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AVELLINO NATALIZIA
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« Attenzione pericolo, man... | C'è pioggia e pioggia » |
Una sciocchezza scritta qualche tempo fa, che condivido volentieri con i miei amici di blog
Nemmeno i proverbi se ne fregano
o dell'amor che è eterno finché dura
Remigio. Da quando l’aveva conosciuto non si erano mollati un attimo.
Le piaceva tanto che lui la cercasse, si sentiva finalmente importante per qualcuno, lei che si era sentita sempre la penultima di tutti.
La penultima, sì. Quella di cui proprio nessuno si accorge, perché l'ultimo lo vedono tutti sia pure per deriderlo, ma il penultimo non se lo fila nessuno.
Con Remigio si era sentita seconda. Prima no, nonostante quel cercarsi di continuo; ma per una che era stata sempre penultima arrivare seconda era qualcosa di inatteso ed inebriante.
Solo che, forse perché non era abituata a quella condizione, si sentiva un po' stretta a volte da quell'amore troppo presente. In certi momenti Pina avrebbe voluto che Remigio la lasciasse un po' sola: va bene l'amore, ma così si soffoca, eh! Sempre insieme io e te tu e io, come quei due nella TV, che barba che noia!
A dirlo a Remigio però era un guaio: dapprima faceva finta di aver capito, ma poi si incavolava, si immusoniva, si chiudeva prima in silenzi minacciosi poi sbottava in fiumi di parole che la incalzavano e la sommergevano, per salvarsi dai quali l'unica alternativa era tirar fuori la bandiera bianca e dire ok va bene, sempre insieme io e te te e io.
In realtà non l'avrebbe mai ammesso nemmeno con se stessa, ma la tirava fuori quella bandiera perché in lite con Remigio non ci sapeva stare, le veniva paura di perderlo. Sì, se la tirava un po' prima di cedere, ma faceva parte di quelle che la sua amica chiamava 'arti femminili', però mai l'avrebbe davvero lasciato andare.
- Secondo me tu ogni volta ti arrendi solo per non sentirti di nuovo penultima.
Boh, forse l'amica aveva anche ragione, ma intanto era così bello arrendersi e ritrovare le coccole, l'affetto, il nido.
Fuori c'è il sole. Pina guarda dal vetro del bar la gente che cammina piano per godere quell'ultimo tepore d'autunno.
E' una bella giornata fredda e luminosa.
Come quel giorno che per la prima volta il nido l'avevano fatto davvero, lei e Remigio. Un nido precario, un posto scovato per caso all'ultimo momento, ma che bello che era stato sentirsi uno nelle braccia dell'altra, emozionati e vicini molto più di quando erano solo io e te: erano noi, in quel momento. Si era sentita quasi prima quel giorno.
Come fu che ad un certo punto al posto di 'Certo, sicuramente, sì, ci vediamo tra poco' cominciarono a dirsi 'Non so, vediamo, dipende, magari ci sentiamo domani dai' Pina non riuscì mai a capirlo.
Sentì però con chiarezza che non erano più noi, ma tornavano ad essere io e te, anzi tu - io. Scoprì quanto un'assenza possa essere più opprimente di una presenza e pian piano realizzò che nella classifica regrediva: quintultima, quartultima, terzultima... penultima di nuovo.
Dice che gli ultimi saranno i primi.
Nemmeno i proverbi se ne fregano dei penultimi.
Ma in fondo, chi se ne frega dei proverbi.
E, in quella mattina fredda e luminosa tanto simile a quella di qualche tempo prima, Pina scacciò via i ricordi e alzando gli occhi dal caffè sorrise a Gigi.
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