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La foresta delle aquile


  
 “Fine novembre 1983. Contest internazionale di volo a vela. Baden-Baden, Foresta Nera. Gara di durata. Sono presente anche io, per una delle mie tante follie di quei tempi. Ho imparato, appena sedicenne, a volare in deltaplano, per la somma gioia di papà e mamma, i quali hanno provato di tutto per farmi smettere. Chissà perché stavolta sono stato preso da allucinazioni competitive, visto che non mi sono mai cimentato in una gara. Il tempo è incerto, ma accettabile: spira un vento di 10 nodi da sud (il nostro scirocco, germanizzato), il cielo è un po’ nuvoloso, la temperatura al suolo è abbastanza rigida e si aggira intorno a 3 gradi. Il momento è infine giunto: ritiro dei pettorali e partenza dal colle, che sovrasta questa elegante cittadina, alle h. 8.30 am, al ritmo di un partecipante ogni 15 minuti. Arrivo a Karlsruhe, ad una cinquantina di km a nord, ma quello che conta è, appunto, la durata del volo. Tocca a me…la partenza è da manuale…semplicemente! Con una cabrata mi ritrovo subito ad un 200 mt di altezza dal punto di partenza e riesco a distinguere nitidamente il corso principale di Baden-Baden, il suo Casinò, le sue terme…Comincio a volteggiare e mi guardo intorno…siamo in tanti, provenienti da un po’ tutta Europa…mi pare di aver anche sentito di un canadese…l’appuntamento è di quelli importanti…Dopo circa un’ora mi accorgo che qualcosa sta cambiando e non mi pare in meglio. Verso sud distinguo nitidamente una massa nuvolosa scura ed il vento è rinforzato a 25 nodi. Dalla direzione di gara comunicano via radio che sta salendo un fronte temporalesco e che siamo invitati a scendere; se del caso, il contest riprenderà il giorno successivo. Sembra facile, ma almeno la metà dei concorrenti (tra cui io) sono ormai in balia del vento, in deriva verso nord, a causa di raffiche che l’anemometro mi segna adesso a 35 nodi!...E’ ormai evidente che non riesco a rientrare a Baden-Baden; anche provarci soltanto potrebbe significare cadere. Ed allora, decido di tentare un atterraggio a Karlsruhe, lasciandomi derivare dalla corrente e lo comunico. Ore 12 am;…sono ormai circa 2 ore che ho perso il contatto radio con Baden-Baden e non riesco a ricevere il radiofaro di Karlsruhe…tempo brutto e così volo al di sopra delle nuvole; ad un’altezza di 2000 mt. la temperatura esterna è di 5 gradi sottozero. Per fortuna ho una imbracatura termica da ultimo grido, sto bene, e manovro bene…il problema è che “non aggancio” Karlsruhe e neppure la vedo (dovrei starci ormai sopra)…continuo a chiamare, ma dall’altra parte ci sono solo portanti elettriche dovute probabilmente alle nubi…Ore 15: il vento è ancora aumentato e adesso soffia a quasi 50 nodi! Inutile dire che sono molto preoccupato. Anche se all’altitudine a cui mi trovo questo vento, così teso e costante, perde le caratteristiche che lo contraddistinguono al suolo, mi è ormai comunque chiaro che sono nel bel mezzo di una tempesta autunnale. Suppongo che, non vedendomi rientrare, avranno ormai diramato un allarme. Lo spero…anche se, io per primo, non so dove mi trovo e continuo a derivare ancora verso nord. A questo punto, calcolando la velocità media tenuta, dovrei aver percorso non meno di 350 km verso nord e potrei trovarmi a sorvolare la zona di Colonia, sempre che abbia continuato a seguire il Reno….Ogni tanto continuo a chiamare alla radio…la mia è una richiesta di aiuto…ma non c’è risposta alcuna. Nel frattempo, sono stato costretto dal vento impetuoso a salire a 2500 mt di quota; la temperatura è adesso di – 8 gradi, la visibilità buona, per quanto veda sotto e davanti a me solo nubi…Improvvisamente, intorno alle 16, dopo il mio ennesimo tentativo, sento gracchiare la radio…sono stato agganciato da un radioamatore di Bad Wildungen…mi stanno cercando….sono diventato un caso!....Con una mano prendo velocemente la carta e faccio il punto: accidenti….sono a circa 150/200 km a nord-est di Colonia!...lontanissimo dal Reno, in mezzo al nulla e sempre che mi trovi sulla verticale del benvenuto radioperatore!...Gli comunico le mie supposte coordinate; gli dico poi che sto bene e che la velocità del vento, alle quote inferiori, mi impedisce di scendere…lui, da parte sua, mi dice che al suolo…nevica! E che la temperatura laggiù è di – 3 gradi…mi sconsiglia di provare una discesa in queste condizioni; allerterà la protezione civile, riferendogli la proiezione del mio supposto percorso…h. 17 pm…il sole volge al tramonto, perché vedo diminuire la luminosità intorno a me…Debbo prendere una decisione in fretta…anche per il motivo che comincio ad avvertire la stanchezza…per quanto non senta per fortuna freddo e mantenga lucidità di ragionamento…Il vento, nell’ultima ora, è calato a 38 nodi…è sempre troppo forte, ma non ho alternative…richiamo via radio il mio sconosciuto interlocutore, che, per fortuna, ancora mi riceve…gli comunico di nuovo le mie supposte coordinate e che mi sto apprestando a scendere….ricevo il suo segnale ancora per pochi istanti, poi, entrando nelle nuvole….più nulla…Adesso sono a 1500 mt da terra…solo…nella nebbia più totale e con una oscurità ormai incipiente….la mia mente è affollata dai più cupi pensieri, quando all’improvviso rivedo la luce…sono fuori da quella melma…a circa 900 mt di quota e sotto ad una bufera di neve terrificante!