La parola...

Solidarietà


Piove che dio la manda. Per fortuna ho portato con me l'ombrello pieghevole, sicché mentre i più scappano a ripararsi sotto i balconi dei palazzi, io apro il mio parapioggia e procedo spedita. A poca distanza dal semaforo vedo una signora ferma al rosso che cerca di ripararsi con una busta, ma l'acqua è parecchia e il tentativo è fallimentare, tant'è che la signora si sta bagnando tutta.Allungo allora il passo e, raggiungendo la signora, con un sorriso le dico:- Si ripari con me.La signora mi guarda come se avesse visto un'apparizione e poi, con un accento dell'est, comincia a ripetere:- Grazie, grazie, io grazie a te signora, grazie grazie!- E di che?- mi schermisco io- Siamo tutte e due qui ad aspettare il verde, mi pare il minimo condividere l'ombrello! Ma lei dove va?- Io lavora qui più avanti, vede? Ma grazie grazie, bene così, io grazie, appena verde io va, grazie!Ha indicato un palazzo che è proprio davanti al mio, sicché le dico:- Guardi che anche io vado lì, se vuole facciamo la strada insieme visto che piove.- Davvero? Lei buona, buona, grazie grazie!Intanto è venuto il verde e ci facciamo i 100 metri dal semaforo a  casa con la signora che ripete grazie grazie e tra un grazie e l'altro mi racconta che è qui da due settimane, che al suo paese sta per nascere il suo nipotino e che lei non sa se potrà andare a casa ad aiutare sua figlia, perché 'trovato di poco questo posto, no può ora va via seno' poi perde lavoro'.Siamo davanti al portone e, per metter fine ai suoi grazie, le indico:- Guardi, vede, io abito lì, per cui non ho fatto niente di speciale accompagnandola fin qua.E lei:- Speciale no è quando uno fa cosa difficile da fare, ma è quando uno fa cosa con cuore. Però pochi sa fare. Io ricorderò lei, non pensavo ci essere più persone così, grazie.Mi saluta stringendo la mia mano in tutte e due le sue e se ne va, mentre io resto davanti al portone a chiedermi cosa le avrà mai fatto il mondo se un piccolo, banale gesto di soldarietà le è sembrato così speciale.