La parola...

Ricordi a due ruote


Gironzolavo sul web e sono capitata su un forum in cui qualcuno ha messo l'immagine di una lambretta.E mi si è aperto un mondo di ricordi.Avevo forse 5 o 6 anni.In campagna in primavera c'erano tanti lavori da fare e papà e mamma da soli non ce la facevano, sicché chiamavano dei braccianti che venivano a lavorare 'alla giornata'.Uno di questi era un tale Aldo, che veniva da un paese della provincia, Chiusano, in sella alla sua Lambretta.Per me, che a quell'epoca non avevo alcuna nozione di geografia, il signor Aldo era una specie di cavaliere senza macchia e senza paura, che in sella al suo destriero compiva una sorta di viaggio interplanetario e ogni mattina magicamente giungeva fino a casa nostra per salvare i nostri campi dall'inselvatichimento!Il signor Aldo arrivava di buon mattino, quando io ancora dormivo, faceva colazione coi miei com'era uso e poi tutti insieme andavano giù nell'isca ( l'orto) a zappare. Quando mi svegliavo io, il destriero del signor Aldo campeggiava solitario davanti all'aia: che magnifica visione che era per me, che non avevo mai visto nessun altro mezzo di trasporto a motore! E poco contava se il sellino era rotto, se la vernice era sbeccata, se c'erano numerose ammaccature: Lambretta scassata, onor di capitano! Passavo ore e ore, ricordo, a guardarla. Da lontano, eh, perché un pochino la temevo, ma era tanta l'ammirazione per quel 'mostro' che divorava le distanze che non riuscivano mica a smuovermi dal muretto dell'aia su cui mi appollaiavo a guardarla...Ricordo che dentro di me speravo segretamente che rimanesse sempre lì... La sera, sistematicamente, il 'destriero' faceva le bizze e non voleva saperne di mettersi in moto; il povero signor Aldo ci smadonnava dietro cercando invano di dare gas e far partire lo scoppio col pedale  mentre mio padre, con il suo solito sorrisino beffardo sotto i baffetti alla Clark Gable ripeteva un cantilenante e sfottente: 'Maronna, falla parte!' :Ma mentre ciò accadeva a me sembrava che il tutto fosse un segno del destino: la Lambretta non voleva lasciarmi!Una quindicina di anni fa ebbi come sede di servizio Chiusano. Ero grande abbastanza da sapere che Chiusano non era lontanissimo come me l'ero immaginato, quindi almeno il mito del viaggio interplanetario non ce l'avevo più, ma confesso che ogni mattina, passando per le strade del paese, guardavo con la recondita speranza di vedere comparire una scoppiettante Lambretta...