La parola...

I miei mostri da spiaggia - 2


Il windsurfista della domenica
Lo vedi incerto per qualche minuto davanti ai pezzi del natante con lo sguardo di chi deve sistemare in 10 secondi il cubo di Rubik.Quando finalmente si fa coraggio ed arma la vela, rimane altri dieci minuti coi piedi sulla tavola a surfare sulla spiaggia, un po' per farsi vedere, un po' perché la paura del mare fa novanta.Finalmente si fa coraggio e scende in acqua, arriva a un metro dalla riva e sale sulla tavola. Al primo tentativo  di issarla, la vela ricade lasciandolo lì sorpreso col capo della fune in mano.Al secondo tentativo sta lì lì per afferrare il boma ma scivola all'indietro sbattendo il mento sul surf.Al terzo tentativo prende il boma ma si sbilancia in avanti cadendo dapprima a cavalcioni
 sull'albero, poi scivolando sotto tramortito dal colpo.Quando dio vuole, finalmente riesce a tenersi in equilibrio sulla tavola e a tenere il boma con due mani.E qui comincia la parte difficile, quella del governo dell'imbarcazione.All'inizio le cose sembrano facili ma quando è già quasi convinto di essere 'o masto d'a vela, immancabile arriva un vento dispettoso; un velista autentico saprebbe strambare,  uno strambo sa solo seguire venti ed eventi, che in prima istanza lo portano verso la spiaggia, poi dispettosi cambiano ancora e lo fanno filare pericolosamente al largo. A 6 metri dalla riva, terrorizzato dall'idea di arrivare in Sardegna con quella velocità, il nostro si tuffa mollando il mezzo, che senza governo, prima di fermarsi, rischia la collisione con un pattino  in transito. I più tenaci risalgono a bordo, ma sono una minoranza; la maggioranza dei winsurfisti della domenica afferra la fune e traina  il mezzo a riva, dileguandosi poi rapidamente, prima che arrivino quelli del pattino.