La parola...... quale parola, Frankie? (Troisi- Ricomincio da tre) |
AVELLINO NATALIZIA
SCAMPOLI-RITAGLI DI IERI E DI OGGI, IL MIO LIBRO
SCAMPOLI- Ritagli di ieri e di oggi
Raccolta di racconti
Formato cartaceo
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Nickname: vi_di
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Sesso: F Età: 67 Prov: AV |
« A Milano si incontra! | A me m'ha rovinata la Cina! » |
Mio figlio ha fatto l'intervento, per ora tutto bene, vedremo poi gli esiti, ma intanto anche questa è fatta.
In tutto questo, tra ieri e oggi ho frequentato molto la metropolitana milanese, la linea rossa, per andare da mio figlio. E visto che la casa e l'ospedale sono molto distanti, c'è almeno mezz'ora di metro quando va bene e se non è ora di punta.
Ora dovete sapere che per me la metropolitana è un mezzo ambivalente. Non ho timori particolari, tipo quelli della presenza di ladri o violentatori o attentatori folli nel vagone, anzi la mia anima provincialotta non abituata all'underground si sente tanto cittadina autorevole quando imbocca il tornello giusto e infila le scale mobili; ma la mia psiche cretina che soffre di claustrofobia non si sente per niente altrettanto bene! E proprio per sfuggire all'ansia da 'Marò, sto sotto terra, e come si esce da qua?' mi dedico durante il viaggio all'attenta osservazione della varia umanità sotterranea.
Devo dire che il materiale da osservare non manca. Oltretutto secondo me nessun personaggio inventato, per quanto ben studiato e costruito, avrà mai l'espressione di chi coi gesti e le parole ti permette a volte di conoscere un po' della sua vita reale.
Stamane, ad esempio, forse per attrazione fatale, sono venute proprio verso di me quattro signore che parlavano della Gelmini, del maestro unico, e del ragazzino che manco con 3 maestre capisce figurarsi con una... tutto il mondo è paese, mi son detta, anche a Milano ci sono le maestre e dicono le stesse cose che diciamo io e le mie colleghe!
Più in là due distinti signori in abito blu, cravatta, ventiquattrore di marca, parlano di borsa, di titoli in rialzo, di quotazioni in ribasso. Uomini d'affari, evidentemente, manager.
Ancora un po' più in là un gruppo di studenti, giovani e rumorosi come è giusto essere a quell'età, per i quali il problema maggiore è 'Domani ho piscina e oggi ho il parrucchiere, mi si rovinerà la piega' o 'Mio padre non vuole comprarmi l'i.phone, come faccio?'
Gruppi disomogenei, ciascuno col suo mondo che si sfiora per un attimo con quello degli altri grazie a questo vagone che corre nella Milano sotterranea; sono scesi tutti insieme alla stessa fermata, lasciando una bolla di silenzio nella metro. Ma non è vuoto il vagone, è ancora pieno. Però ora ognuno dei passeggeri è da solo, senza amici o conoscenti a cui parlare, tutti chiusi nel nostro mondo di pensieri, di preoccupazioni, o di gioie perché no, ma sicuramente, in questo momento, anche di solitudine.
Chissà dove vanno tutti... chissà se anche altri come me stanno andando da un figlio, un fratello, un amico che sta poco bene...
E quel signore con la valigia, parte o arriva?
E quella bella ragazza lì davanti, a cosa penserà con quel viso triste e mesto?
E il ragazzo di colore seduto qui di fianco che si è addormentato, chissà perché è così stanco, forse ha finito ora di lavorare.
E questo sfacciatello che approfitta delle frenate per andare addosso alla figliola in minigonna pensa forse di passare inosservato? Però lei non si arrabbia... beh, dove c'è gusto non c'è perdenza, si dice da me, e allora lasciamoli fare!
Ed anche stavolta siamo alla fermata, non è successo nessun disastro e non mi è venuto l'attacco di panico: grazie, varia umanità!
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