L'eretico

La vita in me come un sordo sogno... e non speranza, quiete.

 

LE FRASI DEL SECOLO

Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario. (1984, Orwell)


E' un mondo con un solo padrone, un solo sovrano. (Putin, discorso ONU 2007)

Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo. (François Voltaire)

Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli.  (Thomas Jefferson)

 

LIBRI CONSIGLIATI

Vittime, Benny Morris

1984, George Orwell

La fattoria degli animali, George Orwell

Conversazione in Sicilia, Elio Vittorini

Fareneith 451, Bradbury

Flags of our Fhaters, Bradley

Angeli e Demoni, Dan Brown

American Psyco, Ellis

Fidel, Volker Skierka

Il lupo della steppa, Hermann Hesse

No Logo, Naomi Klein

 

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La speranza è morta

Post n°10 pubblicato il 23 Marzo 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

Mi sento mordere, masticare ed ingoiare dalla vita.

Come se fossi spettatore impotente dell’esecuzione di una intera vita, la mia, la vostra. Ci facciamo del male l’un l’altro continuamente cercando di fotterci, primeggiare, governare.  Oggi manca un dio e non so se il vostro, o il loro. Sento in me la debolezza tipicamente subumana che ci sta portando al macello, quella che spinge alla ricerca dell’entità superiore, che crea speranza dove speranze non ce ne sono più. E’ il tempo delle multinazionali del farmaco che ci ammalano nascondendo le cure per profitti economici, della corsa esasperante al riarmo atomico, del controllo globale e delle schedature, del terrorismo, dell’esaurirsi delle risorse naturali, della infinita solitudine che riempie le nostre giornate, una dopo l’altra.  Orwell docet.

Dio è morto, ci ricordano.

Ci chiedono di correre e noi corriamo ogni giorno di più ma non è mai sufficiente. Bisogna sempre dare di più.

Ci indottrinano con il culto dei giochi a premi e noi, schifosi italioti debosciati senza cervello amanti del gossip e delle ipertroiate televisive, spendiamo 10€ per una speranza.
La compriamo.

Il nostro MEGAMILIONARIO, o come cazzo si chiama. Non abbiamo più speranza nella nostra volontà, nella nostra forza o nella nostra intelligenza, preferiamo comprarla.

E’ più facile. 

E’ più umano.

E’ una merda.

 

Dio è morto, la speranza pure.

 

 
 
 

American Psyco

Post n°9 pubblicato il 12 Marzo 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

Ecco cos'era che potevo capire, ecco com'era che vivevo la mia vita, ecco intorno a cosa mi muovevo, ecco come mi relazionavo al tangibile. Questa era la geografia attorno la quale ruotava la mia vita: non mi era mai venuto in mente, mai, che la gente fosse buona o che un uomo potesse cambiare o che il mondo sarebbe potuto essere un posto migliore grazie ad un sentimento o ad uno sguardo o a un gesto, o al fatto di accettare l'amore o la gentilezza di un'altra persona. Niente era positivo, l'espressione "generosità di spirito" non aveva senso, era un clichè, uno scherzo di cattivo gusto. Il sesso è matematica. L'individualità non esiste più. Che cosa significa l'intelligenza? Come definire la ragione? Il desiderio non ha senso. Lìintelletto non è una medicina. La giustizia è morta. Paura, recriminazioni, innocenza, simpatia, colpa, perdita, fallimento, dolore, erano cose, emozioni, che nessuno sentiva più sul serio. Il pensiero è inutile, il mondo è privo di significato. Il male è l'unica cosa permanente. Dio non è vivo. L'amore non è degno di fiducia. La superficie, la superficie, la superficie, ecco l'unica cosa in cui qualcuno trovava un qualche significato... questa era la civiltà dal mio punto di vista, colossale e frastagliata....

Patrick Bateman

 
 
 

La barca affonda

Post n°8 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

E’ durata 280 giorni. Meno male. Duecentoottantalunghissimigiornidisofferenzaproletaria, direi.  Questo doveva essere il governo della svolta, delle non tasse, del popolo, della fine dell’egemonia degli Usa e della chiesa in Italia. Ed invece? Questo governo è caduto sul tentativo di far passare il ri-finanziamento della missione di “guerra” in Afghanistan grazie al "cattolico e mafioso" Andreotti.  Una cosa di destra, direi. Una cosa di destra proprio come tante altre compiute in questi 280 giorni.  Il governo delle tasse, della TAV, delle vessazioni proletarie, del “cementifichiamo tutto”, delle espansioni delle basi USA e del “mene frego di 200.000 manifestanti”, anche se mi hanno votato.  Il governo che ha aumentato del 13% le spese militari comprando 100 nuovissimi cacciabombardieri!!! Lo scempio del TFR dei lavoratori. Il non parlare della condizione precaria dei “collaboratori” a progetto o dal contratto a tempo determinato. Il fregarsene del conflitto di interessi o delle leggi ad-personam.  Carissimo professore Prodi sinceramente non credevo si potesse fare peggio del Berlusca ma lei molto “furbastramente” ci è riuscito. Ci ha ingannato e deluso.

