La rugiada di San Giovanni

Post n°34 pubblicato il 24 Giugno 2007 da bart8dgl

Si è consumata ieri sera, nella magica notte della Viglilia di San Giovanni, una antichissima tradizione che ancora resiste nel territorio ducale. Giovani e meno giovani si sono riuniti per prendere la rugiada rinnovando così un'usanza millenaria. Settore Crociato, sempre attento alle nostre tradizioni, ha dedicato il testo che segue a questa ricorrenza cui nessun figlio del ducato è disposto a rinunciare. Pubblico, quindi, il loro testo.

Il 23 giugno, giorno che anticipa la ricorrenza di San Giovanni, nella terra del Ducato di Parma e Piacenza, si consuma una tradizione unica, tramandata di generazione in generazione. Un costume che anche i giovani rispettano e concretizzano. Un rito tramandato dalla cultura celtica. Nella magica notte di questo giorno si attende e si aspetta, obbligatoriamente all'aperto, la rugiada, 'la rozäda äd san Zvan', per beneficiare dei suoi favori, "in grado di curare tutti i mali e fare nascere nuovi amori", come sostenevano i nostri avi. L'usanza vuole che questa serata vada trascorsa dai parmigiani con i piedi sotto la tavola, coniugando i talenti della nostra cucina con le magie del solstizio estivo, che i celti festeggiavano con falò e riti iniziatici vari, attraverso i quali intendevano salutare la vittoria della luce sulle tenebre grazie al sole che, proprio in questo periodo, raggiunge il suo massimo splendore. Il menù della cena di San Giovanni contempla per l'occasione due punti fissi, che costituirebbe eresia trasgredire, i classici e prelibati tortelli d'erbetta, ricetta tipicamente parmigiana, e, come digestivo, il balsamico nocino delle precedenti annate. Per ricevere la misteriosa rugiada, considerata un balsamo prodigioso per allontanare i malanni del corpo, un portafortuna e anche un filtro d’amore, si deve oltrepassare la mezzanotte. Il significato che la tradizione assegna alla rugiada deriverebbe dal sangue versato dal capo di San Giovanni. Quel liquido, al contatto col volto, renderebbe bella la pelle e, strofinato sui capelli, li farebbe crescere !!! Nella notte di S.Giovanni, per confezionare il nocino, si raccolgono le noci, rese particolarmente adatte per essere bagnate dalla rugiada. Si colgono anche tante altre erbe utili: ruta, verbena, menta, camomilla, malva, oltre alle erbette (bietole di costa) per i tortelli.

 
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Macelleria messicana

Post n°33 pubblicato il 21 Giugno 2007 da bart8dgl

Michelangelo Fournier, 43 anni, vice questore nella capitale, ha impiegato davvero tanto tempo prima di ricordare quanto è successo all'interno della scuola Diaz, a Genova, nei giorni del G8. E la memoria a distanza di tanti anni ritrovata appare davvero parziale, comunque, meglio di niente. Ma c'è qualcosa che nessuno ci ridarà mai, ed è la sensazione di vivere in uno stato democratico. Per dirla con gli Skarnemurta, "ci dicevano Genova non è il Cile, Genova non è l'Argentina". Ma il sangue sparso è stato lo stesso. A Genova c'è stato, incredibilmente, un solo morto, ma in quei giorni è iniziata la paura. Ad una settimana esatta dai tragici fatti di Genova tenemmo una manifestazione a Parma. Vennero mandati nella nostra città i celerini da Bologna. Non succedeva da anni. Io ero nel servizio d'ordine, e la tensione la ricordo bene. Prima della manifestazione la polizia ci chiese di mettere il furgoncino con i megafono dietro il corteo. Rifiutammo. Se caricano, ci dicemmo, quella è la nostra unica speranza di fermarli. Il questore accetto, non ce lo aspettavamo, pensavamo fosse l'inizio della fine. Il corteo iniziò. Nelle vie laterali, in ogni via laterale, erano presenti camionette della polizia, a chiudere ogni possibile via di fuga. Una carica si sarebbe tramutata in un massacro, evadere dalle cariche sarebbe stato impossibile. Quando arrivammo in piazzale della pace e il corteo termino la manifestazione si trasformo in una grande festa. Festeggiavamo, ma l'unico successo che avevamo ottenuto era essere arrivati alla fine incolumi. Magra consolazione. Certo, c'era tanta gente, più di quanta ci aspettassimo. Ma c'era la paura, quella che un manifestante in un paese libero non dovrebbe mai avere. E certe ferite confessioni parziali a sei anni di distanza non le cancellano. Adesso bisogna andare fino in fondo per fare chiarezza su quella che lo stesso Fournier ha definito "macelleria messicana". Ammesso che basti.

