La parola...

Andar per sagre


L'odore di caldarroste invade il vicoletto che porta a S. Domenico. Fila lunga davanti al calderone dove le distribuiscono gratis; ognuno ha in mano un contenitore in cartoncino con dentro un po' di frutti appena tolti dal fuoco. Nostalgia del coppetto di carta e delle castagne tenute strette fra le mani, da bambina. Il fumo della carne alla brace sfida quello dei marroni, e man mano che si scende verso la piazza vince e domina. Tavolate con formaggi, tartufi, prodotti più o meno tipici e tanti bicchieri di vino. Aroma del caciocavallo impiccato che fonde sulle braci e sulla mia fetta di pane. Stand con tammorre piccolissime, piccole, normali, medie, grandi e grandissime e con le zampogne appese alle pareti. Tarantella per la strada capitanata da Pulcinella.Folla che ti spinge e ti schiaccia e ti porta nel suo flusso. Guinness dei primati per il tronchetto di castagne più lungo. La scoperta di vicoletti laterali magicamente silenziosi.Traffico infernale con serpentoni infiniti di macchine, camper e pullman costretti a muoversi a passo d'uomo lungo le stradine anguste di uscita dal paese. La sagra della castagna e del tartufo di Bagnoli Irpino è questo e molto altro e si rinnova ad ogni ultimo week end di ottobre da ormai 33 edizioni.Coi suoi pregi e i suoi difetti attira gente da ogni dove ed introduce la magia dell’arrivo del freddo, che lento si insinua fra il fumo delle castagne e delle salsicce e  porta con sé la nostalgia per l'estate ormai finita. E' diventata forse un po' troppo nota e per questo rischia una eccessiva deriva commerciale, ma spero che venga messo un freno a tale deriva perché  questa sagra conserva ancora odori e profumi delle feste di un tempo. E risveglia le medesime nostalgie.