Creato da vin49presente il 01/03/2010

....Quì radio Londra

VI RICORDO CHE QUESTO E' L'ORIGINALE E CHE E' STATO GIULIANO FERRARA A COPIARMI IL TITOLO....QUI' SI HANNO IDEE COMPLETAMENTE DIVERSE

 

 

38mila Down perdono pensione, ma i parlamentari con 2 anni di contributi no

Post n°122 pubblicato il 29 Agosto 2011 da vin49presente

Ecco le pensioni dei parlamentari: soli 2 anni e mezzo di "lavoro" per averne diritto. Sono 1.377 ex deputati, 861 ex senatori, oltre a mille vitalizi di reversibilità pagati ai familiari di parlamentari scomparsi, a percepire una pensione che va da 3mila a oltre 9mila euro mensili. Sul sito de l'Espresso è possibile consultare l'elenco completo dei parlamentari e l'importo della loro pensione, a questo link: http://commenti.kataweb.it/scandalopensioni/index.php

38mila persone con sindrome di Down, invece, dopo la manovra finanziaria del governo, saranno cancellati. L’articolo 9 della “manovra anti sprechi” sposta la soglia dell’handicap che dà diritto a percepire l'assegno di invalidità di 256 euro al mese, dal74% all’85% .

 
 
 

All'estero pensano che non siamo in democrazia....per me hanno ragione. E per voi?

Post n°121 pubblicato il 29 Marzo 2011 da vin49presente

Questa è la campagna pubblicitaria della catena televisiva pubblica ARD-ZDF per il pagamento del canone televisivo. Lo Slogan è Una democrazia è forte quando ha media liberi, non solo quando ci sono elezioni libere».
A voi i commenti

 

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MI sbaglio o avevamo votato NO AL NUCLEARE in un recente referendum. Popolo sovrano ???

Post n°120 pubblicato il 13 Marzo 2011 da vin49presente

Nucleare, Mario Tozzi: “La politica farebbe meglio a stare zitta”
Duro attacco del geologo alle reazioni della maggioranza di governo di fronte alla minaccia atomica proveniente dal Giappone distrutto dal terremoto

 

 

 

FONTE:http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/12/nucleare-tozzi-la-politica-farebbe-meglio-a-stare-zitta/97234/

 

“Sono degli irresponsabili. Parlassero di meno e studiassero di più”. Mario Tozzi, maître à penser e mezzobusto televisivo dell’ambientalismo italiano, non usa mezzi termini nel commentare le reazioni di casa nostra al terremoto giapponese e alla minaccia di disastro nucleare. Le dichiarazioni dei vari Fabrizio Cicchitto e Pierferdinando Casini, a Tozzi non sono proprio piaciute. E’ un fiume in piena: “C’è da rimanere allibiti. Questi politici fanno finta di esser dei teorici di fisica nucleare. Non hanno nemmeno la decenza di usare la cautela che in situazioni come questa dovrebbe essere d’obbligo”.

 

Non parlate a Tozzi poi dell’editoriale di oggi del Messaggero a firma di Oscar Giannino. Un articolo che ha scalato la classifica delle dichiarazioni al buio che poi sono state clamorosamente smentite. Il giornalista scriveva che quanto accaduto in Giappone era “la prova del nove” della sicurezza dell’energia prodotta dall’atomo. “Che figura miserrima quella di Giannino – attacca Tozzi – Ma a una cosa è servita: a smascherare l’abitudine italiana di salire in cattedra e di parlare di cose che non si conoscono”.

 

Di fronte alla minaccia di un disastro nucleare, la parola d’ordine della lobby nucleare nostrana è minimizzare. “Anche l’incubo che sta vivendo il Giappone in queste ore con il danneggiamento di un reattore – continua il giornalista – in Italia viene declinato a mero strumento di propaganda politica e ideologica. Difendono l’atomo solo perché non possono tornare indietro”.