 
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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 14 Giugno 2007 da bart8dgl
 

Bush va in Germania, luogo del vertice assediato, scontri con la polizia, striscioni e cartelli contro di lui, proteste durissime. Bush viene in Italia, proteste in piazza che coinvolgono decine di migliaia di persone, cartelli, striscioni. Bush va in Albania, una folla festante lo accoglie, lui, reduce da accoglienze ben meno festose, non resiste alla tentazione di stringere mani ed abbracciare gli esponenti del popolo che accoglie così bene il nuovo imperatore. Peccato che, tra le tante mani impegnate a salutarlo e tante persone impegnate ad osannarlo, si nascondesse quella di un vile, certamente un comunista sostenitore del passato regime, una persona messa all'angolo dallo stesso popolo albanese, un irriconoscente senza il minimo rispetto per quanto Bush ha fatto per quella gente, che ha osato sottrarre al comandante in capo l'orologio. Non deve essere parso vero al fedifrago, impegnato a sottrarre ben più miseri bottini a qualche turista o al limite a qualche casco blu in libera uscita, poter sottrarre il prezioso strumento per la misura del tempo all'uomo più potente della terra. Di sicuro la vergogna del paese si vanterà ora del furto con altrettanto vili amici e racconterà l'impresa ai figli increduli.

Ora, Bush, ci hanno spiegato ormai mille volte, si sposta utilizzando due aerei identici, usa auto a prova di qualsiasi attentato (che poi magari ogni tanto si fermano come successo in Italia), ha 850 uomini di scorta, ha rotto il cazzo a tutta l'Europa perchè mettesse in campo esercito-cecchini-antiterrorismo-unita cinofile e quant'altro, poi va in Albania e si fa fottere l'orologio come un pirla. Che il figlio di George non sia un genio lo sapevamo, ma che fossero così coglioni anche tutti, nessuno escluso, gli uomini del suo seguito ancora no. Questo fa sorgere un dubbio: non è che per un fatto genetico, per un tragico errore nel percorso dell'evoluzione umana, per un incomprensibile esodo di massa dalla vecchia Europa al nuovo continente di pirla, gli americani in quanto tali non riecono a raggiungere tutti insieme l'intelligenza di una scimmia?

 
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27 maggio 1990 -27 maggio 2007: per sempre crociati!

Post n°31 pubblicato il 02 Giugno 2007 da bart8dgl

 

27 magio 1990, 27 maggio 2007, due date che ricorderò per tutta la vita.

27 maggio 1990: Ho tredici anni e la maglia crociata nel cuore. E' mezzogiorno, tra poco più di tre ore il Parma affronterà i nemici di sempre della Reggiana in un derby che vale la serie A. Tiro fuori la sciarpa, quella che mi accompagna sempre, quella comprata ai tempi di Sacchi, anni prima, quando la promozione sembrava ad un passo. Poi c'è stato Zeman, Vitali, ora c'è Scala. Mio padre prende in mano gli abbonamenti per la curva nord e commenta “questi oggi valgono oro”. E' vero, il Tardini che ho sempre visto vuoto oggi sarà gremito. Arrivo allo stadio, in quella curva che ho imparato a sentire come mia. La partita inizia, i minuti scorrono. Marco Osio, il sindaco, manda la palla in rete e noi in paradiso. Melli riceve palla, mancano pochi minuti al termine, scende verso la porta, si libera di un avversario, supera il portiere e insacca. Si toglie la maglia, salta i cartelloni pubblicitari ed esulta sotto una nord in delirio. Nessuno ci crede, sembra un sogno. Al triplice fischio comincia la festa. Qualcuno vorrebbe invadere, l'ordine è di non farlo, c'è il timore di una sconfitta a tavolino, come successo con la Reggina, la gioia è troppo grande ed un gruppetto lo fa comunque. Per i cugini arriva un'altra stagione tra i cadetti, per noi si aprono le porte della massima serie.

