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Saccio 'o cinco, saccio 'o sei!

Post n°418 pubblicato il 30 Aprile 2008 da vi_di

Dopo la terza notte in giro per casa senza riuscire a smettere di tossire ieri pomeriggio mi sono decisa ad andare dalla dottoressa di famiglia.
In genere ci vado solo per le prescrizioni delle medicine per mamma, per cui non conoscevo bene orari, regole e quant'altro.
Arrivo quindi alle 16,30 come da cartello affisso sulla porta d'ingresso dello studio...e trovo dinanzi a me almeno 15 persone!
'Ma scusate - ho chiesto ai presenti- se apre alle 16,30 a che ora siete venuti?
'Eh, signò - mi risponde una arzilla vecchietta- e vui veniti 'nganna nganna e vulite essere 'a prima? Io sò venuta e mi sò misa a aspettà for'e scale d 'e quatto manc nu quarto!
( trad. Eh, signora, lei viene all'ultimo minuto e vuole pure essere prima? Io sono venuta e mi sono messa ad aspettare sulle scale dalle 15,45!)
Mentre la vecchina così diceva, tutti gli altri 14 si sono girati a guardarmi con aria di biasimo...mi sono sentita tanto un fratello Bandiera davanti al plotone di esecuzione, sicché non ho ribattuto e, mogia mogia, sono andata a prendere il mio numerino di prenotazione e mi sono seduta in un angolino tentando di diventare invisibile...
Gli angolini sono i posti migliori per l'osservazione, però, e quindi, appena mi è parso che il plotone di esecuzione avesse abbassato le armi ho cominciato a guardarmi intorno.
L'umanità di una sala d'attesa di un medico di famiglia è molto varia.
C'era la signora d'età che raccontava alla vicina:
'Signò, io 'a casa nun tengo che fà, sto sola, i figli stanno fòre e allora me ne vengo qua a passà nu poc'e tiempo...'
( Signora, io a casa non ho nulla da fare, sto sola, i figli abitano fuori città, e allora me ne vengo qui a passare un po' di tempo)
C'era la signora di mezza età con la busta della spesa poggiata a terra che guardava continuamente l'ora; forse doveva andare a preparare la cena.
'A che numero siamo? - ha chiesto ad un certo punto alla sua vicina
'La signora vicino alla porta che deve entrare mò è il 64.
Per inciso, la signora vicino alla porta sembrava Mennea ai blocchi di partenza della corsa che gli procurò il record mondiale dei 100 metri... ed ecco che la dottoressa suona il campanello che avverte che può entrare la visita successiva.
La signora sull'uscio scatta e contemporaneamente si alza dalla mia sinistra una vecchina con un'aria molto curata, due occhi furbini, che si sorreggeva ad una stampella ma pareva farlo più per vezzo che per necessità, e si avvia verso la porta.
Un signore d'età, che era a destra della stanza , la guarda e fa:
'Signò, ma vuje addò jate?
( Signora, dove va?)
'M'appreparo, ca mò aggia trasì io!' ( Mi preparo perché ora debbo entrare io)
' Ma com'aviti trase vui si è trasut' o sissantaquatto e io tengo 'o sissantacinco
?( Ma come fa ad affermare che deve entrare lei,  se ora è entrato il 64 e io ho il 65?)
'Nè giuvinò
( ndr: il signore avrà avuto intorno ai 75 anni...) ma vui che diciti? 'O sissantacinco 'o tengo io!( Senta giovane, ma lei cosa dice? Il 65 ce l'ho io!)
' Ah sì? E facitimmello veré! ( Ah sì? E allora me lo faccia vedere!)
' O ji quann'oj! (Eccolo!)
E con aria di sfida, quasi brandendo la stampella, la signora tira fuori il foglietto del numeretto, proprio mentre la dottoressa suona per la visita successiva. Ma sul foglietto c'era scritto 66.
' Signò
- reagisce con voce decisamente incazzata 'o giuvinò - ma vui vuliti 'mbrosà a me? Quisto è 6, o veriti? ( Signora, ma lei voleva imbrogliare proprio me? Questo è 6, vede?)
In genere, in queste situazioni, i presenti prendono le parti dell'uno o dell'altro litigante; in questo caso no:  in sala d'attesa assoluto silenzio. I pazienti sono  diventati spettatori attenti a vedere come finirà la scena, se con un coup de théatre o col riconoscimento del turno al giuvinò.
E lo spettacolo non ci ha delusi.
L'arzilla signora guarda il suo foglietto, guarda il signore e poi:
' Giuvinò, saccio 'o cinco, saccio 'o sei: mò sapite che ci sta 'e nuovo? Ca siccome vui siti ommo e io sò femmena, facit'o cavaliere e facitimi trase prim'a mme! ( Giovanotto, che vuole che io sappia del 5 o del 6: sa cosa c'è di nuovo? Che siccome lei è un uomo e io una donna, lei faccia il cavaliere e faccia entrare prima me!)
E, con uno scatto da far invidia e che ha smascherato definitivamente l'inutilità della stampella, si è infilata nello studio lasciando l'allibito 'giuvinotto' davanti alla porta col suo 65!

 
Rispondi al commento:
giocarlovivi
giocarlovivi il 30/04/08 alle 11:18 via WEB
bellissima davvero penso che diventerò frequentatore assiduo del tuo blog divertente come la comicità da cabaret grazie per i sorrisi che fai affiorare ho vissuto per fortuna raramente queste situazioni e anche io mi diverto a defilarmi ad osservare l'umanità che si accapiglia e sfotte ma presentata così è spassosa ... ciao Gian
 
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