La straniera

*Collage*


Cuore mio,come ogni giorno arrivi e ti siedi ai piedi della scala che va sul retro dove i sempreverdi non son mai sfioriti e i girasoli inizian a germogliare.Le piante sono in fiore e le siepi son giunte al loro verde splendoreL'aria primaverile mi solletica la pelle ed il sole mi colora le goti.E il *contenuto* invece?Dove hai lasciato i miei pennelli?La camera è vuota e i cassetti son stati bruciati dal tempo che ho lasciato scivolare via senza cercare di afferrare neanche uno solo dei [nostri] frammenti di paroleUna confusione [dis]ordinata di emozioni e idee.Provo a metterle in ordine,darle un senso preciso,metterle a tacere.Sembra tutto inutile a volteSe seguo il corso degli eventi,potrei lasciarmi portar via da quell'inutile frenesia che creanoFatico ad ascoltare il mondo.Assecondo il tacere che si insinua in ogni fessura sottile dei pensieri miei.Manipolo il volere di una mente [in]sana che spinge il corpo ad osare solo per sentirne la fatica su ogni muscolo che sorregge le ossa.Un gioco di parole che gira in tondo e non trova una traettoria.Un vettore senza direzione nè versoMacino l'assenza impastandola al più dolce dei veleni.L'inietto nelle vene prima d'accasciarmi al volere di una mente che per tenersi occupata gioca al gatto col topo:rincorre pensieri malconci e zoppicanti,li afferra per la coda prima di ingoiarli per poi vomitarli quando prendono a bruciare ogni fibra ancora intattaHo bruciato tutto,comprese le tappe del metabolismo.Ho provato ad espellere la mia voglia impellente di toccare,sentire,respirare,ma lei,quella voglia,se n'è stata lì a ricordarmi che gli enzimi non posson nulla contro quei teatrini indigestiAbbozzo sorrisi.Tocco carni che non aderiscono mai alla mia.Mi poso "in" bocche che mi danno il voltastomaco.E' un circolo vizioso che spinge fino a far male,ma io proprio non voglio uscirne.Anestetizzo i pensieri.Cado nell'oblio del mio sonno["Chè vivere o morire,non fa mai alcuna differenza" mi sarei detta una volta]Varco il confine tra pazzia e realtà.L'ipossia cerebrale mi rende frivola e superficialeMi nutro dei miei silenzi quando i rimproveri e le lamentele altrui rendono intollerante persino l'aria che respiroIl cuore fa a pugni con la ragioneTutta questa distanza emotiva mi avvelena l'anima,eppure non posso farne a meno:devo [soprav]vivereMi lecco le dita ed ogni giorno hanno un sapore diverso.Mi rifuggo nel grembo di chi senza chiedere mi lascia "abusare" del suo corpo come se cosi facendo,alleviasse anche un pò delle sue feriteL'incostanza la mia dote migliore.La noia una delle mie malattie peggiori.La superficialità il mio modo d'essereE tu,cuore mio,te ne stai lì,in uno di quei cassetti che mai nessuno aprire dovrà.Chè i ricordi li lasci un pò sparsi per il mondo solo per dar *vita* a quel *motivo* che deve poi spingerti a tornare,ma tu lo sai che non sopporto i ritorni d'oltretomba.Li trovo cosi sciocchi,inutili,senza senso.Dovrebbero sapere che spingersi fino alle corde dei miei silenzi non è mai impresa audace.Quel *suono* stonato vien fuori quando le mani che provano a sfiorarle iniziano ad infastidirmi.E non c'è più la pioggia.Il cielo è sempre troppo limpido.I miei occhi sempre troppo nascosti.I miei pensieri in bilico su un'illusione dalla quale dovrei lasciarmi cadere nel vuoto del nulla