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Minculpop... de che???


Stamattina trovo nell'e-mail un messaggio che mi dà il benvenuto nella mailing list dell'On. Antonio Borghesi (Italia dei Valori). Stimabilissima persona, senza dubbio, però non mi sono iscritto spontaneamente... Nessun problema, avranno reperito l'indirizzo in rete o su qualche sito dove ho firmato petizioni o appelli che, in qualche maniera, possono qualificarmi come persona che è in sintonia col partito di Di Pietro. In realtà sono comunista, ma -proprio per come intendo io essere comunisti- ascolto anche chi non la pensa esattamente come me. E, se posso, ci dialogo o discuto. L'On. Borghesi, per ora, ha una mailing list vuota, ma ha anche un blog dove ho trovato un topic abbastanza interessante. Lo riproduco di seguito, assieme al commento che ho ritenuto opportuno inserire subito. Questo è il topic proposto dal blog dell'On. Borghesi:NO AL NUOVO MINICULPOP (Sic!) VOLUTO DA RIFONDAZIONE COMUNISTA
ROMA, 25 GENNAIO 2007 – E’ inaccettabile l’idea di misure protezionistiche volte a limitare il numero di film stranieri proiettabili nelle nostre sale cinematografiche. Lo sostiene Antonio Borghesi, deputato e Responsabile dell’Economia di Italia dei Valori, che ritiene che il protezionismo sia sempre una risposta sbagliata alla risoluzione di problemi di competitività internazionale. E poi, ammesso che una tale misura si possa realizzare, chi dovrebbe decidere quali film stranieri dovrebbe vedere il popolo italiano. E’ una vera e propria riedizione del MINICULPOP (Ministero delle (Sic! un'altra volta) Cultura  Popolare) di mussoliniana memoria. La pretesa, propria dei regimi comunisti e fascisti, di decidere cosa e bene o cosa è male per il popolo è inaccettabile. Questo è il mio commento:1. Minculpop "de che"???Scritto da marcosisi il 22-10-2007 06:56 Trovo, invece, che sia il caso di prendere alcune misure a difesa del nostro cinema e della nostra industria audiovisiva. C'è maniera e maniera di agire per sostenere le produzioni italiane, senza bisogno di scadere nell'effetto "Minculpop". In Francia, dove non mi risulta che siano stati al governo i fascisti o i comunisti sovietici, la percentuale di prodotto nazionale diffusa nelle sale o nei canali televisivi è altissima, senza rischio alcuno per la democrazia. Mi sembra abbastanza infantile e superficiale sostenere che un intervento volto a vedere più cinema italiano sia protezionismo. Non credo sia necessario arrivare al punto di scegliere quali film vedere o quali no. Tra l'altro, non so se l'on. Borghesi ci aveva mai pensato, il fatto che Medusa abbia praticamente il monopolio della distribuzione cinematografica, assieme a poche altre, molto più piccole, società, lascia ai distributori il potere di decidere quali film far vedere, e quali no, in Italia. E allora, usando lo stesso metro di giudizio, data la bassa qualità della maggioranza delle distribuzioni Medusa, potremmo parlare di "Mininculpop" (Ministero dell'Incultura Popolare). Meglio così? Scherzi a parte, credo che il cuore del problema sia rappresentato dal fatto che il cinema e tutte le altre branche dello spettacolo nostrano debbano combattere con una cronica mancanza di fondi. Si metta in contatto coi cosiddetti "cento autori" e vedrà che, senza bisogno di "commissari politici" e altre scemenze, le sapranno fornire un po' di suggerimenti su come sostenere il nostro cinema. Produrre, distribuire e quindi proiettare più film "nostri", magari girati con più soldi e quindi ancora più "belli", secondo me, lascerebbe al libero giudizio dello spettatore la decisione di vederli. Non credo che lei abbia niente contro il libero mercato. Ma quello vero, non quello inteso da Berlusconi che vuole avere il monopolio su tutto.Aggiungo che, a parte che nel blog l'Onorevole (o chi per esso) ha clamorosamente sbagliato l'acronimo (Miniculpop invece di Minculpop), è interessante leggere questo post pubblicato su un altro blog: http://www.ilmondodifuori.splinder.com/archive/2004-10