La parola...

Del 13 febbraio, di noi donne e di strane sensazioni


Non ero andata alla manifestazione del movimento 'Se non ora quando', oggi. E mi dispiaceva: un popolo che si muove per affermare un principio è l'espressione maggiore di democrazia, e non esserci mi aveva fatto sentire un po' crumira (Nella, avevi contribuito anche tu a questo, sai?) sicché, appena rientrata, mi sono messa a cercare notizie e immagini.Le immagini sono bellissime. Colorate e allegre come solo le donne sanno essere; suggestive in particolare le immagini di Torino, con quei fili che uniscono in una rete arcobaleno, ma comunque da ogni piazza sono arrivate immagini belle come solo le donne sanno essere. Donne di ogni età, di molteplici provenienze, che dal nord al sud avevano tutte la stessa espressione negli occhi: quella di chi afferma il proprio ruolo con fierezza. E guardandole mi sono sentita ancora più fiera di essere donna. Però...Però a un certo punto ho sentito una strana sensazione.Non so se quel continuo ripetersi della parola 'Dimettiti' o cosa, ma di sicuro qualcosa ha fatto scattare in me una sorta di allarme: certo, le donne fortemente desiderano cacciar via questo presidente che mortifica non solo la loro, bensì la dignità dell'intera nazione, ma ho avuto la sensazione che, da parte della politica, si voglia usare l'indignazione femminile come ariete: la manifestazione strumentalizzata come mezzo per abbattere l'avversario e non come fine per riconoscere alle donne vera dignità.Magari è solo una sensazione, anzi spero proprio di essermi sbagliata, ma in ogni caso mi raccomando, donne: pronte a scendere in piazza di nuovo se servisse ad affermare che noi non ci facciamo usare da nessuno, né palesemente né subdolamente!