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COSA MANGIARE....


Piatti tipici:LI PIZZARIEDDI e LI RECCHI : pasta fatta in casa preparata con semola di grano duro e acqua. Questo piatto, molto semplice e dalle origini antichissime (fanno parte di una tradizione che si tramanda da generazioni, da madri in figlie, le quali invitavano quest'ultime ad avvicinarsi "allu taulieri" sin dalla più tenera età per imparare quest'arte) sono fatti dividendo l'impasto ben amalgamato e lavorato, in tanti piccoli pezzetti e usando su ognuno di essi una delicata pressione del pollice contro la spianatoia, formando così, con un piccolo movimento rotatorio, un cappelletto da rivoltare. Per li pizzarieddi si adopera lo stesso procedimento iniziale, solo che sopra ogni pezzetto viene posto un ferretto quadrangolare detto "frizzulu", il quale viene fatto rotolare sulla spianatoia esercitando una leggera pressione con il palmo della mano. Così il pezzetto di pasta si allunga e una volta tolto lu frizzulu diviene vuoto all'interno favorendo una perfetta cottura.La tradizione vuole ancora che, questa pasta sia condita, una volta cotta in abbondante acqua salata con un ragù composto da involtini di carne di cavallo, "li brascioli", con aggiunta dei succosi e dolcissimi pomodorini locali. Il tutto è completato da una spolverata di "cacioricotta", tipico formaggio dal gusto fresco e delicato, oppure, con pecorino stagionato e piccante, per chi ama i sapori forti. Nella categoria della pasta fresca tipica, una nota di rilievo spetta anche alla non meno appetibile "lajana" adatta per completare e rendere più gustose le semplici minestre di ceci e fagioli, ma viene preparata anche per "la tria cu llu baccalà" pietanza tradizionale pre- natalizia.Li FRISISono nate in seguito ad un antica filosofia di sopravvivenza, perché facevano parte dei prodotti di sostentamento nei periodi di penuria di cibo. Da qui un vecchio detto: "Furnu, sciardini e massaria, luntana la carestia", cioè: "Con forno, giardino e masseria, si allontana la carestia". Preparate con farina di grano duro, a forma di piccole ciambelle, appena cotte in forno e subito tagliate con un sottile spago in senso orizzontale, successivamente re-infornate per essere tostate. La tostatura faceva si che si potessero conservare per vari mesi in vasi di terracotta e utilizzare poi  all'occasione. Le friselle si gustano, ancora oggi, dopo averle ammorbidite con acqua e condite con olio di oliva, sale, origano selvatico e pomodorini. Purè di FaveIl purè di fave è uno dei piatti più umili e semplici della nostra tradizione, tanto semplice quanto gustoso perché arricchito dai sapori e dalle fragranze dei suoi contorni. E’ preparato con fave ormai seccate e sgusciate, fatte lessare per lungo tempo nella cosiddetta “pignata” tradizionale vaso di terracotta usato per cucinare i legumi, poi condito con olio, un pugno di semola di grano duro ben amalgamati ed in fine aggiungendoci dei crostini di pane. Le fave secche facevano e fanno parte delle provviste per l’inverno, così, dopo la raccolta venivano essiccate e pestate su un mattone “la chianca” con un ciottolo tondeggiante “lu ddicu” raccolto precedentemente lungo la spiaggia e tenuto da parte per l’occasione. Questo lavoro serve a separare la buccia dal frutto. Una volta sgusciate le fave si conservavano nei tipici vasi di terracotta e all’occasione si prelevava la quantità necessaria per la preparazione del purè. Tra i contorni tradizionali, il posto di rilievo è occupato dalle verdure  condite in vari modi:   “ li cicureddi” (cicorie selvatiche) “li rabbicauli” (cime di rapa) “li paparini” (rosolaccio) soffritti in olio d’oliva con aggiunta di olive nere e peperoncino; la classica cicoria coltivata condita con olio d’oliva crudo; “li cardi” (germogli della pianta dei carciofi) conditi con olio d’oliva, pangrattato e peperoncino. Altri contorni che rendono questo piatto prelibato sono: l’insalata di pomodorini e “cummarazzi”(cetriolo tipico delle nostre zone), i peperoni fritti, “li ampasciuni” (un bulbo appartenente alla famiglia dei muscari) lessi e conditi con olio e aceto sale e pepe. Su questo piatto si  può scrivere e parlare all’infinito ma bisogna soprattutto assaggiare per gustarne il sapore ricco di profumi mediterranei.E poi il PESCE: re incontrastato della nostra tavola...alla brace, al cartoccio, in guazzetto, in zuppa...E poi la carne, le verdure...E che dire dei dolci?..provare per credere!!!Fonte: www.manduriaonline.com