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40 anni fa, 1 anno prima del '68...


 Mettete dei fiori nei nostri cannoniera scritto in un cartellosulla schiena di ragazziche senza conoscersi,di città diverse,socialmente differentiin giro per le strade della loro cittàcantavanola loro proposta,ora pare ci sarà un'inchiestatu come ti chiami?Sei molto giovaneMe ciami Brambilla e fu l'uperarilavori la ghisa per pochi denarie non ho in tasca maila liraper poter fare un ballo con leimi piace il lavoro,ma non son contentonon è per i soldi che io mi lamento,ma per questa gioventùc'avrei giurato che mi avrebbe dato di piùMettete dei fiori nei vostri cannoniperché non vogliamo mai nel cielomolecole malate,ma note musicaliche formano gli accordiper una ballata di pace,di pace, di paceAnche tu sei molto giovane,quanti anni hai?E di che cosa non sei soddisfatto?Ho quasi vent'anni e vendo giornaligirando quartieri fra povera genteche vive come me,che sogna come mesono un pittore che non vende quadridipingo soltanto l'amore che vedoe alla società non chiedoche la mia libertàMettete dei fiori nei vostri cannoniperché non vogliamo mai nel cielomolecole malate,ma note musicaliche formano gli accordiper una ballata di pace,di pace, di paceE tu chi sei?Non mi pare che abbia di che lamentarti...La mia famiglia è di gente benecon mamma non parlo,col vecchio nemmenolui mette le mie camiciee poi critica se vesto cosìguadagno la vita lontano da casaperché ho rinunciato ad un posto tranquilloora mi dite che ho degli impegniche gli altri han preso per meMettete dei fiori nei vostri cannoniperché non vogliamo mai nel cielomolecole malate,ma note musicaliche formano gli accordiper una ballata di pace,di pace, di pace.Questi (I Giganti) quarant'anni fa cantavano canzoni così. Profetici? Oppure è il mondo che, nonostante gli enormi progressi tecnologici, umanamente è rimasto fermo al 1967? Senza voler nulla togliere al bravo Simone Cristicchi o alla rivelazione Francesco Moro, devo dire che l'esibizione di questo gruppo alla XVII edizione del Festival di Sanremo è stata dirompente e di portata storica. Chissà se nel 2047 ci sarà qualcuno chi si ricorderà di "Pensa" o di "Ti regalerò una rosa". Io avrò novant'anni (ammesso di arrivarci, a questa veneranda età). Se ci saranno ancora i blog, magari, ci penseremo allora...