La parola...

Carnevale speciale!


Insegno a Bellizzi, una frazioncina della città, da 12 anni, e da 12 anni coltivo un sogno: ballare la quadriglia col gruppo folk 'Zeza di Bellizzi'.La Zeza è una rappresentazione tipica della mia terra, e affonda le radici all'epoca della dominazione francese. I signorotti d'oltralpe importarono qui una farsa che, nel tempo, si è trasformata nell'attuale rappresentazione.La storia è semplice: Pulcinella, marito di Zeza e padre di Porzia, come tutti i padri  è geloso della figlia e non vorrebbe mai maritarla. La madre invece, quando arriva il ricco dottore Don Zenobbio a chiederne la mano, farà in modo che la figliola convoli. Il tutto è condito da liti, frizzi e lazzi e si conclude con una quadriglia in onore degli sposi.Le Zeze della provincia sono tante e tutte belle, ma quella di Bellizzi ha due particolarità: innanzitutto è l'unico gruppo folk della città capoluogo e inoltre, almeno a detta di Roberto De Simone, è la depositaria del testo più fedele all'originale francese. Roberto De Simone si ispirò proprio alla Zeza di Bellizzi per scrivere la sua 'Gatta Cenerentola'.I figuranti, come da tradizione, sono solo maschi. Fino a qualche anno fa il capozeza
 era il compianto Leopoldo Iannaccone, personaggio carismatico e assolutamente ligio alla tradizione, sicché mai e poi mai io avrei potuto prender parte alla Zeza essendo donna. Da quando Leopoldo ci ha lasciati, il capozeza è Rino Iannaccone, che oltre a creare nuove figure nella quadriglia ha anche aperto al pubblico, e quando si può invita chi vuole a ballare.E stamattina ha invitato anche me, così mi sono trovata per mano con mio figlio che è uno dei Don Zenobbio del gruppo (quello con la giacca verde nella foto qui di lato)a fare i rulé e i contré. Fantastico!Se voleste saperne di più sulla Zeza, sul giornalino che abbiamo fatto a scuola per Carnevale troverete notizie e curiosità: leggetelo qui