Questa barca sta affondando….

Diamogli una spinta. Verso il basso.

 
 
 

What time is it?

Post n°6 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

Il tempo passa velocemente ma con grandissima "monotonia" il fatto nuovo è questo... Le settimane, i mesi.... tutto scorre veloce ma ogni giornata sembra essere identica a quella passata. Questa strana situazione che si è creata spesso mi porta a pensare al passato, alle vecchie facce... Quando tutto "pesava" meno, tutto sembrava scorrere liscio come un treno sui propri stabili binari, tutto senza pensarci troppo. Alcuni amici sono scomparsi ingoiati dalla pigrizia. Altri ancora hanno scelto altre strade e altre compagnie. Alcuni li ho abbandonati io.  Alcune di quelle facce mi mancano e non poco... Ci sono amiche e amici di cui mi manca la voce, il sorriso, gli abbracci, qualche volta i baci, anche rubati.
Già... è inevitabile si cresce! Chi non ha mai pensato di fermare il tempo? Di tornare indietro e rivivere certe esperienze? O magari cambiarle? Il fatto vero è che viviamo di ricordi ed allora mentre il tempo passa ci vengono alla mente sensazioni e odori dimenticati con il tempo. Il pensiero mi porta a rivedere certi visi... che gente che ho conosciuto! Ma che fine hanno fatto??? Sorrido e mi chiedo che fine ho fatto io nelle loro menti! C'era chi mi diceva che sarei diventato uno spacciatore... altri mi dicevano che sarei diventato un ingegnere, altri ancora uno splendido padre. Penso alle persone che hanno segnato la mia vita in positivo ed in negativo e in ogni caso mi piacerebbe rivederle e chiedere: che fine hai fatto? Ma ovviamente questo utopico desiderio è irrealizzabile quindi posso soltanto sperare di essere riuscito io a segnare le loro vite e non importa se in positivo o in negativo ma almeno di aver lasciato il segno... il mio ricordo. 
Tirate fuori i sogni dentro di voi e se ancora pensate con la vostra testa e non con quella di "Maria De Filippi" o quella di "Emilio Fede" riuscirete ad esaudirli, e non con l'aiuto altrui, soltanto con le vostre forze.
 
Vi voglio bene,
 
Antonio.

 
 
 

The Flags of our Fhaters

Post n°5 pubblicato il 20 Febbraio 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

I veri eroi di Iwo Jima sono quelli che non sono tornati... (Doc Bradley)
 
Al termine della lettura del libro di James Bradley è chiaro il tentativo dell'autore di dare il maggior risalto possibile alla "eroica figura" dei marines americani impegnati nello sbarco più sanguinoso della storia.
Iwo jima (Isola dello zolfo) è una delle più piccole isole dell'oceano pacifico appartenenti al Giappone e, con il sontuoso vulcano Suribachi ricopriva, durante il secondo conflitto mondiale, un ruolo chiave  nelle importanti operazioni militari di entrambe le nazioni impegnate sul fronte oceanico. Era "il portone d'ingresso" dell'impero nipponico.
 
"Oh, what a beautiful morning,
Oh, what a beautiful day,
I've got a terrible feeling
Everything's comin' my way."
 
Chiaro spunto di svariati libri e di tre film (ultimo The flags of our Fhaters e Lettere da Iwo Jima di Steven Spielberg) la piccola isola del pacifico è stata lo scenario della maggiore carneficina della storia militare, molto peggio dello sbarco in Normandia.
Bradley, figlio di uno dei sei marines che piantarono la "Old Glory", racconta con impressionante precisione, frutto di uno studio decennale sullo sbarco e la cultura del Sol Levante, le vicende che con la morte di 600 uomini solo il primo giorno e circa 60.000 nei trentasei totali dell'assedio resero eroi nazionali sei comunissimi ragazzi appena ventenni facendoli entrare nel cuore pulsante di ogni americano "colpevoli" di aver piantato la bandiera della foto.
Le dettagliatissime e cruente vicende di quel Febbraio del 1945 raccontate da Bradley junior nel libro lasciano comunque spazio all'obiettivo reale dello scrittore che punta in modo molto netto a denunciare la guerra in ogni sua forma e variante mettendone alla luce tutti gli aspetti peggiori (gli stessi aspetti che hanno reso impossibile la vita a migliaia di marines una volta tornati in America), risaltando l'umanità disarmante degli stessi sei protagonisti del libro, dei componenti delle loro famiglie e l'audacia e l'onore dei Giapponesi.
I veri eroi di Iwo furono le anime che il Suribachi mantenne con sè ma Doc, Ira, Mike, Rene, Sousley e Harlon  rappresentati nella fotografia furono determinanti nella vittoria dell'America nel secondo conflitto mondiale.
 
"Erano ragazzi di comune virtù
Chiamati al dovere.
Fratelli e figli. Amici e vicini di casa.
E padri."
 