 

Secondo il conduttore di “Gaia, il pianeta che vive” (che tornerà in onda su Rai Tre a partire dal 31 marzo) le bugie più macroscopiche della lobby pro-atomo sono due: la sicurezza e l’economicità di questa fonte di energia. Che  la tragedia giapponese le sta drammaticamente mettendo a nudo.

 

“Le centrali nucleari giapponesi – spiega Tozzi – sono state costruite per sopportare un terremoto di 8,5 gradi della scala Richter. Poi cos’è successo? E’ arrivato un sisma di 8,9 e le strutture non hanno retto”. Le centrali italiane saranno costruite per resistere a delle scosse di circa 7,1 gradi, ma, come sostiene Tozzi, “chi ci assicura che un giorno non arriverà un sisma più potente?”. Nessuno, appunto. Perché i terremoti sono fenomeni che non si possono prevedere. Inoltre il disastro giapponese è avvenuto nel paese tecnologicamente più avanzato del mondo. A Tokio infatti è radicata una seria cultura del rischio che è frutto di una profonda conoscenza di questi fenomeni. “Con quale faccia di tolla i vari Cicchitto ci vengono a vendere l’idea che in Italia, in caso di terremoto, le cose possano andare meglio che in Giappone? Il terremoto dell’Aquila se si fosse verificato in Giappone non avrebbe provocato neanche la caduta di un cornicione. Da noi ha causato 300 morti. Chi può credere alle farneticazioni sulla sicurezza del nucleare italiano?”, chiede sarcasticamente Tozzi. E’ vero che l’incidente nucleare è più raro, ma è altrettanto vero che è mille volte più pericoloso. E il caso giapponese, secondo Tozzi, è da manuale: “Se a una centrale gli si rompe il sistema di raffreddamento diventa esattamente come un’enorme bomba atomica. Forse è questa la prova del nove di cui parla Giannino”.

 

E poi c’è la questione della presunta economicità dell’energia prodotta dall’atomo. “I vari politici e presunti esperti – argomenta Tozzi – si riempono la bocca dicendo che il kilowattora prodotto dall’atomo è più economico di quello prodotto dalle altre fonti. Ma non è vero. Noi sapremo quanto costa realmente solo quando avremo reso inattivo il primo chilogrammo di scorie radioattive prodotto dalle centrali. E cioè fra 30mila anni”. Secondo il giornalista, la lobby che vuole il ritorno del nucleare propaganda la sua convenienza economica senza tenere conto dell’esternalità, e cioè dei costi aggiuntivi che ne fanno lievitare il prezzo. Che vanno dallo smaltimento delle scorie (problema che nessun paese al mondo ha ancora risolto definitivamente) ai costi sociali ed economici di un eventuale incidente. “Sono soldi che i nuclearisti non conteggiano – dice Tozzi – perché sono costi che ricadranno sui cittadini e sulle generazioni future”.

 

Il 12 giugno è in programma un referendum che, fra le altre cose, chiede l’abrogazione del ritorno all’atomo dell’Italia. Il rimando a quanto successe a Chernobyl nel 1987, alle grandi mobilitazioni antinucleariste fino al referendum che sancì l’abbandono dell’energia nucleare è quasi d’obbligo. Ma a Mario Tozzi il paragone non convince: “Veniamo da 25 anni di addormentamento delle coscienze. Oggi abbiamo gente come Chicco Testa e Umberto Veronesi che fanno i finti esperti e spot ingannevoli che traviano l’opinione pubblica”. Insomma, il legame fra l’incidente che scosse le coscienze e il voto popolare che funzionò nel 1987, oggi potrebbe fallire. Ma il 12 giugno non si voterà solo per dire no all’atomo. I cittadini saranno chiamati anche ad esprimersi contro la privatizzazione delle risorse idriche e contro la legge sul legittimo impedimento. Temi che, affianco al no all’atomo, potrebbero convincere i cittadini ad andare alle urne. E consentire alla tornata referendaria di raggiungere il quorum.

