La parola...

Pensieri sparsi prima di un nuovo anno


Parafrasando il Maestrone, un altro anno è andato, la sua musica ha finito...Nelle tasche della sera del 2019, da un lato c'è la gratitudine per averlo vissuto, quest'anno che se ne va, cosa che da un certo momento in poi della vita ho capito proprio bene quanto non sia affatto scontata.Dall'altro, c'è la malinconia per i vuoti di altri compagni di viaggio perduti. Ricordo che mamma, a ogni fine anno, commentava: "Non c'è rimasto cchiù nisciuno". Dapprima quest'affermazione mi faceva rabbia; mi sembrava che io, i miei figli e mio marito per lei non contassimo nulla. Dopo che ci ha lasciati, invece, ho capito cosa volesse dire: quei vuoti ti restano dentro e, quando ti ci soffermi, ti senti solo anche se sei circondato d'affetto.Infine c'è la speranza. Una speranza che non è più fatta di "Dirò, farò, vedrò" come da giovani. La speranza d'oggi si accontenta. Le basta immaginare di arrivare ancora a un nuovo 31 dicembre, senza altri vuoti.Insomma, per il 2020, Signore non peggio.Auguri a tutti.