Nel libro viene anche smentita la leggenda che narra la falsità della foto o che comunque sia stata scattata "in posa" cosa che, come detto, oltre ad essere smentita punta anche diverse volte a sminuire l'importanza della foto stessa in quanto nessuno dei marines immortalati le ha mai dato troppa importanza definendola "casuale" e quasi "priva di importanza".
Un libro sorprendente che sicuramente provoca spesso durante la lettura forti "scosse" emotive al lettore...
Consigliatissimo.

 
 
 

Il valore di un sogno

Post n°4 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

La vita ha bisogno di braccia per andare avanti, non di sterili illusioni che drogano la mente con fantasie irrealizzabili.
Non si deve lasciar spazio alle divagazioni, non c'è più tempo per la spensieratezza.
Il progresso richiede energia, forza, sudore e capacità di sgomitare per tenersi a galla. Tutto il tempo va monetizzato, altrimenti l'impresa fallisce. Le astrazioni, le fantasie, i voli della mente sono concessi a chi non ha niente da perdere o a chi ha già perso tutto. Nel mezzo ci stanno quelli che si stanno giocando il loro futuro.
Puntano il dito verso di te, è il tuo turno, la domanda è decisa "Cosa vuoi fare? Dentro o fuori?" e la risposta dev'essere altrettanto decisa. Guardi dentro, guardi fuori. Ti guardi dentro. Il tuo sogno è chiuso all'angolo, livido, pesto. Non riesce a reggersi in piedi. E' stato malmenato dalla sostanza e dalla concretezza. Giace sfinito appoggiato alle corde.

Delusione e illusione vanno di pari passo
, tenendosi la mano. Il sogno non risponde, non reagisce. Non ha la forza per replicare.
Ancora un attimo per scegliere dove stare. Il tempo passa e non ne resta molto.


Sei ad un passo da una delle tue scelte più importanti e sai che non puoi tornare indietro, qualsiasi cosa tu decida di fare.
Se scegli di vivere, o sopravvivere, rimpiangerai quel bivio, il tuo animo vorrà tentare di recuperare la poesia perduta ma non avrai modo di farlo. Quel sogno ti accompagnava nel buio della notte, rendedotela luminosa. Ma hai scelto di abbandonarlo. Sarai freddo, razionale. Egocentrico. Tutto quello che fai e ciò che dirai sarà per il tuo personale interesse. Sorrisi di circostanza e saluti d'obbligo. Ti chiameranno vincente, ma sarai arido come il deserto.


Guardi fuori un istante. La gente non fugge, si rincorre. E' meno frenetica e meno nervosa. Sorride sapendo ancora che valore ha un sorriso. Si saluta, si ferma e parla. Anche per ore. Hanno il portafogli vuoto, ma lo spirito è ricchissimo. Ma sono nell'ombra. Quasi invisibili. Si vedono e si riconoscono solo tra di loro. Sono persone della stessa specie, della stessa razza. Con grandi valori da esprimere e con la voglia di donarsi senza vendersi o svendersi. Pur perdendo, hanno vinto.


Scegli, presto! O qualcun'altro lo farà per te! Presto, scegli!

 
 
 

Cattedrali del deserto

Post n°3 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

...noi siamo quelli che le edificano, quelle cattedrali. Mattone su mattone, e proprio in virtù dei nostri sforzi e del nostro delirio di onnipotenza, si concretizza il messaggio di questi dipinti. Un messaggio inaspettatamente positivo, che ci esorta a non lasciarci trascinare dalla folla e fare quello in cui crediamo, far sentire la nostra voce e credere sempre in un mondo migliore a dispetto di qualsiasi speculazione.
Quando tutto sarà finito, noi torneremo polvere, i nostri cellulari torneranno polvere, i nostri tesori torneranno polvere, tutto sarà di nuovo polvere e se noi avremo anche una sola occasione per tirare le benedette somme del nostro passaggio, le possibilità saranno solo due: aver vissuto per finta, inseguendo i nostri bisogni, magari riuscendo ad arricchirci oltre misura, oppure aver goduto delle cose più semplici che ci sono passate sotto il naso, lottando per i nostri ideali e costruendo, nel dileggio generale, le nostre cattedrali nel deserto.
Io ci penso sempre alla morte e quello che mi spaventa è andarmene senza lasciare il ricordo di un grande uomo. Al come non ci ho ancora pensato, ma almeno per quanto riguarda le piccole cose quotidiane, per ora posso dire fieramente di non avere mai tradito me stesso.

La mia vita, la nostra vita, continuerà a cambiare repentinamente come ha sempre fatto e il nostro arduo compito sarà starle dietro.

D'altronde la vita è movimento…

 
 
 

Lo strano male

Post n°2 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da P_A_M_P_E_R_O
 
Foto di P_A_M_P_E_R_O

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. 

                                 EugenioMontale

 
 
 
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Data di creazione: 16/02/2007
 

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