Viola Arcobaleno

ILLUSIONE


Ogni più piccolo accadimento non è altro che finalizzato all’autorealizzazione. I lustrini sono ovunque; le speranze di riappacificazione in ogni dove. A volte ci si ritrova  ad essere bimbi davanti ad una vetrina piena di balocchi; a volte ci si perde, in quei giochi; a volte pare di scorgere una scorciatoia; a volte si vede un’erta salita. Tutto in funzione della propria autorealizzazione. Ad un certo punto si comprende che è sufficiente spostarsi di 10 centimetri rispetto a se stessi per accorgersi del film che si sta girando e, a quel punto, si vedono chiaramente i vari ruoli dei vari attori e si realizza che tutto è in funzione “di” e non si può fare altro che sorridere di se stessi, bimbi dagli occhioni sgranati, e ridere del grande gioco, Lila. In tutto questo bailamme di luci e colori, peraltro molto accattivanti, e, a volte, quasi irresistibili, per non perdersi, non si può fare altro che essere protagonisti assoluti di se stessi. E allora è d’obbligo caricarsi il sacco sulla spalla e assumersi la responsabilità della propria strada, senza farne carico ad altri, e, questo, non per mancanza di fiducia o di riconoscimento nei confronti di chi ci accompagna; semplicemente, è indispensabile non delegare ad altri noi stessi. Spesso capita di inciampare, di sbucciarsi le ginocchia; a volte si ha bisogno di ristoro, di conforto; a volte si ha una folgorazione, nuovo ossigeno che dà nuova forza… La via facile porta ad apparenti risultati nel breve termine; la via difficile, porta alla stabilità nel lungo termine. E, allora, l’unico modo per riconoscere se si è di fronte ad una qualche forma di lusinga, ad un ennesimo abbaglio, è farsi “attraversare” dalla vita, accogliere, lasciarsi “risuonare” come una campana. A volte le risposte agli input ricevuti saranno immediate, a volte sarà necessario un tempo di decantazione, ma, prima o poi, si sarà in grado di “riconoscere” la Verità, perché essa già ci appartiene e, per il resto, avverrà un aborto spontaneo. In tutto questo, è importante la condivisione, la comunione, come foriera di sempre nuovi stimoli ma, nel tempo, anche questi stimoli vengono abbandonati; la ricerca abbandonata; l’asservimento ad un’idea del divino lasciato. E non si ha più nulla da chiedere perché si comprende che si E’ quel “Sono la Via, la Verità, la Vita”  . Il Maestro è la vita stessa; il Maestro, in quanto identificazione, è colui che ti rende indipendente; il Maestro è colui che ti porta a riconoscere che sei Tu il Maestro di te stesso.