibi1 il 17/10/2010

Vibino

Colui che non sa niente, non ama niente...Colui che non fa niente, non capisce niente....Colui che non capisce niente è spregievole.(Paracelso)

 

 

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Ora basta! (1)

Post n°19 pubblicato il 27 Agosto 2011 da vibi1

Salve amici, oggi voglio sfogarmi un po’. In questo periodo sentiamo solo parlare di tasse per i cittadini, la gente che lavora, i pensionati e nulla in merito ai politici. E’ una vergogna! Sapete che la buonuscita degli italiani dal lavoro è tassata al 27% mentre per gli onorevoli è esentasse? Dovete sapere che i parlamentari, oltre al vitalizio, quando escono dalle camere prendono pure una corposa buonuscita detta “assegno per l reinserimento nella vita lavorativa”E il comune cittadino operaio? Lui quella misera pensione che tutti gli anni si abbassa di valore… Oggi un operaio va a casa con 1.000 – 1.200 euro di stipendio e deve gestire tutte le varie spese con questi soldi, esempio il viaggio per andare  al lavoro. Tutti gli onorevoli non solo prendono un lauto stipendio di circa 14.mila euro netti con aerei, treni e autostrade gratis, poi a 65 anni prendono pure un vitalizio che va dai 2.500 euro fino ai 7.500 lordi. Lo sapete poi che la maggior parte di loro ha il doppio lavoro?Avvocati, commercialisti, medici professionisti di ogni colore politico che non chiudono mai lo studio ma restano in attività anche quando entrano in parlamento! Guai se lo farebbe un cittadino qualunque: si arriverebbe allo scandalo!

Un altro confronto interessante riguarda il confronto degli assegni di fine mandato dei parlamentari in Europa.

Italia: i parlamentari italiani percepiscono un assegno di fine mandato pari all’ 80% dell’importo mensile lordo dell’indennità percepita per ogni anno di mandato effettivo. Il contributo mensile che finisce nel fondo di solidarietà è pari al 6,7% dell’indennità lorda. Un parlamentare rimasto in carica per 5 anni percepisce 46.814,56 euro, chi ha un mandato di 15 anni, 140.443,58. Gli importi non sono imponibili.

Francia: è prevista l’erogazione di un sussidio di reinserimento lavorativo che copre un periodo massimo di 3 anni per i deputati cessati dal mandato che sono in cerca di occupazione. Il contributo mensile del deputato è pari a 22,57 euro. Il sussidio è dato dalla differenza tra indennità (dal 100% nel 1° semestre, pari a 5.514,68 euro, al 20% nel 6°) e redditi eventualmente percepiti.

Germania: i parlamentari che hanno esercitato per almeno un anno ricevono una indennità per il reinserimento professionale pari a una mensilità per ogni anno di mandato, ma solo per un periodo massimo di 18 mesi. I deputati non versano alcun contributo. 5 anni di mandato valgono 7.668 euro lordi per 5 mesi (38.340 euro), mentre 15 anni valgono 7.668 euro per 15 mesi (115.020 euro).

Gran Bretagna: i parlamentari della House of  Commons ricevono un rimborso per le spese connesse al completamento delle funzioni parlamentari sostenute entro due mesi dalla fine del mandato. I deputati non versano alcun contributo. Il rimborso massimo erogato è pari a 47.071 euro.

Parlamento Europeo: i parlamentari ricevono una indennità pari a una mensilità per ogni anno di mandato, per un minimo di 6 mesi e un massimo di 24 mesi. I deputati non versano alcun contributo. 5 anni di mandato valgono 7.956,87 euro lordi per 6 mesi (47.741,22 euro), 15 anni di mandato valgono 7.956,87 lordi per 15 mesi (119.353,05 euro)

Dati presi da”La Stampa” del 10 agosto

Come si può notare i politici italiani sono quelli che stanno meglio e cercano sempre di aumentarsi lo stipendio con qualche manovrina, mentre noi per avere qualche euro in più in busta... dobbiamo sudarlo!

Mi fermo qui, ma aspettatevi altri post di questo tipo.

Se volete lasciarmi un commento mi farebbe immenso piacere

Il vostro Vibi

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Commenti al Post:
apepalpamacachi
apepalpamacachi il 27/08/11 alle 19:19 via WEB
è nu guaio! ciao vibù
 
Zardos1
Zardos1 il 11/09/11 alle 22:57 via WEB
Le dimissioni di Jünger Stark dal consiglio della BCE, come insegnamento di moralità e coerenza.
Magari, avessimo in Italia un superministro dell'Economia con la dignità e la coerenza nei principi di Jürgen Stark.
Ma dico: - Una manovra nata pro-titoli di Stato italiani per evitare il collasso del sistema economico nazionale; chiestaci a garanzia della fiducia riposta nel nostro Paese dagli Stati europei che indirettamente, tramite la BCE, hanno acquistato nostri titoli "drogati", ebbene, Tremonti, senza battere pugno, accetta lo stravolgimento del primo impianto della manovra, nella quale c'era un minimo di parvenza di tagli strutturali? -
Invece di dimmetersi Tremonti, si dimette il tedesco Stark dal prestigioso consiglio della BCE! Cose dell'altro mondo!
E' proprio vero che il sistema economico europeo è diverso dal tolemaico ed affidabile sistema nel quale si è formata la prestigiosa banca centrale tedesca. D'altronde, non poteva essere diversamente, soprattutto quando si ha a che fare con sistemi governativi, che formulano le regole per i relativi sistemi economici, per popoli che hanno sempre vissuto alla "giornata", avvalendosi del dettame ben radicato del: pensa ad oggi che domani si vedrà!

Citazione
"L'interdipendenza tra stati in Europa è troppo forte per pretendere che le decisioni di politica monetaria non risentano di uno sforzo di comprensione di realtà complesse e anche di natura politica".

E quindi? Cosa dovremmo pensare, in funzione dell'intoccabile interdipendenza tra Stati, di vivere sempre alla giornata?
Con serie assunzioni di indiscutibili decisioni politiche nessuno dovrà fare sforzi di comprensione di realtà complesse.
Non si può definire complessa una realtà nella quale non si ha il coraggio di annientare le blindate corporazioni professionali; le blindate corporazioni di coloro che si sono costruiti assurdi diritti a tavolino, senza la minima lungimiranza sulla sostenibilità di quei diritti. Ora ci si lamenta, in Europa, perchè non si ha comprensione per un popolo che è vissuto sempre in funzione degli aiuti?
Credo che le dimissioni di Jünger Stark debbano per noi, e per l'intera Europa, essere d'insegnamento morale, che gli aiuti devono valere esclusivamente per fini umanitari e di sviluppo economico, e non più per pagare il piacevole sollazzo di un popolo.
 
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