La parola...

Luttazzi è Luttazzi.
Non si può chiedergli di essere diverso e non sarò certamente io a farlo, né tantomeno lo censurerei laddove ne avessi il potere, figuratevi.
Sanno bene i miei studenti quello che dico durante le pause che "arricchiscono" le mie lunghissime lezioni di teoria. In quelle occasioni, tuttavia, adeguo le mie "riflessioni ad alta voce" alla tipologia dei presenti, preoccupandomi del loro profilo psicologico. Quindi parlo soltanto se ritengo di non turbare nessuno.
Ieri sera mentre ascoltavo, una vocina dentro di me diceva: funziona, funziona... speriamo solo che non stiano ascoltando dei bambini o degli spiriti semplici...
Concludo quella che non vuole essere assolutamente una polemica con alcuno, a cominciare dal bravissimo Luttazzi,con un'altra "riflessione ad alta voce":
io e Luttazzi vogliamo le stesse cose, abbiamo uguali fini. Ebbene ieri sera ho temuto che i suoi mezzi potessero fare un cattivo servizio ai nostri fini.