….la visibilità è pessima….non distinguo praticamente nulla, intorno a me…la mia situazione è critica, anche perché ho il dubbio che la neve si stia accumulando sulla vela…faccio allora un paio di manovre per scaricarla e quasi stallo!....qualcosa dovrei aver combinato, ma non ci riproverò più…La velocità del vento è ulteriormente calata a 30 nodi….ma ormai ho poco tempo prima di dover per forza toccare un suolo che non vedo….che non vedo!......ad un certo momento, alla mia sinistra….vedo invece un volatile!…un grosso volatile! E’ un rapace….un’aquila, a guardare bene!!….sembra affiancarsi a me ed ormai non è a più di un tre metri a sinistra della vela….vengo preso da un riso convulso….”oddio…oddio….adesso ci manca che mi attacca”, penso….”non basta che mi sto per sfracellare!”….ma…sembra incredibile….si sposta davanti!....e poi ritorna a sinistra….poi si sposta di nuovo davanti e dopo nuovamente a sinistra….così ancora almeno un altro paio di volte!….non solo non mi attacca, ma emette il suo tipico verso, quando si sposta da sinistra al centro della scena; sono perplesso….”La mia è dissennatezza totale, altrimenti sarei venuto qui?.. e poi a fare cosa?...volevo confrontarmi sulla durata  e adesso rischio la vita sulla distanza?! Qui è tutto assurdo e comico!”.....ed una volta di più nella mia vita, mi abbandono all’istinto e con lui seguo con lo sguardo ormai solo questo maestoso animale….inseguo la sua discesa….e lo faccio cosciente di perdere circa 100 metri ogni 30 secondi….una follia nella follia….alienazione o temerarietà?......”non reggerà la vela, in queste condizioni”….dopo circa 4 minuti di questa pazzia totale, improvvisamente vedo il suolo….è sotto di me….a circa un 150 metri….apparentemente, mi trovo sopra ad un bosco di conifere che si stende a perdita d’occhio….tutto è ammantato di bianco…ho pochi momenti per riflettere sul da farsi ….il mio aquilone è ormai troppo appesantito dalla neve….nella bufera intravvedo una piccola radura….al centro sembra esserci qualcosa….e poi una baracca di legno….atterro….per quanto non abbia mai eseguito questa manovra sulla neve, direi che me cavo bene….non riporto alcuna ferita…forse un paio di ammaccature al viso….ed incredibilmente nessun danno alla vela!....sgancio l’imbracatura, la prendo e, sul far della notte, mi precipito verso la baracca….è finita! Trascorsi lì tutta la notte, al caldo e con quel minimo di scorte di cibo che mi ero portato per la gara…La mattina seguente, sorse un sole stupendo…l’aria era tersa e faceva freddo…guardando il deltaplano, mi accorsi della singolarità di una cosa su cui non avevo fino a quel momento riflettuto:…sopra di esso, in onore alla mia città, campione d’Italia di calcio nel 1983, avevo fatto disegnare un’aquila che la copriva interamente…..sì, un’aquila…..lo stesso imponente animale che mi aveva salvato e che adesso sostava lì, di nuovo……a pochi metri di distanza da me….ma stavolta non era sola; si aggiravano nei paraggi altre due compagne….bellissime e maestose anche loro….Rimasi a guardarle per un paio d’ore….infatti, con un’asse ed un po’ di neve, mi ero fatto un seggiolino ed il loro “ispezionare” pacato e curioso, il mio mezzo di 16 mq, miscuglio tecnologico di kevlar, dacron e mylar, rimane uno dei ricordi più belli della mia vita….intorno alle 12 di quel giorno incredibile, proprio quando mi stavo per muovere da lì per tornare alla civiltà, avvertii distintamente il rumore di un motore;….non era quello dell’auto di qualche mio salvatore, ma di un custode del monumento che sorgeva nella radura e che non avevo per nulla preso in considerazione….Le aquile volarono ed io presi finalmente la via di casa….Strada facendo, nel modo migliore possibile che ho di comprendere e parlare tedesco (scarso assai!), intavolai una minima discussione e venni a sapere che ero atterrato nella foresta di Teotoburgo, a 500 km di distanza dal punto in cui ero partito! Il luogo era quello che aveva visto una grande e sfortunata battaglia tra l’esercito romano ed alcune tribù germaniche, nel 9 dopo Cristo….” Le aquile, lì…avevano combattuto….Le aquile, lì…avevano perso…Le aquile, lì…mi avevano salvato….Le aquile, lì…vivono ancora…. “…i Cherusci ed i loro alleati, nel cui paese tre legioni romane, insieme al loro comandante Varo, sono state annientate dopo un agguato, in violazione di un patto…con quale infamia e con quale tradimento…” (Strabone, Geographia, VII, 1, 4)