Flashback di ricordi

DARWIN E LA SUA TEORIA


Charles Robert Darwin, naturalista inglese (1809-1882), nel 1831 si laureò in scienze naturali e nello stesso anno si unì alla spedizione del capitano Fitzroy, che, con il brigantino Beagle, visitò le coste orientali dell'America del Sud, numerose isole del Pacifico, fra cui le Galápagos, la Nuova Zelanda e alcune regioni costiere dell'Australia. Dal viaggio, che durò cinque anni (1831-1836), Darwin riportò una grande quantità di documenti e di osservazioni. Nel 1859 uscì il suo libro più importante, che aveva meditato in seguito alla crociera sulla Beagle: "L'origine della specie attraverso la selezione naturale". Le prime specie giunte milioni di anni fa nelle Galàpagos al loro arrivo trovarono due importanti differenze rispetto alla terraferma: prima di tutto le isole erano diverse dal punto di vista fisico e in secondo luogo c’erano poche altre specie con cui competere. Alcune specie colonizzatrici riuscirono a sopravvivere e a riprodursi. Naturalmente i figli appartenevano alla stessa specie dei genitori, ma in alcuni casi cominciavano a notarsi lievi differenze. Il classico esempio è rappresentato dall’uccello che genera un pulcino con un becco leggermente diverso da quello dei genitori o dei fratelli. Nel diverso habitat delle isole i pulcini con un becco leggermente modificato possono sfruttare meglio l’ambiente. Si dice che si sono adattati meglio e hanno maggiori possibilità di sopravvivere e di allevare una propria nidiata. Questi sopravvissuti adattatisi meglio possono trasmettere tratti genetici favorevoli (in questo caso il becco è un po’ modificato) ai loro figli e così, nel corso delle generazioni, avviene la selezione delle caratteristiche migliori, con il conseguente abbandono di quelle più svantaggiose. Alla fine, la differenza tra i colonizzatori originari e i loro lontani discendenti è così grande da poter considerare i discendenti una specie a parte. E’ questa l’essenza della teoria dell’evoluzione tramite selezione naturale formulata da Darwin.