- Mà, ma secondo te sto salame si chiama di felino perché è di Felino città, o perché è di felino gatto?E mentre mi fa questa domanda, mio figlio guarda perplesso il salamone che gli ha portato un collega da Parma.Mia figlia, animalista convinta, coglie la palla al balzo per fare adepti alla sua causa e pronta risponde:- Lo fanno coi gatti! L'hanno fatto con uno come Artù!Il figliolo, sempre col salamone tra le mani, si volta a guardare il nostro micione, il quale lo fissa in cagnesco... o in gattesco, forse... insomma incavolato.- Faglielo annusare. -rincara mia figlia- Se Artù lo mangia è di suino, sennò è di gatto.Stefano, sempre più in crisi, taglia una fettina del salamone e la avvicina ad Artù.Egli, che di fatto è un gatto schizzinoso e viziato (un esempio su tutto: mangia solo prosciutto cotto Rovagnati fresco di taglio; già se è del giorno prima te lo molla lì disgustato) la annusa, guarda mio figlio, la riannusa e poi fa un 'Frrr' tra l'innamorato e il disgustato, ma non la mangia.- Ecco, lo vedi? Sarà di gatta femmina!- maramaldeggia Giulia rivolta al fratello.Stefano ha ormai davanti l'immagine di Artù ridotto a salamini, per cui molla il salamone lì senza toccarlo.- Ma facitim'o piacere! M'o mangio io 'o salame si vui nun 'o voliti! Così sentenzia il cannibale di casa, altrimenti detto la mia dolce metà, e afferrando salame, coltello e tagliere affetta e comincia a mangiarne di gusto. Stefano sta per farsi convincere soprattutto vedendo con che piacere il padre mangia, quando Bruno prende la seconda fetta, la addenta e, guardando la figlia, fa:- Frrr... Frrr... miao!A quel punto mio figlio, ormai completamente nel panico da salame di gatto, accende il computer per vedere esattamente di quale Felino si sta parlando.Assicuratosi che è di suino proveniente dalla città di Felino, sta per addentarne anche lui due fette, solo che Giulia, guardandolo, gli fa:- Hoink! Hoink!Morale della favola: il figliolo ha detto che la prossima volta che gli portano un salame se lo va a mangiare da solo giù in cantina!