La parola...

Picnic sui prati


Ho sentito or ora al TG che a Firenze nel parco di una villa di cui non ricordo il nome hanno fatto la festa del picnic. Pare che non si usi più molto, il pic nic, ormai.Forse nell'alta Italia non si usa più, ma qui da me si usa eccome.Stamattina l'altopiano del Laceno era praticamente presidiato da stuoli di amanti del picnic. Nelle aree apposite i grill andavano a tutta brace. Un signore si era messo anche un bel grembiulino e un cappello da cuoco e tutta la comitiva era al suo servizio: 'Pascà, port'a carne! Marì, 'o ssale! 'O forchettone, facit'ampressa ca s'appiccia 'a fell'e carne!' ( Pasquale, porta la carne! Maria, il sale! Il forchettone, fate presto che si brucia la fetta di carne!)Ma c'erano comitive che facevano picnic dappertutto, non solo nelle aree apposite. Un gruppo si era messo proprio di fianco alla chiesetta, su una sorta di terrazzino sopraelevato, fresco per una fitta vegetazione e con vista sull'ultimo refolo di acqua superstite che testimonia come un tempo lì ci fosse il lago: picnic con vista e benedizione speciale, insomma.Altri si erano messi sotto un cespuglio nei pressi della poca acqua, avevano aperto un ombrellone e un tavolino di quelli pieghevoli, si erano stesi a prendere il sole, il tutto sotto lo sguardo di una nutrita mandria di mucche che stava facendo il bagno. Alcune mucche erano mollemente sdraiate sul bagnasciuga... chissà perché ho pensato a me sulla spiaggia, a volte la mente fa strane associazioni...Un altro gruppo si era messo al fresco sotto un albero proprio accanto casa mia...ma non aveva valutato che poco distante c'è uno stazzo, per cui verso le 11 si son trovati circondati da una mandria di mucche che ruminava attorno alla tovaglia coi panini! Insomma, i picnic da me usano assai. Magari con qualche punta di tecnologia moderna, tipo i frigo portatili o i bruciatori a gas completi di bombola nonché con qualche piccolo tocco di confort: la sdraio per prendere il sole in attesa che sia pronto in tavola e lo stereo a palla nella macchina, parcheggiata ad un dipresso proprio perché a tutto volume si possa sentire bene la musica. E siccome si è altruisti, il volume va in modo che ne goda l'intero altopiano. Il che crea però qualche piccolo disguido di comunicazione coi cellulari:'Pronto! Prontooo! Aiz'a voce ca nun te sento! Chi? Pepp'a braciola? No, nun è arrivat'ancora, nun 'o saccio addò sta! Che dici? M'ha telefonato? Io nun l'aggio 'ntiso! Chillo 'Ntonio 'a mis'a radio a scassarecchia! Va trov'addò è ghiut'a finì mò, pé dint'a montagna, Pepp'a braciola! ( Pronto! Prontooo! Alza la voce che non ti sento! Chi? Peppe detto la braciola? No, non è arrivato ancora, non lo so dov'è. Come dici? Mi ha telefonato? Io non l'ho sentito! Quello Antonio  ha messo la radio ad un volume da spaccare le orecchie! Chissà dov'è finito ora, nella montagna, Peppe la braciola!)Siamo rientrati a casa sopraffatti dai dilemmi: intanto, di che braciola si parla? Sì, perché la braciola al nord è la fetta di carne che va sulla brace, mentre da noi è il pezzo di colarda o palettella aperto, imbottito di prezzemolo, aglio, formaggio e frittatina leggera, avvolto, legato e messo a 'pippiare' nel ragù. Una volta in verità si usava la coperta di costata all'uopo, e magari ci si aggiungeva anche pinoli e uva sultanina, ma oggi la nouvelle cuisine richiede pezzi magri e quindi colarda e l'agrodolce non tanto si porta più e quindi niente pinoli e uva sultanina. Ciò detto, che braciola sarà mai il signor Peppe, dunque? E lo chiamano 'a braciola perché è lui che porta le braciole nei picnic o perché è lui che le mangia? Ma soprattutto, sarà riuscito Pepp'a braciola a raggiungere la comitiva o lunedì ritroveremo l'amico a 'Chi l'ha visto'?