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"E' la globalizzazione, baby"...


Mi capita sotto gli occhi il titolo di un quotidiano che, all'incirca, dice che "Report", nella puntata in onda ieri sera, ha parlato delle griffe e dei cinesi che, qui in Italia, lavorando in nero e/o come schiavi, fabbricano oggetti firmati che costano pochissimo a chi li produce, e molto di più a chi li compra. Domanda: a questo punto, c'è ancora una differenza fra cineserie comprate a 8 euro e capi griffati pagati 800? Intendo, quanto meno a livello qualitativo. Mi sembra che, sempre più spesso, chi ha i soldi, ma i soldi "quelli veri", ritenga non negoziabile il suo status e, soprattutto, si dia da fare per guadagnare sempre di più e spendendo sempre meno.Probabilmente è vero che, se esiste qualche cretino il cui livello di autostima è direttamente proporzionale ai soldi che spende per vestirsi (o per mangiare, o per arredare casa), certamente i signori stilisti non avranno problemi per quanto riguarda il cosiddetto "salmone quotidiano".Ho fatto mente locale per un attimo. Non mi ricordo quand'è che ho comprato qualcosa da mettere addosso. Ah, ecco... sabato pomeriggio, dodici euro da un ambulante per un paio di pantaloni di velluto. E prima? La memoria si perde nella notte dei tempi.I signori stilisti, per me, andrebbero per stracci... quelli che ci vorrebbero rifilare a peso d'oro.