 

di Lorenzo Galeazzi e Federico Mello


 
 
 

Fate come dice

Post n°119 pubblicato il 01 Marzo 2011 da vin49presente

Il maestro ANDREA CAMILLERI: Bloccate il Parlamento
pubblicata da INFORMARE CONTROINFORMANDO il giorno martedì 1 marzo 2011 alle ore 13.03

Il governo Berlusconi, e la sua maggioranza parlamentare obbediente ‘perinde ac cadaver’ (Espressione latina che significa "come un cadavere". E' il motto dei Gesuiti con il quale si vuole sottolineare l'obbedienza cieca verso i superiori) , è entrato in un crescendo di eversione che mira apertamente a distruggere i fondamenti della Costituzione repubblicana e perfino un principio onorato da tre secoli: la divisione dei poteri. Di fronte a questo conclamato progetto di dispotismo proprietario chiediamo alle opposizione (all’Idv che si riunisce domani, al Pd che dell’opposizione è il partito maggiore, ma anche all’Udc e a Fl, che ormai riconoscono l’emergenza democratica che il permanere di Berlusconi al governo configura) di reagire secondo una irrinunciabile e improcrastinabile legittima difesa repubblicana, proclamando solennemente e subito il blocco sistematico e permanente del Parlamento su qualsiasi provvedimento e con tutti i mezzi che la legge e i regolamenti mettono a disposizione, fino alle dimissioni di Berlusconi e conseguenti elezioni anticipate. Se non ora, quando?”

 

 

 

 

 

 
 
 

E si definisce uno statista!!!

Post n°118 pubblicato il 18 Febbraio 2011 da vin49presente

Wikileaks, gli Usa: “Berlusconi danneggia l’Italia”

Nei nuovi dispacci diplomatici pubblicati in anteprima da L'espresso emerge come gli americani vedono il nostro paese: "Grazie a B. il paese è in declino. Dobbiamo usare il premier italiano"

“Berlusconi danneggia l’Italia”. Parole che non sono dell’opposizione o di qualche giornale di sinistra, ma della diplomazia statunitense.

Questa e moltissime altre rivelazioni sono contenute negli oltre quattromila cables di Wikileaks in parte anticipati da L’espresso. Inutile dire che Silvio Berlusconi ne esce a pezzi. “Le continue gaffe e la povertà di linguaggio del premier hanno offeso gran parte del popolo italiano e molti leader europei. E’ chiara la sua volontà di anteporre i propri interessi personali a quelli dello Stato e ha una reputazione disgraziatamente comica”. Così l’ex ambasciatore statunitense Ronald Spogli descrive al dipartimento di Stato il presidente del Consiglio italiano. Insomma, secondo gli Usa, il presidente del Consiglio è l’immagine perfetta di un paese in declino: “La sua leadership manca spesso di una visione strategica a lungo termine”. Ma c’è anche di peggio. La debolezza  del Cavaliere permette agli americani di ottenere se non tutto, molto: dall’impiego di più militari in Afghanistan, all’ampliamento delle basi statunitensi sul territorio nazionale.

