La parola...

'o maccaturo


Ragazzi che raffreddore... sembro un rubinetto rotto! Avrò consumato tre rotoli di Scottex dalle 14 ad ora. Di fatto ho finito le scorte di carta da cucina e tra poco dovrò attaccare la carta igienica, per soffiarmi il naso! Ogni volta mio marito mi dice 'Ma perché non usi i fazzolettini di carta? ' e ogni volta gli rispondo 'Sì, così li finisco tutti e poi per strada esco col rotolo di carta igienica in testa, tipo la signorina qua di lato!Odio il raffreddore!E' da quando ero piccola che quando ne becco uno mi dura per giorni e giorni, con brividi di freddo, starnuti, naso che cola, faccia che sembro in salute come uno che sia  finito sotto un Tir da poco...Riflettevo però oggi pomeriggio che almeno una cosa va meglio rispetto a quando ero piccola: il colorito del naso. Quando ero piccola il naso diventava rosso, screpolato, dolorante, a volte la pelle si spaccava e sanguinava...una sofferenza nella sofferenza. Da quando hanno inventato i fazzoletti di carta, invece, questo supplizio almeno me lo risparmio.E ho capito anche com'è accaduta questa cosa: non uso più 'o maccaturo.
'O maccaturo è il fazzoletto, ma attenzione, fazzoletto in senso lato.Partiamo dal maccaturo base, quello di cotone bianco. Ricordo mio padre e mio nonno. Avevano questi bei fazzolettoni di cotone, che usavano d'estate a mò di cappello per proteggersi dal sole, legati alle nocche dei quattro angoli, o per asciugarsi il sudore quando lavoravano nell’orto;  e ricordo i maccaturi usati come benda di primo soccorso in caso di ferite ( quante volte sono andata in giro con le ginocchia fasciate da candidi fazzoletti in cotone legati stretti, da ragazzina!).Ma era 'maccaturo' pure il foulard che mettevano in testa le
donne, quando la domenica si andava in chiesa o in segno di lutto, e allora era nero. Io lo indossai per un paio di mesi, quando persi papà... persi papà a luglio, faceva un caldo terribile, io ho sempre avuto la pressione bassa e sotto quel maccaturo nero sudavo, sudavo, sudavo... fu così che cominciai a svenire dappertutto. Allora il medico, interpellato da mia madre sugli svenimenti di questa figlia, le disse :- Signò, si non vuliti portà 'o lutto puro p'a figlia vosta, facitici levà sta pezza nera 'a capo! ( signora, se non volete vestirvi di nero anche per la perdita di vostra figlia, levatele questo straccio nero dalla testa)E fu così che (con enorme disdoro di mia madre che aveva portato abiti neri e maccaturo per 5 anni dopo la morte del padre) lo tolsi. Ma il maccaturo per eccellenza resta quello di cotone bianco, da portare nella dote per lo sposo, da ricamare romanticamente, da mettere al taschino, da offrire  alla dama in lacrime...e da usare per soffiarsi il naso. Sapete, quelle soffiate belle rumorose, come pernacchie, che ora non si sentono più… Perché ora ci sono i fazzoletti di carta, con i quali soffiarsi il naso fa più fine... Ebbene, io ricordo il sollievo di quel cotone fresco che avvolgeva il naso alla prima soffiata...ma ahimé ricordo anche, nelle lunghe giornate di raffreddore passate a scuola quando il naso perdeva come un rubinetto rotto, ricordo, dicevo, quel cotone perdere sempre più la freschezza e diventare inzuppato, irritante, inutile...L'invenzione dei Kleenex mi ha salvato dall'erosione del naso causa sfregamento da fazzoletto 'nfusso ( bagnato) quindi viva i Kleenex... anche se,  quando penso ai Tir che girano per l’Italia carichi di fazzolettini, agli alberi abbattuti, alle discariche riempite di rifiuti, e peggio ancora ai fazzolettini che si trovano dappertutto, un po' di nostalgia  dei fazzoletti di cotone mi torna... ma solo per un attimo, perchè subito mi sovviene anche il colorito del mio naso raffreddato!I maccaturi... chissà se ne fanno ancora.