Viola Arcobaleno

Post N° 243


Contentezza, il Segreto della Felicità.    Più si sperimenta il vuoto interiore e più si tenta di possedere qualcuno o qualcosa per cercare di colmarlo. Chi ha trovato in se la Verità, possiede realmente e non desidera più nulla, né tantomeno ha bisogno di sforzarsi per possedere qualcosa; se in te hai riscoperto la Realtà della vita non sei più attratto dai beni, sia essi materiali sia spirituali., poiché già ti appartengono e non c’è bisogno di lottare per conquistarli. Essere consapevoli di se stessi e di ciò che concerne la realtà porta alla stabile contentezza permanente; ma la mancanza di contentezza porta allo stato di bramosia mentale ed emotiva detta anche avarizia mentale. Ogni cosa è conseguente ed in relazione ad altre, quindi ogni desiderio o brama per qualcuno o per qualcosa porta inevitabilmente a legare l’uomo al ciclo delle rinascite. Con la contentezza, quei legami, costruiti da noi stessi nel corso delle innumerevoli incarnazioni, cominciano a sciogliersi fino a disintegrarsi completamente, liberandoci da ogni schiavitù. Tutto ciò avviene gradualmente, e man mano che Maya, L’Illusione, allenta la presa grazie al nostro lavoro costante, ogni accadimento ci appare più chiaro e la Realtà occupa il posto dell’Illusione, sotto ogni aspetto in cui si manifesta. Tutto ciò porta ad una maggiore comprensione e consapevolezza dello scopo dell’attuale incarnazione, permettendoci di Servire in maniera consapevole ed incondizionata. Questo processo passa inevitabilmente attraverso la Putrefazione, la Nigredo degli Alchimisti, di tutte quelle cose illusorie ed irreali che prima attraevano l’attenzione; in seguito, attraverso la manifestazione delle Grandi Leggi di Ripulsa ed Attrazione, il discepolo si sente respinto da tutto ciò che non focalizza più il suo interesse e attratto dalle cose Reali dell’esistenza.  E’ un duro processo che porta dalla distruzione alla trasformazione e quindi alla successiva rinascita.   Egli si allontana sempre più da ciò che fino a quel momento ha focalizzato la sua attenzione e volge lo sguardo verso la Verità, rappresentata dalle qualità Divine e dal Piano da Esse manifestato.  Vivere una vita naturale, in sintonia con le Grandi Leggi che ci governano porta inevitabilmente ad una Serenità mentale ed emotiva, naturali conseguenze della contentezza; questo vuol dire sentirsi parte di un Grande Disegno con il quale nessun desiderio può competere.   Oltre ad essere sinonimo di evoluzione interiore, la contentezza è anche simbolo di felicità che inevitabilmente ci porta ad essere più utili nel mondo e servire l’umanità nella maniera più efficiente possibile.  Essere scontenti provoca disarmonia in se stessi ed in tutti coloro che ci circondano…inoltre, approfondendo le sue cause, riusciamo a capire che essa deriva spesso da ragionamenti errati, quindi da un cattivo uso della mente, che va educata e disciplinata.  Nella continua ricerca del possesso, e quindi della felicità esteriore limitata ed illusoria, si insinua inevitabilmente la scontentezza perciò, chi ha già trovato in sé non rincorre più la Maya, l’illusione delle cose materiali ed irreali, ma si focalizza verso la parte Reale della vita, manifestando le qualità dell’Anima fino a quel momento nascoste sotto un gran mucchio di immondizia.   Tutto questo porta alla Pace Interiore in cui la mente si acquieta, liberandoci mentalmente, emotivamente e fisicamente dai legami dolorosi e nocivi che ci vincolano ad altre persone, cose o situazioni. Il servizio più completo e disinteressato è alla fine il prodotto di una contentezza interiore.   Vorrei ora concludere con una frase di Shakespeare, che sintetizza magistralmente questa qualità spirituale, ricercata e raggiunta da ogni sincero discepolo, durante il Pellegrinaggio verso il Ritorno alla Casa del Padre:  “LA MIA CORONA E’ IL MIO CUORE, NON SUL MIO CAPO, NON ORNATA DI DIAMANTI E DI PIETRE PREZIOSE, NE’ VISIBILE; LA MIA CORONA SI CHIAMA ACCONTENTAMENTO; ED E’ UNA CORONA CHE RARAMENTE I RE GODONO.”      Giuseppe Bufalo