27 maggio 2007: Ho trent'anni e la maglia crociata nel cuore. Sono le due, mi sbrigo a scrivere un paio di articoli poi corro allo stadio. Con me la sciarpa storica, quella comprata ai tempi di Sacchi, vent'anni prima, che con me ha seguito i crociati in giro per l'Italia e l'Europa, che ha visto Minotti alzare la Coppa delle Coppe in una magica notte londinese, la finale di Uefa vinta con la Juve a Milano, quella che hanno provato a rubarmi, quella che ha vissuto con me qualche sconfitta che brucia ancora, che ha visto migliaia di fumogeni, decine di coreografie, troppi lacrimogeni e cariche della polizia. Oggi c'è l'Empoli, siamo uniti a loro da un più che ventennale gemellaggio, ma le nuove norme impediscono anche di mostrarsi amici, il giro di campo di un gruppo di rappresentanti delle due curve con le reciproche bandiere non può avvenire. Forse anche questo è pericoloso per l'ordine pubblico? La partita inizia, preceduta da una splendida coreografia della Nord, ovviamente non autorizzata. Dobbiamo assolutamente vincere per restare in serie A. Dopo pochi minuti siamo in vantaggio, due a zero, ma la tensione rimane, il gol dell'Empoli gela il sangue nelle vene, a pochi minuti dal termine arriva il tre a uno e in curva si scatena la festa. Mi avvicino al vetro che ci divide dal campo, ma non è giornata, i buttafuori del Tardini servono a far capire che nessuno invaderà il campo oggi, perché anche fare festa è proibito da norme che non hanno risolto il problema della violenza negli stadi. Quando esco e vado in piazza sono completamente afono, non riesco proprio a parlare, faccio un paio di telefonate con quel poco di voce che mi rimane. L'anno prossimo sarà ancora Serie A, ancora una volta.

 
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Sangue, soldi, ipocrisia...

Post n°30 pubblicato il 24 Maggio 2007 da bart8dgl

Qualche giorno fà con la morosa ero in uno dei bellissimi castelli di cui è piena la nostra provincia e mi avvicino incuriosito ad un sasso con una scritta. "Non ho mai fatto una guerra, l'uomo ne ha fatte tante, eppure sui cartelli scrivono attenti al cane" era scritto sulla pietra. E' vero, un cane molte volte ha tanta dignita ed onore da far impallidire qualsiasi uomo, e non solo perchè rifiuta di uccidere per soldi. Ci sono tanti argomenti di cui un bravo giornalista potrebbe occuparsi, un malato di mente che qualcuno ha eletto come presidente dell'unica superpotenza rimasta si prepara ad attaccare l'Iran, questa è una notizia. Invece siamo costretti ad occuparci di piccoli fatti di sangue. Ma quello che non sopporto non è dover raccontare, tra le altre cose, di accoltellamenti ed incidenti stradali, il problema è come sono chiamato a farlo. Due settimane fà, mi chiama il caporedattore della provincia, "corri a *******, un uomo ha ammazzato a coltellate sua moglie". Per fortuna, non so davvero come, la donna è invece sopravvissuta. Ok, questo è normale. La settimana scorsa, un ragazzo di 23 anni con la sua moto si schianta contro un trattore e muore sotto gli occhi del padre. Non vengo mandato sul luogo perchè non è la mia zona. Il giorno dopo mi chiama lo stesso caporedattore, vi riporto il dialogo. C sta per caporedattore.

C: "Vai dalla famiglia fatti dare qualche notizia sul ragazzo ed una sua foto"
IO: "Ma che cazzo dici?"
C: "Senti, abbiamo bisogno della foto, i carabinieri stavolta non ce la danno"
IO: "Ma cosa vuoi che vada da uno a cui è appena morto un figlio a chiedergli una foto?"
C: "Si, noi ti paghiamo per fare il tuo lavoro"
IO: "Mille e poco più euro al mese bastano per uno schiavo? Conveniente"
C: "Senti, tu lo devi fare"
IO: Mi rompo il cazzo, seguo il consiglio degli Ffd ed il mio dito medio indica il cielo. Quando mi è passata l'incazzatura chiamo della gente che conosco, mi faccio mandare una foto del tipo senza rompere i coglioni alla famiglia e vaffanculo.

Siamo peggio degli animali, tutto quello che ci interessa è vendere una copia in più del giornale, e non gliene sbatte a nessuno se per farlo devi calpestare i diritti di un padre ed una madre che hanno perso il loro figlio. Il pezzo ovviamente, deve essere strappalacrime, nessuno deve capire che di quel morto non te ne sbatte un cazzo, anzi, sei uno sciacallo di merda contento quando muore qualcuno, perchè è un modo squallido per vendere qualche copia in più del giornale. Non si potrebbe vendere qualche copia in più raccontando alla gente tutte le porcate di cui veniamo a conoscenza? Ci sarebbe abbastanza materiale per uno scoop al giorno per un anno...

 
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