La politica internazionale del premier è velleitaria e spesso viene fatta con degli annunci estemporanei. “Come quando – prosegue Spogli – pensa di poter impegnarsi con Hezbollah e Hamas, o mediare con la Russia e l’Occidente, stabilire nuovi canali con l’Iran, oppure espandere l’agenda del G8 al di là di ogni riconoscimento”.
Dai cablogrammi emerge anche la realpolitik a stelle e strisce. E’ vero che l’immagine di B, fra scandali, gaffes e manifesta incapacità, sta trascinando l’Italia verso il baratro, ma è altrettanto vero che gli Usa hanno tutto da guadagnare dal loro screditato alleato. In cambio del sostegno al governo di centrodestra gli States chiedono importanti contropartite sul fronte militare. Una collaborazione che ottengono sempre e spesso senza avere nulla in cambio. Ecco cosa scrive Spogli al dipartimento di Stato: “L’Italia ci permetterà di consolidare i progressi fatti faticosamente nei Balcani negli ultimi vent’anni, le loro forze armate continueranno a giocare un ruolo importante nelle operazioni di peacekeeping in Libano e in Afghanistan e, infine, il territorio nazionale sarà strategico per l’Africom”. E il comando statunitense per gli affari africani è strategico per la politica estera a stelle e strisce. Il quartier generale è basato a Stoccarda, ma i caccia bombardieri sono di stanza a Vicenza, nella celebre base militare Dal Molin che gli americani vorrebbero raddoppiare e che ha scatenato le proteste degli abitanti della città veneta.
Non solo la vicentina Camp Ederle è al centro degli interessi Usa. Gli americani chiedono e ottengono importanti concessioni su molte altre basi militari: da Sigonella, ad Aviano fino ad Aversa. Un’altra voce importante riguarda l’impegno militare italiano a Kabul: dall’aumento delle truppe alla modifica delle regole d’ingaggio. Grazie alla disponibilità del ministro della Difesa Ignazio La Russa, Roma decide di mandare ad Herat altri 1200 uomini (e gli americani non si aspettavano più di 500) e soprattutto a cambiare i caveat, le regole nazionali che limitano l’uso della forza nei contesti bellici e di peacekeeping.
Insomma un premier e un governo facilmente manipolabili, sempre pronti ad assecondare i voleri dell’alleato a stelle e strisce. Scrive David Thorne, il capo della diplomazia americana a Roma succeduto a Spogli con l’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca: “Dobbiamo assecondare la convinzione di Berlusconi di essere uno statista esperto”.
Come era già emerso in passato, l’unico elemento di preoccupazione per gli americani è il rapporto fra B e Vladimir Putin. Una relazione fra i due leader che aveva fatto chiedere al segretario di Stato Hillary Clinton se esistessero investimenti personali fra i due in grado di orientare la politica energetica dei due paesi.
Al di là della partita energetica, unica fonte di incomprensione fra Roma e Washington, il fatto che gli States facciano il tifo per il Cavaliere perché più facilmente assecondabile agli interessi americani, emerge chiaramente in un cablogramma datato aprile 2008: “Se vince Veltroni la situazione sarà eccellente. Se ritorna Berlusconi sarà molto eccellente”.
Ma le ingerenze degli Usa nella vita italiana non riguardano solo la politica estera e militare. Ad esempio nel 2003 gli States sono preoccupati perché in materia di organismi geneticamente modificati (ogm) il ministro Gianni Alemanno sta seguendo la linea del suo predecessore Paolo De Castro improntata al principio di precauzione che vieta le colture biotech all’aria aperta. Questa decisione avrebbe delle conseguenze negative sull’export delle sementi ogm americane. Ed ecco che l’allora capo della diplomazia Usa a Roma Mel Sembler ha una serie di colloqui con Gianni Letta, Franco Frattini e con lo stesso Berlusconi per fare in modo che il ministro dell’Agricoltura ritiri il suo decreto legge. Ecco cosa scrive l’ex ambasciatore nel suo report al consiglio di Stato: “Siamo molto incoraggiati dalla rapida e apparentemente decisa risposta di Berlusconi e Letta alla manovra dell’ambasciatore. Noi crediamo che loro assicurino un’alta percentuale di probabilità che il decreto Alemanno sia messo da parte. Tuttavia, ci aspettiamo anche che il ministro delle politiche agricole cerchi in altri modi di realizzare la propria visione di un’Italia libera dal biotech”.
I cablogrammi parlano anche degli altri poteri dello Stato. La magistratura è definita “una casta inefficiente e autoreferenziale” mentre grande attenzione viene data al ruolo del presidente della Repubblica e allo scontro sottotraccia fra Berlusconi e il Quirinale. “Gli attacchi a una figura molto rispettata potrebbero essere presi molto male da molti italiani e e determinare più ampie divisioni tra le due istituzioni”.
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it
 
 
 
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